Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 03.15

(CR) Pianeta Migrante. Una notizia che non interessa ai benpensanti

Solo qualche ritaglio di giornale per il naufragio di 750 persone davanti alle coste greche. Se questo non è razzismo, che nome ha?

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migrante. Una notizia che non interessa ai benpensanti

(CR) Pianeta Migrante. Una notizia che non interessa ai benpensanti

Funerali di stato e tanto clamore per la morte di un italiano ricco e potente; solo qualche ritaglio di giornale per il naufragio di 750 persone davanti alle coste greche. Se questo non è razzismo, che nome ha?

 A un mese e mezzo dalla strage di Cutro, un nuovo bilancio drammatico: 79 morti, centinaia di dispersi, 104 sopravvissuti nel mar Egeo, per il naufragio di un peschereccio partito da Tobruk, in Cirenaica.

Sono partiti in 750 cinque giorni fa, diretti in Italia; naufragati in una baia del Peloponneso occidentale. Ad oggi, i corpi ritrovati sono pochi, e si teme che un gran numero di persone sia rimasto chiuso nella stiva della nave. Sono morti perché non soccorsi, malgrado le continue richieste di aiuto.

Arrivavano da Siria, Pakistan, Egitto, ma anche da altre nazioni.

La rotta dalla Cirenaica è in questo periodo la più affollata. Dal territorio controllato dal generale libico Khalifa Haftar comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), salpano pescherecci malconci e stracarichi di immigrati, da 500 a 700. Direzione Calabria e Sicilia orientale. Dunque, una strage annunciata.

La trafila del mancato soccorso è sempre la stessa: Alarm phone, che raccoglie gli Sos delle imbarcazioni in difficoltà, riceve la richiesta di aiuto e la rilancia. Ma le autorità greche non fanno partire i soccorsi anche se il peschereccio è in area Sar greca, a 46 miglia dalla costa e quindi Atene dovrebbe intervenire.

L’allarme arriva alle autorità italiane da un aereo Frontex, e il Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma avvisa la Guardia costiera greca. La versione di Atene conferma l’avviso ma, risponde che gli immigrati “hanno rifiutato l’assistenza” dichiarando “la volontà di proseguire il viaggio verso l’Italia”. Un evidente tentativo di autodifesa, perché non è la prima volta che la Grecia si rifiuta di effettuare soccorsi. Così, dopo alcune ore, sempre secondo i greci, il peschereccio si ribalta.

Il copione è purtroppo noto: c’è stato uno scaricabarile di responsabilità tra Frontex, Atene e Roma.

Un altro copione ripetitivo, a naufragio avvenuto,  è la ridda di dichiarazioni indignate da parte dei politici europei, ma che restano purtroppo, da sempre, solo dichiarazioni, senza risvolti concreti se non il delegare, a fior di soldi, il controllo delle frontiere alle milizie libiche o alla guardia costiera greca, che spesso respinge in mare i migranti bucando perfino i gommoni e impedendo i salvataggi. Tutte attività criminali, ripetutamente denunciate in sede europea e alle Nazioni Unite.

Siamo ancora molto lontani dalla possibilità che gli Stati membri della Ue si uniscano per creare un corridoio sicuro per quanti sono costretti a scappare, e per mettere in campo un’azione che salvi vite e riduca i viaggi pericolosi.

Manca la volontà degli Stati europei di istituire vie d’accesso legali e sicure per chi cerca protezione in Europa. Purtroppo, non hanno ancora capito o non vogliono capirlo, (per guadagnarsi il consenso elettorale) che il fenomeno migratorio non si può fermare o respingere tout court, ma va gestito con razionalità e lungimiranza, alla luce anche di un rapporto di Banca Mondiale che prevede, entro il 2050, lo spostamento di oltre 200 milioni di persone per l’emergenza climatica.

Come si potrà respingere una simile marea umana?

Prevenire è meglio che curare.

 

 

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