Che cosa ha di straordinario il 2023
Per la prima volta dal 2014 – anno di istituzione della Capitale Italiana della Cultura – due città, Bergamo e
Brescia, si fregiano di questo titolo e per la prima volta – grazie ad un emendamento approvato dal Senato
della Repubblica – le due città hanno ottenuto il riconoscimento senza partecipare ad alcun bando di selezione.
Che cosa rende questa storia qualcosa di nuovo da raccontare
Stando alla norma istitutiva della Capitale Italiana della Cultura, l’obiettivo di questa manifestazione è quello
di “promuovere progetti e attività di valorizzazione del patrimonio culturale italiano, sia materiale che
immateriale, attraverso una forma di confronto e di competizione tra le diverse realtà territoriali,
incentivando così la crescita del turismo e dei relativi investimenti” (D. L. 31 maggio 2014, n. 83)
(https://capitalidellacultura.cultura.gov.it/cosa/)
È vero che il titolo è stato conferito alle città di Bergamo e di Brescia al fine di promuovere il rilancio
socioeconomico e culturale dell’area maggiormente colpita dall’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Certamente il 2023 è per Bergamo e Brescia un’occasione di rilancio, di ripartenza e di ripresa, nella quale
“l’azione culturale agisca come catalizzatrice di innovazioni e visioni nei più diversi ambiti della convivenza”.
La nomina a Capitale Italiana della Cultura è “un riconoscimento alla storia delle due città, al loro patrimonio
artistico e culturale – di valore mondiale – e alla loro capacità di rigenerarsi, di proiettarsi fattivamente in un
presente fatto di costruzione, di lavoro, di innovazione, di domani” (dal Dossier di programmazione, p. 8). Ma
non è tutto qui.
Insieme per la cultura che promuove il benessere delle persone.
Ci sono tante declinazioni di questo insieme.
“Bergamo e Brescia si sono riscoperte simili come terre, nuclei urbani appoggiati alla fascia prealpina e
affacciati sulla Bassa padana, caratterizzati da storie antiche di civiltà vicine […] luoghi tanto prossimi da non
aver mai davvero immaginato di dover assumere in modo nuovo un destino comune e che oggi scelgono il
pensiero, innovativo, di crescere insieme” (dal Dossier di programmazione, p. 8).
In un ricco palinsesto di iniziative che interessano i due territori lombardi, Fondazione Cariplo, insieme alle
Fondazioni di Comunità Bergamasca e Bresciana, ha pubblicato un bando dedicato alla Capitale Italiana della
Cultura, che ha portato alla selezione di 92 progetti provenienti dalle comunità di Bergamo e Brescia e riferiti
alle quattro aree tematiche che caratterizzano la Città illuminata: la cultura come cura; la città natura; la città
dei tesori nascosti; la città che inventa.
Progetti rispondenti a requisiti in grado di favorire concretamente la partecipazione dei cittadini, con una
particolare attenzione alle fasce di popolazione con minori opportunità di fruizione culturale e agli abitanti
delle aree del territorio più marginali e geograficamente più distanti dai due comuni capoluogo.
E lo hanno fatto insieme, sulla stessa linea di partenza, con un Comitato di valutazione congiunto, con
rappresentanti delle tre Fondazioni.
Le Fondazioni di comunità rendono Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 un ‘unicum’ rispetto alle
precedenti esperienze.
Fondazione Cariplo insieme a Fondazione della Comunità Bergamasca e Fondazione della Comunità Bresciana
sostengono Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 con lo spirito tipico delle fondazioni comunitarie:
agire, in forte alleanza con le istituzioni e il Terzo settore, per promuovere crescita culturale e sociale,
benessere, sviluppo sostenibile e duraturo per il territorio e le persone che lo vivono.
I contributi economici che vengono erogati dalle Fondazioni di comunità rendono così possibile una
progettualità orientata a questi obiettivi, condivisa e di cui ci si assume parte della responsabilità.
Quella corresponsabilità che, come ribadito in più occasioni da Giovanni Fosti presidente di Fondazione
Cariplo è “creazione di senso”, perché “cultura è creare legami di comunità”.
Le Fondazioni di comunità non sono ‘sponsor’ di eventi o progetti ma partner delle istituzioni locali e del
Terzo settore con i quali co-progettano opportunità di crescita per le comunità, di cui sono un solido
riferimento.
Bergamo e Brescia sono Capitale Italiana della Cultura anche per il loro patrimonio filantropico, di cui le
Fondazioni di comunità rappresentano una solida architettura.
“Bergamo e Brescia sono terre di solidarietà e di cura, testimoniate […] anche dalla densa rete di associazioni,
operatori del volontariato, enti ecclesiastici e soggetti non profit che hanno popolato un terzo settore tra i più
sviluppati e cospicui del paese, articolato sui temi più differenziati, che vanno dalla cura degli anziani, dei
soggetti socialmente più fragili e dei disabili all’attivazione dei quartieri periferici e all’inclusione delle
minoranze etniche e confessionali” (dal Dossier di programmazione, p. 9).
Lo dimostra l’assegnazione, nel 2022, alla città di Bergamo del titolo di prima Capitale Italiana del
Volontariato (titolo assegnato da CSVnet, associazione nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, con
il patrocinio di ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani, alla città che ha saputo valorizzare il contributo
di volontari, associazioni e amministrazioni locali nella costruzione del bene comune).
Lo dicono i progetti selezionati, che sono stati scelti anche per la loro capacità di costruire collaborazione e
alleanze, anche tra enti non appartenenti al Terzo settore e tra le due province di Bergamo e Brescia.
Lo esprimono anche i progetti non selezionati dal bando Capitale della Cultura 2023, cioè quelle 108
candidature provenienti dai due territori che mostrano territori attivi e vivaci, verso cui si cercherà di operare
per la messa in rete delle energie e delle proposte.
Lo dice lo sguardo al “dopo 2023”. Di Bergamo Brescia Capitale della Cultura più di quello che accade
interessa alle Fondazioni di comunità ciò che resta sia in termini di merito (benessere e sviluppo delle persone
e dei territori) che di metodo (la coprogettazione e la costruzione di alleanze per generare opportunità di
crescita ed emancipazione).
Info e contatti:
Bianca Longoni – Ufficio stampa Fondazione Cariplo
biancalongoni@fondazionecariplo.it
Cosa cambia con Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023
Dalla 'competizione tra territori' al 'crescere insieme'
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