Infatti sull’Italicum dichiara ‘ che se ci sono i numeri in parlamento si può anche cambiare’
Sul Referendum Costituzionale invece dice ‘ sullo spacchettamento del referendum decidono le Corti, se vince il No sarà difficile cambiare da qui a un decennio. Da De Benedetti spunti interessanti’.
Insomma sembra un Renzi più morbido o meglio più in difficoltà dopo il voto delle amministrative del giugno scorso.
Io ritengo però che siano aperture di forma e non di sostanza. Al premier non piace la parola ‘autocritica’ e quindi è quasi impossibile che assuma un’iniziativa sull’Italicum che da mesi gli viene proposta dalla sinistra Pd e da altre parti del parlamento. Tantè che il capogruppo del PD alla camera ha subito dichiarato che dell’Italicum si parlerà dopo il Referendum.
E nemmeno sul Referendum Costituzionale ammetterà il suo gravissimo errore della personalizzazione che ha coalizzato tutti contro di lui non riuscendo così a parlarne nel merito.
Una via di uscita potrebbe essere lo spacchettamento del voto in 3-4 quesiti- come dicono alcuni autorevoli giornali e costituzionalisti- ma questa decisione non è nella mani del governo ma delle Corti di Cassazione e della Corte Costituzionale che fra l’altro si pronuncerà sull’Italicum il 4 di ottobre.
Una stagione, quella del governo Renzi, che partita in quarta per divenire la fase politica costituente del secolo che rischia di infrangersi essenzialmente per suoi errori politici e comunicativi con la possibilità che il Partito Democratico possa essere travolto.
Per il nuovo governo-sempre leggendo i giornali- il nuovo premier sarebbe già stato individuato . Infatti Mattarella avrebbe ricordato a Renzi che le Camere le scioglie lui e non il governo.
Non sono mai stato per il tanto peggio tanto meglio e quindi spero che la barca si possa ancora raddrizzare. Ma questo dipende al 90% dallo stesso Renzi che dovrebbe imparare a mediare o come gli hanno detto in direzione del Pd ‘ad essere più umile’. Ci riuscirà?