Nei giorni scorsi, durante il solito giretto mattutino come dog sitter, ho avuto un infortunio sul lavoro. Su una rampa che permette alle carrozzine di raggiungere agevolmente il marciapiede e viceversa sono scivolato su un letto di foglie molto secco, sono caduto e mi sono rotto il piede sinistro.
Rudy, il mio cane, era felice di essersi liberato di me e scondizolava ai miei richiami senza tornare sui suoi passi. Era ragionevolmente presto e quindi non molta gente era in giro.
Una coppia di giovani, poi riconosciuti come rumeni , sono immediatamente accorsi e con estrema cortesia , mentre io allertavo telefonicamente la moglie per il recupero del cane che vagava felice in quartiere seguendo il noto percorso , loro hanno telefonato al 118 , date tutte le informazioni necessarie in modo tale che l' autoambulanza, nel giro di pochi minuti era sul posto.
L' equipaggio formato da un uomo e due donne prontamente interviene , mi stecca la caviglia ormai gonfia, mi caricano su lettino ed a velocità ragionevole mi portano al pronto soccorso con l' indicazione del codice giallo. Una dottoressa mi fa le domande di rito e mi comunica che se firmo il mio consenso verrò operato il giorno successivo alle ore 14. Dato il consenso ( come facevo a non firmarlo visto il forte dolore ecc.) mi mandano in radiologia, poi in sala gessi per il gambaletto provvisorio ed infine in ortopedia certificando che mi sono con quella caduta rotto due malleoli dei tre disponibili. Insomma. Dopo due ore dall incidente ero nel nel letto totalmente sotto controllo medico.
Li iniziano i prelievi di rito prescritti dal medico e prontamente eseguiti da un gruppo di giovani infermieri. Mi sedano con antidolorifici e con un protocollo preciso mi preparano all intervento del giorno dopo.
La notte passa tra il dormiveglia sentendo i rurori notturni dell'ospedale: il carretto dei medicinali che cigola, le urla e le bestemmie di quello che soffre , i venti del vicino di letto, gli scambi di opinioni degli infermieri su cosa fare ecc.
Finalmente arriva l' ora ed entro in sala operatoria dove, come dettomi dall'anestesista, intervengono con una sedazione parziale.
Essendo sveglio seguo tutto l' intervento, i commenti dei medici le loro battute sulla mia caduta ecc. Dopo un ora sono di nuovo nel letto del reparto .Sempre i giovani infermieri intervengono ed applicano i protocolli del caso previsti . Si alternano i medici per i controlli, il personale ausiliario per l assistenza alla persona ,gli addetti alle pulizie del reparto . Il tutto funziona bene a volta con qualche affanno ma gira . Venticinque infermi nervosi sono sempre tanti da seguire in particolare di notte con due operatori.
Nelle pause parlo con il personale . Tutti hanno una forte motivazione, quel lavoro non lo fai solo per lo stipendio, sempre inadeguato, ma curare , pulire i malati allettatti anche nei momenti più delicati della 'evacuazione ' non e facile. Il reparto seppur pulito non è una profumeria ed ogni persona scalda l'ambiente e lo irrora dei sui odori non sempre gradevoli.
Dopo due giorni assaporo il servizio ristorazione, che l'addetto mi aveva prenotato da un tablet, dalla colazione , al pranzo ed alla cena. Forse perchè avevo fame non era male. Senza sale come si deve ma con una gradita bustina di formaggio grattugiato da mettere sulla pasta e sulle zuppe serali.
Ogni addetto é consapevole del ruolo e dà il massimo per fornire un servizio migliore ed entrare in sintonia con i bisogni del paziente spesso 'impaziente'.
Al sabato e alla domenica i ritmi calano ed il personale in servizio ' respira '. Lascio il reparto con precise indicazioni che mi porteranno nel giro di tre mesi alla completa guarigione, questo è almeno il programma.
Chiudo pertanto facendo prima di tutto complimenti a tutto il personale di ogni ordine e grado. Certo vi sono delle differenze ma il tratto comune e che tutti sono consapevoli del loro ruolo. In particolare i nuovi giovani infermieri sono molto motivati. Quasi tutti italiani ma con accenti diversi; senti i vari dialetti dal siciliano, al toscano, al pugliese, al veneto, al sardo ed al cremonese. Ognuno cerca il suo futuro son disposti a mettersi in gioco e vanno dove trovano il lavoro e fra di loro l'ospedale di Cremona è molto ambito perchè considerato di buon livello
Continuo evidenziando che il modello organizzativo e ben curato nei minimi particolari e funziona direi egregiamente.
Insomma ho toccato con mano la buona sanita', quella che tutti i giorni dà le risposte ai cittadini come me che hanno un infortunio.
Certo qualche intoppo e difetti si possono sempre trovare ma la struttura è solida e dà le risposte che ai cittadini servono.
Al netto delle cose che non funzionano pochi sanno che il nostro sistema sanitario , dopo quello francese, è il secondo al mondo.
Tutto si può migliorare ma i dati di fondo sono solidi, solidissimi anche se le risorse in questi anni sono diminuite.
Una osservazione finale .
Si dice spesso che la presenza dei parenti supplisca ai difetti della struttura. Io non sono d'accordo . La loro eccessiva presenza crea confusione caos ecc.
Che bello sarebbe pranzare e cenare senza di loro , che bello sarebbe vederne in stanza non più di uno alla volta per ospite e che parli a bassa voce.
Lo so sono incontentabile.