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Crema Foibe Giorno del Ricordo. Il discorso del Sindaco Stefania Bonaldi

La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale

| Scritto da Redazione
Crema Foibe Giorno del Ricordo. Il discorso del Sindaco Stefania Bonaldi Crema Foibe Giorno del Ricordo. Il discorso del Sindaco Stefania Bonaldi

Buon giorno a tutti, con legge dell’anno 2004 “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Queste parole, che rileggo ogni anno in questa occasione, suscitano in me un sentimento di emozione, ma soprattutto di orgoglio. Orgoglio per il nostro Paese che finalmente, esattamente 12 anni fa, superando imbarazzi, ipocrisie, eccessi ideologici, è riuscito a fare la pace con se stesso, perché non si può essere una Nazione se non si incorpora nella propria vita e nella propria memoria ogni figlio che subisce un’ingiustizia, quale che siano le sue convinzioni politiche e religiose.

Oggi sono orgogliosa del mio Paese e anche della Politica del mio Paese, che troppe volte sembra deluderci, ma non in quella occasione. L’istituzione della Giornata del Ricordo rappresenta uno di quei momenti in cui si comprende fino in fondo il privilegio di essere compresi all’interno di una Democrazia parlamentare, che in quanto tale dev’essere monumento alla diversità e nel contempo all’uguaglianza, l’uguaglianza dei diritti, e la Memoria è un diritto di enorme valore. Ciò che non è ricordato muore per sempre e insieme ad esso muore la possibilità di apprendere. Una vera sciagura, l’oblio.     

Proprio perché vogliamo ostinatamente ricordare, il prossimo 23 febbraio saremo tra gli studenti, con un convegno nell’ambito del percorso “Essere cittadini Europei”, che oramai ci tiene compagnia da quattro anni. Non è un convegno rituale, ma un modo per dare senso, cioè vita, alle ricorrenze, affinché si stampino valori veri nel Dna dei ragazzi di oggi.

La Giornata del Ricordo non è la giornata di un popolo indistinto, ma è prima di tutto la giornata di ogni singola donna e ogni singolo uomo, di ogni singolo anziano, ogni singolo bambino, tutti sacrificati a un equivoco realismo politico, alla diplomazia internazionale, alle questioni del confine orientale, alle pesanti eredità della occupazione fascista in quelle aree, alla brutalità poi del comunismo nazionalista di Tito. Una congiura del silenzio e dell’oblio. A quella immane tragedia non possiamo guardare in modo sociologico, facendo memoria solo dei numeri, ma dobbiamo sforzarci di identificarci nel dolore di chi perse la vita, ricordare che si trattò di persone come noi, come i nostri figli. Dovremmo chiudere gli occhi solo per un minuto e immaginare che si tratta dei nostri affetti, delle nostre famiglie.  Non possiamo guardare senza vergogna a quella follia, neppure noi che siamo nati dopo quell’eccidio e ci illudiamo di esservi estranei, perché ogni volta che discriminiamo solo uno dei nostri simili ci associamo ai boia di allora, anche quando si tratta di privarli di diritti elementari. Temi che bussano alla nostra porta anche in questi giorni.

L’Europa fu lo scenario di quella pagina senza dignità, ed è alla nostra Patria sovrannazionale che oggi dobbiamo guardare insieme ai nostri giovani per trovare nuove fratellanze, per questo siamo così ansiosi di parlare loro di Europa e di aperture, per questo siamo così convinti di questo sforzo. Vogliamo estirpare dai loro cuori l’idea che ci si possa salvare da soli, l’idea che camminando sulle vite dei propri simili si possano raggiungere traguardi rispettabili. Vogliamo che imparino a sentirsi cittadini europei e del mondo, sentendo ogni uomo come fratello e battendosi perché a ciascuno sia dato di coltivare i propri sogni, esercitare i propri diritti, vivere i propri sentimenti come crede, purché nel rispetto dei propri simili. I nazionalismi, di qualunque matrice essi siano, sono figli di pedagogie sbagliate, noi genitori dobbiamo ricordarlo, anche oltre ricorrenze come questa, sono figli di egoismi che diventano sistema e che, alimentati da leader senza scrupoli, annientano uomini e democrazie.

Proprio perché convinti della sua funzione di deterrenza ai nazionalismi, noi cremaschi crediamo nell’Europa, da sempre. C’eravamo già ai suoi primi vagiti col nostro grande concittadino Lodovico Benvenuti, che fece parte della Costituente, fu Parlamentare per diverse legislature e sottosegretario agli Affari Esteri, ma soprattutto entrò nella prima delegazione italiana all'Assemblea consultiva del Consiglio d'Europa e alla Commissione che preparò i primi progetti dell’Unione. L’Europa è un regalo ai nostri ragazzi, anche ai discendenti dei fratelli che oggi ricordiamo. A loro, a tutti loro, il compito di fermare chiunque voglia rendere vano quel sacrificio.

Stefania Bonaldi Sindaco di Crema

 

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