Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 18.31

Carnevali. A Pasqua compi un gesto di solidarietà

| Scritto da Redazione
Carnevali. A Pasqua compi un gesto di solidarietà

A PASQUA COMPI UN GESTO DI PACE, DI SOLIDARIETA’: MAGARI LA CARITA’ AD UN MIGRANTE.
Direttore,
vedere o non vedere, fare finta di niente o impietosirsi?  Qui la notizia urticante è che, semmai, per tutti gli accidenti di questo mondo, non puoi non avere un sussulto, un nodo alla gola, un minimo di cuore. Mica un “ad minchiam” qualunque! Notiziario di tutti i giorni (o quasi). Mi trovo sul piazzale antistante un supermercato qualunque di una qualunque cittadina lombarda a qualunque ora del giorno. Siamo a fine inverno, giornata grigia,  freddo ancora pungente. Del sole manco “l’ombra”. Una giovane mamma (forse clandestina, forse zingara…boh!) accompagnata dalla propria figlioletta di non più di tre/quattro anni, vestita “a cipolla” con i miseri vestiti raccattati in qualche “distributore” di indumenti smessi, tende fiduciosa l’infreddolita mano per chiedere la solita, impenitente, noiosa carità. Quasi nessuno degli avventori di quel supermercato si ferma. Immagine impietosa di un impietoso scorrere quotidiano di una vita troppo frenetica, quasi impersonale. Con un gesto quasi fosse ormai automatizzato le “allungo” un paio di euro. Mi ringrazia, mi sorride e mi augura: “Buona fortuna, signore, che Dio la benedica, lunga vita!”. Entro nel supermercato, ottempero agli acquisti che la mia dolce metà mi aveva impartito appuntando la nota spese sul consueto bigliettino volante. Rigorosamente porto a termine la missione, ben consapevole tuttavia che, qualora non avessi “centrato” la marca di un qualsiasi prodotto, quel “cerbero casalingo” di mia moglie me le avrebbe “cantate su’ ”! Ordinatamente mi accodo, in fila, verso la cassa. Il caso vuole che, precedendomi,  incontri nuovamente quelle due donne “questuanti”  di un attimo prima. Le osservo pagare: due panini, due (di numero) fettine di mortadella, una bottiglia di acqua naturale. Totale due euro e cinquanta centesimi. Mi guardano smarrite. “Tengono” solo i due euro che avevo dato, in precedenza, loro. Con un gesto veloce della mano saldo io il conto alla cassiera. Mi ringraziano e se ne escono. All’uscita le incontro nuovamente, sedute su di un prisma cementizio appoggiato al muro di cinta del supermercato. I loro occhi brillano di gioia. Le osservo contente divorare con gusto quel misero panino. Mi colpisce l’atto generoso della mamma che allunga volentieri alla figlioletta un suo pezzo di mortadella. La povera donna si sarebbe accontentata del sole pane. Quale nobile sentimento quello “dell’amore materno!” Mi prende un nodo alla gola. Non nego che gli occhi mi si siano rigonfiati di una lacrimuccia. “Che patetico che sei, Giorgino!”, mi dico guardandomi nello specchietto retrovisore dell’auto. Eppure rifletto: “Chi troppo e chi nulla. Che miseria a ‘sto mondo!”. E tutto accade nel silenzio più assoluto, nell’omertà più ignobile, nello squallore più triste, nella totale indifferenza della gente. Perché, vedete direttore, l’indifferenza non fa niente per farsi notare, ma la vedi dappertutto. E la gente: “….quella gente che non conosco, mica tutti quelli puliti, che si lavano e si cambiano i vestiti, come me e come la maggior parte di quelli che invece conosco, mi sembrano più eleganti, più sofisticati, più a loro agio, nel mondo, di me. Dopo, però, quando  li conosco, non è mica vero; stanno male anche loro!” (P. Nori). Direttore, può un piccolo gesto (a me non è poi costato così tanto, anzi)  rendere felici quei due esseri umani? “Quando fai la carità non sappia la sinistra ciò che fai con la tua destra".  Buona Pasqua, direttore ed a tutti gli uomini di buona volontà.
giorgino  carnevali

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