Cremona AUSER La 2° dispensa del corso ‘dialettologia’ su Dante | A.Melega
Continua il I corso di dialettologia d’arte per il 2021/2022 che sarà imperniato sulla Divina Commedia di Dante Alighieri, tradotta in vernacolo cremonese.
Ecco il testo della seconda dispensa usata durante il corso di dialettologia d'arte, mirato all'approfondimento dei canti della Divina Commedia tradotti in dialetto cremonese da parte di Sergio Marelli e Camillo Roverselli.
SINTESI DEI PRIMI QUATTRO CANTI
Con la lettura dei primi quattro canti dell’Inferno, possiamo dire di esserci già resi conto, usando le parole del critico Enrico Malato, come “la fabula dell’opera dantesca sia semplice e lineare nel suo svolgimento, nonostante la varietà di colori, di toni, di situazioni, di immagini che la anima. E’ storia di un uomo, Dante, che a un certo punto della sua vita, corrispondente al momento centrale della parabola umana, tradizionalmente fissata in settant’anni, acquista all’improvviso coscienza di essersi smarrito nella selva del peccato”
Ed il medesimo critico scrive più oltre che già in questo avvio dell’opera “viene sottilmente insinuata la valenza emblematica di quella esperienza: nella storia delle vicende umane di Dante si riassume la storia di tutti gli uomini, lo smarrimento del poeta è quello dell’umanità intera, ugualmente disorientata e smarrita nel difficile cammino che conduce alla giustizia e alla pace sulla terra, alla visione di Dio e alla beatitudine celeste nella vita ultraterrena”
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