Mercoledì, 15 gennaio 2025 - ore 19.19

(CR) Pianeta Migranti. Una forte testimonianza sugli sfollati di Gaza

Giuditta Brattini ci ha raccontato l’inferno delle popolazioni di Gaza in fuga

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. Una forte testimonianza sugli sfollati di Gaza

(CR) Pianeta Migranti. Una forte testimonianza sugli sfollati di Gaza

Giuditta Brattini ci ha raccontato l’inferno delle popolazioni di Gaza in fuga

 Cooperante volontaria da 20 anni in Palestina, ha lavorato in progetti sanitari e riabilitativi nella Striscia di Gaza, con particolare attenzione ai bambini affetti da disabilità causata da guerra o da altri motivi. Attualmente, sta seguendo per l’associazione Fonti di Pace lo sviluppo di un progetto di Emergenza sanitaria a favore bambini e adolescenti feriti, in collaborazione con l’ospedale el Nasser di Khan Yunis, un team del Palestinian Medical Relief Society.

E’ intervenuta il 30 novembre al Centro Pastorale nell’incontro “Dalla parte delle vittime di Gaza e del Medio Oriente...Basta uccidere innocenti”. Appuntamento partecipato e toccante per il racconto diretto di Brattini, supportato da alcuni video a dir poco strazianti, sui bambini colpiti dai bombardamenti in casa o in fuga lungo la strada.

La prassi dell’esercito israeliano infatti (IDF) è di avvisare i residenti di un caseggiato o palazzo di evacuare le abitazioni entro 10 minuti;  dopo di che l’edificio viene distrutto. Se qualcuno, colto dal panico, si attarda nel cercare le poche cose da prendere con sé, resta sotto i bombardamenti. Ma non è finita qui: le bombe raggiungono gli sfollati anche per strada e muoiono lungo il cammino, come ha mostrato una ripresa video.

Le ambulanze cercano di caricare al meglio i feriti ammucchiandoli nell’abitacolo, raccogliendo  anche gli arti staccati, nella speranza di arrivare in qualche ospedale o servizio sanitario rimasto ancora in piedi. E qui, la situazione è a dir poco allucinante e disperata: i feriti vengono scaricati per terra, non ci sono letti, attrezzatture, farmaci, corrente, acqua… per via del blocco degli aiuti imposto da Israele. C’è carenza di medici e infermieri perché tanti sono morti nei bombardamenti; non c’è anestesia e si amputano arti senza sedazione, anche a neonati. “A una ragazzina, in un pronto soccorso affollato, ha raccontato Brattini- suturavano la ferita alla testa. Quando ha visto che la stavo riprendendo, si è messa la mano sulla bocca per non far sentire i gemiti del dolore”.

Secondo Brattini “alcuni feriti presentano nette e orribili amputazioni dovute all’uso dei missili R9X Hellfire, un’arma americana munita di lame rotanti che vengono scagliate al momento dell’esplosione. Tutto ciò è contrario al diritto umanitario internazionale e non rispetta il Protocollo III della Convenzione di Ginevra del 1980 che vieta gli  attacchi indiscriminati contro i civili, come fa Israele e l’uso di bombe proibite”.

Impressionante è la condizione dei bambini che arrivano con ustioni estese a quasi tutto il corpo. Un sussulto di forte commozione ha scosso il pubblico davanti alle crude immagini di bambini feriti e agonizzanti sul pavimento… Ma, al di là delle lacrime che possono suscitare, occorre chiedersi come è possibile tollerare e far passare nel silenzio questo sterminio da parte di governi, anche europei, che a parole condannano i massacri ma poi danno le armi ad Israele (l’Italia è tra questi), o si sono astenuti davanti alle risoluzioni Onu che chiedevano una tregua immediata e la restituzione degli ostaggi israeliani. E l’Italia si è astenuta.

Non possiamo però scaricare le responsabilità solo sui politici che sono stati messi lì dai  cittadini, anche da quelli che -non votando- hanno, indirettamente, lasciato decidere ai cittadini che hanno votato. Abbiamo bisogno che la politica, i media, la società civile, tutti iniseme dicano BASTA UCCIDERE INNOCENTI!

Davanti agli orrori in atto che colpiscono soprattutto donne e bambini e che alcune importanti istituzioni internazionali paragonano a un “genocidio”, ogni cittadino ha il dovere di interpellare e fare pressione sulle forze politiche perché garantiscano il rispetto dei diritti umani. Sono infatti proprio i cittadini e le persone i titolari giuridici dei diritti umani che, come insegnava il prof. Papisca, studioso di relazioni internazionali, sono diritti connaturati ad ogni persona che viene al mondo e che nessun stato o governo può permettersi di soffocare o eliminare, a qualsiasi latitudine. Riflettiamo a fondo su questo e assumiamoci le nostre responsabilità. Il 10 dicembre sarà la giornata internazionale dei diritti umani e la società civile per la pace scenderà in piazza con un appello corale per chiedere il cessate il fuoco, l’accesso agli aiuti umanitari, il rispetto del diritto internazionale e stop all’invio di armi a Gaza.

 

 

 

 

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