Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 15.41

Cremona Cambiare l’Italicum, subito non dopo il referendum non basta modificarlo !

E’ questo il messaggio che è stato lanciata nella conferenza stampa di Paolo Bodini, Anna Grimaldi, Marco Pezzoni che hanno presentato le proposte e le riflessioni delle minoranze del Partito Democratico di Cremona

| Scritto da Redazione
Cremona Cambiare l’Italicum, subito non dopo il referendum non basta modificarlo !

La minoranza PD chiede che la legge elettorale debba essere cambiata subito, prima del referendum e non dopo. Cambiarla non significa ‘ fare delle correzioni’ ma modificarne l’asse . Un Mattarellun 2.0  ovvero una nuova legge per avvicinare gli eletti agli elettori e favorire la Governabilità senza deformare la Rappresentanza

Ecco le proposte presentate da Bodini,Pezzoni,Grimaldi.

1) Sono molte le ragioni che consigliano anzi imporrebbero di cambiare la legge elettorale Italicum prima del referendum costituzionale del 4 dicembre:

a) la prima ragione è il rispetto dei cittadini italiani che hanno diritto di sapere prima del referendum del 4 dicembre 2016 con quale nuova legge elettorale voteranno alle prossime elezioni politiche per poter meglio valutare la stessa revisione costituzionale, liberata dal combinato disposto con l’Italicum,  nella sua specificità e portata.

b) la seconda ragione è che la Legge elettorale Italicum presenta profili di incostituzionalità in parte simili a quelli già individuati dalla Corte Costituzionale con la sentenza contro il Porcellum , la legge elettorale precedente. Se al contrario la Corte Costituzionale ritenesse l’Italicum accettabile sul piano costituzionale, sarebbe opportuno e doveroso rassicurare l’elettorato italiano con un pronunciamento pubblico il prossimo 4 ottobre. Un rinvio della sentenza a dopo il referendum significherebbe che la Corte si sta orientando a darne un giudizio negativo, ma che non vuole con questo influenzare la campagna referendaria.

c) le migliori leggi elettorali sono quelle concordate dalle diverse forze politiche in assenza di certezze sul proprio futuro, quando cioè nessuno ha in mano la vittoria e si è attenti ai possibili ruoli di tutti i concorrenti, siano destinati ad essere maggioranza oppure opposizione.  Da questo punto di vista bisogna utilizzare al meglio i due mesi che precedono il referendum.

d) la maggioranza delle forze politiche presenti in Parlamento si dice interessata adesso a cambiare o modificare l’Italicum. Vanno messe alla prova subito . Se l’accordo sulla Legge elettorale che deve sostituire l’Italicum  verrà rinviato a dopo il referendum, sarà il vincitore del referendum, chiunque sia, a  dettarne le condizioni. 

e)  se vince il Sì, cambiare l’Italicum sarà facoltativo. Se vince il No, cambiare l’Italicum sarà obbigatorio anche perchè andrà varata una legge elettorale per il Senato che rimarrebbe elettivo. 

2) La Legge elettorale è una legge ordinaria, ma non per questo ha poca rilevanza nella vita democratica di un Paese visto che è chiamata a rendere effettivi i principi di sovranità popolare, di libertà ed uguaglianza del voto dei cittadini, di rappresentatività e di pluralismo.

Una buona Legge elettorale dovrebbe saper mettere in equilibrio l’esigenza della governabilità con l’esigenza della rappresentanza.  Così come una Legge elettorale non può ridursi a espedienti tecnici per maggiorare la minoranza elettorale più grande, ma deve riferirsi a modelli politici democratici che aumentino i poteri e le responsabilità dei cittadini e dei loro rappresentanti.

Per questo noi critichiamo e respingiamo i modelli tecnocratici e dirigistici che finiscono per conservare la natura oligarchica dei poteri e degli interessi più forti, preferiamo e sosteniamo il modello pluralistico continentale delle democrazie europee, dove le alleanze e i programmi di governo vengono concordati dalla Politica e in sede parlamentare e non decisi da una tecnica elettorale.

In questo quadro ribadiamo la nostra secca opzione per la democrazia dell’alternanza, la nostra chiara  preferenza per le alleanze di centrosinistra dal livello locale a quello nazionale ed europeo, ci dichiariamo  contro il consociativismo, palese o nascosto, e contro quelle alleanze anomale con parti del centrodestra che rischiano di diventare permanenti dopo il referendum del 4 dicembre e trasformare il PD in partito neomoderato.

3) Il Mattarellum 2.0 depositato da 21 senatori del Pd è un contributo serio in questa direzione. Per smuovere le acque, per indicare una direzione, per avviare un confronto. Ci sono altre proposte, alcune di semplice modifica dell’ Italicum. Non vanno bene, perchè insistono in una direzione sbagliata. Ci sono poi proposte alternative come quella del M5S. Ci sono infine semplici opinioni come quella di Matteo Orfini, Presidente del PD, che caldeggia il modello greco e ci sono inviti autorevoli a trovare una convergenza sulla legge elettorale che sostituisca l’Italicum avanzata addirittura da Giorgio Napolitano.

Il Governo non si limiti a guardare compiaciuto alla varietà di posizioni, non si limiti ad un ordine del giorno dove esprime una generica disponibilità ad una nuova Legge elettorale. Assuma una iniziativa e indichi una direzione. La minoranza del PD si è assunta questa responsabilità. 

In allegato una scheda sul  Mattarellum 2.0 

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