(CR) COMITATI DI QUARTIERE ? SERVE UN NUOVO UMANESIMO URBANO| Adriano Bruneri
La maggioranza dei Cremonesi ama Cremona perché è una città bella, e perchè merita di essere vissuta e valorizzata.
La maggioranza dei cremonesi crede nella capacità di ogni cittadino di poter partecipare alla costruzione del bene comune, del bene della comunità, crede nel dialogo con le istituzioni, sa esercitare il diritto di ascolto e il dovere/diritto del fare, ed è capace di andare oltre i particolari interessi e non si lava la coscienza dando solo la colpa agli altri.
Credo che molti cremonesi si chiedano anche: io cosa posso fare?
Se la scelta dei comitati di quartiere diventasse una nuova competizione politica, la città perderebbe l’occasione e l’opportunità di riporre e avere fiducia nella responsabilità di chi intende costruire relazioni positive con i residenti, con le categorie, con le etnie, con il volontariato, con le associazioni, con gli oratori con la cittadinanza attiva, nelle sue più svariate forme, attraverso l’attività di ascolto che si traduce in proposta.
C'è un problema di sicurezza a Cremona? Non si può negare! Così come nessuno può negarne l’esistenza in tutte le città italiane.
Quando nasce un problema e si vuole trovarne la soluzione, prima di agire, la serietà ci impone di rispondere sempre alla domanda: “…. perché?”.
La soluzione deve tener conto del rispetto dei ruoli e delle rispettive funzioni senza sovrapposizione o sostituzione.
I cittadini hanno diritto di essere difesi e la microcriminalità in aumento, a causa del disagio disfunzionale di troppe famiglie, va combattuta con tutti gli strumenti di educazione e formazione a disposizione partendo dalla famiglia, in primis, la scuola, il lavoro, le relazioni e là dove questi presidi non riescono, vanno attivati la rieducazione e la repressione.
Ciò comporta investimenti e risorse, per chi ha il compito di incidere alla radice del problema, attivando la catena educativa e di crescita formativa con progetti e interventi attraverso i naturali presidi sociali territoriali.
I modelli a cui dobbiamo e possiamo fare riferimento ci sono e sono anche quelli di altre città che, magari, hanno avuto esperienze migliori di partecipazione.
E’ interessante e molto aderente agli obiettivi di rigenerazione del centro storico, le domande di bisogni scaturite nell'ultima ricerca promossa dal CERSI sulla accessibilità e vivibilità della nostra città così come viene vista dai giovani e dagli studenti dell'università.
Una ricerca/analisi da cui si può partire per contribuire a costruire tutta “la catena del vivere la città in sicurezza” partendo dall’incentivazione di tutti i percorsi educativi nelle scuole che servono a prevenire l’uso della violenza.
Per aumentare la vivibilità e la sicurezza della città bisogna concentrare gli sforzi sulle azioni che oggi puntano a costruire, incentivare, suggerire la creazione di vivaci centri di aggregazione.
Serve credere nella possibilità di migliorare la città aiutando e suggerendo nuovi modelli di socialità, nuovi modelli di urban life, nuovi modelli dello stare insieme con una visione che punta a far sentire il sapore di un nuovo umanesimo urbano, un nuovo umanesimo sociale che crede nella possibilità di una convivenza responsabile.
Solo partecipando si può contribuire alla rinascita di Cremona.
Adriano Bruneri
-Pensionato
-Libero professionista
-mi occupo di consulenza e formazione nel mondo dell’autotrasporto
-ho lavorato nel mondo dell’artigianato piccole e medie imprese nella CNA, seguendo da vicino il mondo della liuteria cremonese.
-dal 2011 ho diretto per 8 anni l’associazione regionale delle imprese del trasporto merci e della logistica di CNA Lombardia .
-dipingo .