L’esposizione, al Museo del Violino, dello Stradivari appartenuto al virtuoso Pablo de Sarasate, permette di rileggere un percorso storico, liutario e musicale lungo trecento anni. Mercoledì 13 novembre, alle 11 e alle 15, due visite guidate, a cura del conservatore Riccardo Angeloni, permetteranno di approfondire queste vicende, avvincenti come un romanzo ma dettagliatamente tracciate grazie a documenti storici e contributi scientifici. La partecipazione è offerta gratuitamente ai visitatori del Museo, inclusa nel biglietto di ingresso.
Il violino, in mostra a Cremona fino al 6 gennaio, è normalmente custodito al Musée de la Musique – Philharmonie de Paris. Prima di accompagnare la carriera folgorante del virtuoso iberico, lo strumento è passato tra le mani del primo grande collezionista di strumenti cremonesi, il conte Cozio di Salabue, e del liutaio suo protetto Giovanni Battista Guadagnini, del grande virtuoso Niccolò Paganini e, poi, del più prolifico liutaio e commerciante francese, Jean Baptiste Vuillaume. Di questi passaggi rimangono le tracce incise nella materia, come la sigla "PG” inscritta da Cozio nella cassetta dei piroli per indicare il modello di riferimento nella prima catalogazione, gli interventi di ammodernamento del manico effettuati da Guadagnini e Vuillaume, l’usura causata dall’intensivo utilizzo da parte del solista durante una lunga carriera internazionale, le riparazioni dei suoi liutai di fiducia Gand & Bernardel.
La rassegna monografica Sarasate, il violino dei virtuosi, a cura di a cura di Jean-Philippe Échard, Riccardo Angeloni e Fausto Cacciatori, è corredata dall’esposizione della forma e di alcuni degli attrezzi e modelli usati per la sua costruzione violino, e dal ritratto del suo primo importante collezionista, che lo acquistò 250 anni fa. Lo strumento è dunque presentato come importante testimonianza materiale non solo dell’opera di Antonio Stradivari, condensata all’interno delle sue caratteristiche e tecniche costruttive, dei materiali, e del design che oggi possiamo ammirare, ma anche di altre importanti parabole, come la nascita del collezionismo in ambito liutario, l’evoluzione del violino stesso, del repertorio musicale in epoca tardo romantica e delle prime incisioni discografiche, della figura e del mestiere del musicista nei secoli.