Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 21.07

Chi non contrasta il cambiamento climatico diffonde parassiti che minacciano piante e colture

Nuovo studio Fao dimostra la portata globale di una minaccia per agricoltura e biodiversità

| Scritto da Redazione
Chi non contrasta il cambiamento climatico diffonde parassiti che minacciano piante e colture

«A causa dell’impatto dei cambiamenti climatici, i parassiti delle piante che devastano colture economicamente importanti stanno diventando più distruttivi e rappresentano una minaccia crescente per la sicurezza alimentare e l’ambiente». E’ quanto emerge  dal rapporto “Scientific Review on the Impact of Climate Change on Plant Pests – A global challenge to prevent and mitigate plant pest risks in agriculture, forestry and ecosystems”  pubblicato da un team internazionale di ricercatori  guidato da Maria Lodovica Gullino dell’università di Torino (Italia) per conto del Secretariat of the International Plant Protection Convention, ospitato dalla Fao, e chè è una delle iniziative più importanti dell’International Year of Plant Health che termina questo mese.

Presentando il rapporto, il direttore generale della Fao, QU Dongyu, ha sottolineato che «I risultati chiave di questa revisione dovrebbero allertare tutti noi su come i cambiamenti climatici possono influenzare il modo in cui i parassiti possono diventare infettivi, diffusi e gravi in tutto il mondo. La revisione dimostra chiaramente che l’impatto del cambiamento climatico è una delle maggiori sfide che sta affrontando la comunità fitosanitaria».

La Fao stima che ogni anno fino al 40% della produzione agricola mondiale vada persa a causa dei parassiti. Ogni anno, le malattie delle piante costano all’economia globale oltre 220 miliardi di dollari e gli insetti invasivi almeno 70 miliardi di dollari.

Il rapporto rileva che «Il cambiamento climatico aumenterà il rischio che i parassiti si diffondano negli ecosistemi agricoli e forestali, specialmente nelle regioni artiche, boreali, temperate e subtropicali più fredde. Ad esempio, un singolo inverno insolitamente caldo può essere sufficiente per favorire l’insediamento di parassiti invasivi».

Alcuni parassiti, come la lafigma (Spodoptera frugiperda – fall armyworm) che si nutre di un numero crescente di colture, tra le quali  mais, sorgo, miglio, e i moscerini della frutta tefritidi che danneggiano la frutta e altre colture, si sono già diffusi a causa del clima più caldo. Altri, come le locuste del deserto, il parassita migratorio più distruttivo del mondo, dovrebbero cambiare le loro rotte migratorie e la distribuzione geografica a causa del cambiamento climatico.

La revisione analizza 15 parassiti delle piante che si sono diffusi o potrebbero diffondersi a causa del cambiamento climatico ed evidenzia che «La metà di tutte le malattie delle piante emergenti sono diffuse dai viaggi e dal commercio globali, che sono triplicati in volume nell’ultimo decennio, mentre il clima è il secondo fattore più importante». Il rapporto ricorda che «Una volta che si sono stabiliti in un nuovo territorio, i parassiti sono spesso impossibili da eradicare e la loro gestione richiede tempo e denaro. La dispersione e l’intensità dei parassiti indotte dal cambiamento climatico minacciano la sicurezza alimentare nel suo complesso. I piccoli contadini, le persone i cui mezzi di sussistenza dipendono dalla salute delle piante e coloro che vivono in Paesi afflitti dall’insicurezza alimentare sono particolarmente vulnerabili a questi rischi. I parassiti invasivi sono anche uno dei principali fattori di perdita di biodiversità».

Il rapporto propone una serie di raccomandazioni per mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute delle piante: «Una maggiore cooperazione internazionale è ritenuta essenziale, dato che la gestione efficace dei parassiti delle piante da parte di un agricoltore o di un Paese influisce sul successo degli altri. Altrettanto importanti sono le misure migliorate per limitare la diffusione internazionale dei parassiti attraverso il commercio e i viaggi e gli adeguamenti ai protocolli di protezione delle piante».

Inoltre, la revisione sottolinea  la necessità di ulteriori ricerche sull’impatto del cambiamento climatico sui parassiti e, di conseguenza, sulla salute delle piante, e maggiori investimenti nel rafforzamento dei sistemi e delle strutture fitosanitarie nazionali.

Qu ha ribadito che «Preservare la salute delle piante è fondamentale per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Sostenere la salute delle piante è parte integrante del nostro lavoro verso sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili».

Osservazioni riprese dai tre relatori di alto livello  – Jaana Husu-Kallio del ministero dell’agricoltura e delle foreste della Finlandia. Songowayo Zyambo, del ministero dell’agricoltura dello Zambia, e Francisco Javier Trujillo Arriaga, ex presidente della Commission on Phytosanitary Measures . che hanno accolto con favore la revisione scientifica, descrivendola come «Una guida per una migliore gestione dei cambiamenti climatici e della salute delle piante» e che hanno espresso il sostegno dell’Organizzazione mondiale della sanità e dei loro governi all’International Plant Protection Convention Strategic Framework 2020-2030, che include la valutazione e la gestione degli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute delle piante come uno degli 8 punti dell’agenda di sviluppo che la comunità globale della salute delle piante dovrà affrontare in questo decennio. Finlandia e Zambia hanno svolto un ruolo chiave nell’istituzione e nella promozione International Year of Plant Health e delle sue iniziative.

Per la Fao  «E’ fondamentale rispondere contemporaneamente alle sfide interconnesse del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e del degrado ambientale. Questo include l’attuazione degli International Plant Protection Convention’s (IPPC) international standards for phytosanitary measures  per prevenire l’introduzione e la diffusione di parassiti nocivi delle piante e per preservare la biodiversità».

Il direttore generale della Fao ha concluso: «Siamo pronti a rafforzare la collaborazione con l’Intergovernmental Panel on Climate Change e altri per garantire che le questioni fitosanitarie si riflettano meglio nell’agenda internazionale sui cambiamenti climatici. La Fao continuerà a sostenere i Paesi membri con consulenza tecnica e scientifica, nonché a combattere i parassiti delle piante che rappresentano una minaccia per la sicurezza alimentare globale, come la locusta del deserto e il fall armyworm. Anche se l’International Year of Plant Health sta volgendo al termine, la Fao e i suoi partner continueranno a costruire sulla sua eredità e a sensibilizzare su come la protezione della salute delle piante possa aiutare a porre fine alla fame, ridurre la povertà, proteggere l’ambiente e stimolare lo sviluppo economico».

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