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Comune di Trento, segretata la seduta sui servizi sociali

| Scritto da Redazione
Comune di Trento, segretata la seduta sui servizi sociali

Maffioletti: ricorreremo alle vie legali
Trento. Cosa si nasconde negli armadi della Giunta comunale, quali segreti giacciono? La domanda è lecita, se è vera la notizia che la Giunta e l’Assessorato stanno muovendo mari e monti per impedire la trattazione pubblica della richiesta di rimozione del Dirigente dei servizi sociali di Trento Paolo Frenez.

Secondo alcune indiscrezioni, un documento sulla situazione dei servizi sociali di Trento, chiuso nel cassetto del Consigliere comunale Gabriella Maffioletti, avrebbe dovuto essere reso pubblico in occasione della trattazione della mozione in oggetto. Di qui, a quanto pare, il tentativo da parte della Giunta di secretare la discussione nascondendosi dietro il paravento della privacy: un funzionario pubblico, dirigente dei servizi sociali, retribuito con decine di migliaia di euro, sarebbe una persona privata secondo la Giunta.

Una scusa ridicola, ma il fatto stesso che sia stata presa per buona alimenta i dubbi e gli interrogativi sull'operato dei servizi sociali. E questo sembrerebbe trovare conferma anche nei frenetici tentativi dell’attuale maggioranza di nascondere le pecche del sistema di assistenza sociale del Trentino. Basti pensare all’intervento dell’ex presidente della provincia di Trento Lorenzo Dellai, che ha tacciato le critiche al sistema del welfare come “immotivate o sopra le righe”.

In realtà il Trentino sembra la pecora nera in Italia, con 355 bambini fuori famiglia di cui solo il 33% in affido familiare rispetto, per esempio, al 68% della Sardegna. Nonostante un bambino in casa famiglia ci costi dai 100 ai 400 euro al giorno, solo l’anno scorso ben 31 famiglie affidatarie non sono state accettate, mentre la spesa per le strutture di tutela minorile ammonta a oltre 10 milioni di euro all’anno. Una fetta di torta che fa gola a tutta una pletora di operatori, assistenti sociali, psichiatri, psicologi, consulenti e cooperative del privato sociale che lavorano nel campo della tutela dei minori.

Certamente dei controlli accurati potrebbero vedere una notevole riduzione del numero di bambini sottratti senza motivi gravi o accertati o per valutazioni soggettive questionabili di natura psicologica. Una drastica riduzione delle entrate è, ovviamente, invisa ad una lobby molto potente e influente.

Ma veniamo alla vicenda. La richiesta di rimozione del Dirigente dei servizi sociali sarebbe nata dal tentativo dello stesso di impedire al Consigliere comunale Gabriella Maffioletti di ispezionare direttamente le attività dei Servizi sociali di Trento. Il dott. Frenez avrebbe scritto una nota in cui descriveva le attività ispettive e di vigilanza del Consigliere comunale come una “grave e pericolosa ingerenza” e in cui chiedeva di verificare i “limiti dell’attività di controllo dell’operato dell’Amministrazione”. Un chiaro tentativo di far cessare qualsiasi attività di controllo sull’operato dei suoi servizi sociali. In seguito a questa richiesta, in data 14 settembre 2011 veniva emessa la Determinazione dirigenziale n. 5/19 che affidava al noto luminare forense di Roma avv. Prof. Paolo Stella Richter, un incarico esterno con un esborso molto oneroso in termini economici dalle casse pubbliche. Purtroppo per il dott. Frenez, lo stesso dott. Richter affermava nel suo costoso parere di “non aver rintracciato norme giuridiche o deontologiche risolutive sul punto”. Oltre al danno la beffa.

Ma il consigliere Maffioletti avrebbe rivolto accuse ben più gravi al dott. Frenez che non si limiterebbero al semplice tentativo di impedire i controlli sull’Amministrazione.

 

Finalmente, dopo più di un anno da quei fatti, la mozione verrà discussa in Consiglio comunale. Ed è qui che inizia il giallo. Il Presidente del Consiglio comunale, Renato Pegoretti, ha chiesto inspiegabilmente la trattazione a porte chiuse della vicenda adducendo motivi di privacy. Ovviamente il Consigliere comunale Giorgio Manuali si è opposto e la decisione è stata assegnata alla Conferenza dei capigruppo.

Ed è qui che il giallo si infittisce. Al momento del voto il capogruppo della Lega Nord Vittorio Bridi si alza ed esce dall’aula ed è proprio grazie alla sua astensione che è passata la richiesta di trattazione a porte chiuse, che altrimenti non sarebbe stata accettata. A questo punto, dopo essere stato contattato telefonicamente dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani in merito all’inspiegabile posizione della Lega Nord che, almeno a parole, ha sempre lottato per una riforma dei servizi sociali, il dott. Bridi fa marcia indietro con la seguente nota: “Come comunicato per telefono confermo che nella riunione con i capigruppo, io ho affermato che la decisione spettava alla lista Maffioletti e che se il suo capogruppo Manuali non era d’accordo a segretare la seduta, per me andava bene. Quindi tutti sono rimasti sulle loro posizioni, minoranze contrarie, maggioranza che governa favorevole. Comunque ho chiesto copia del verbale per vedere cosa è stato scritto. Ho ribadito la mia posizione anche successivamente a Manuali e alla Maffioletti”.

Nonostante la precisazione di Bridi, sembra che Pegoretti non abbia alcuna intenzione di permettere la trattazione a porte aperte. Secondo il Consigliere comunale Gabriella Maffioletti questo episodio rappresenta una grave attacco alla democrazia e alla trasparenza: “La mia considerazione della Giunta attuale era già molto bassa ma qui siamo caduti veramente nel ridicolo. Il comportamento della Giunta e del Presidente sono inaccettabili. Mi auguro che ci ripenseranno per il bene della democrazia e per onestà e coerenza verso la cittadinanza.” Il consigliere non ha voluto commentare in merito al presunto documento bomba nel suo cassetto, ma ci sono giunte notizie che in alcune comunità siano iniziati dei ferventi lavori di ristrutturazione, mentre recentemente l’Assessore all'ambiente e mobilità (Michelangelo Marchesi) si sarebbe dimesso dalla sua posizione di Direttore della Cooperativa Progetto 92.

"Assieme al Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus", aggiunge la Maffioletti, "abbiamo iniziato una campagna di sensibilizzazione per informare la cittadinanza di quanto sta succedendo. La trattazione a porte chiuse della vicenda non è solamente un problema di democrazia, perché qui si denunciavano le criticità e irregolarità tollerate o accettate da questo dirigente che potrebbero essere alla base della sofferenza di decine di bambini sottratti alle famiglie senza motivi gravi o accertati. Se passerà la linea oscurantista, molti bambini perderanno la speranza di poter riabbracciare le loro famiglie per vivere un’esistenza felice e dignitosa. Solo dei controlli incisivi e trasparenti sull’operato dell’amministrazione avrebbero permesso di svelare le violazioni nascoste dei diritti umani perpetrate più o meno consapevolmente dal sistema della giustizia minorile trentino. Ci auguriamo che la Giunta e il Presidente se ne rendano conto. Se la seduta verrà tenuta a porte chiuse", conclude la Maffioletti, "non escludiamo il ricorso a vie legali".

Adiantum

Associazione di Associazioni Nazionali per la Tutela dei Minori

2013-08-19

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