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Cremona Congresso Cittadino PD: documento candidatura unitaria di Roberto Galletti

NOI CI SIAMO, IL PD È PRONTO di Roberto Galletti

| Scritto da Redazione
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Cremona Congresso Cittadino PD: documento candidatura unitaria di Roberto  Galletti

Il congresso cittadino, si terrà nella giornata di sabato 25 novembre 2023 con seggi aperti dalle ore 09,00 alle 17,00 presso la sede PD di Cremona

 Il candidato unitario Roberto Galletti ha inviato a tutti gli iscritti Pd della città di Cremona  il suo documento programmatico di candidatura che presenterà nei circoli la seconda quindicina di novembre.

Inoltre sarà possibile sottoscrivere la candidatura da lunedì 6 a sabato 18 novembre 2023 presso la Federazione PD (Via Ippocastani 2) negli orari di apertura degli uffici.

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Agli iscritti PD - Città di Cremona

NOI CI SIAMO, IL PD È PRONTO  di Roberto Galletti

DOCUMENTO PROGRAMMATICO UNITARIO

 Persone che si sentono soggetto politico collettivo e come tale vogliono guardare al futuro di Cremona e della Lombardia: ecco cos’è il Partito Democratico.

Abbiamo radici di cui siamo certamente orgogliosi: sappiamo stare insieme, ma soprattutto dobbiamo stare insieme, perché solo così le idee possono trasformarsi in percorsi e i traguardi divenire un’ambizione possibile.

Ciò che differenzia il PD dalle altre formazioni politiche è, infatti, il suo essere un “partito-comunità” composto da soggettività con diverse sensibilità e competenze. Ciò comprende un ampio spettro di attori tra cui amministratori, dirigenti e iscritti che svolgono al suo interno un ruolo spiccatamente attivo.

Il PD non è ancora il partito “nuovo” che era nell’immaginario collettivo al momento della sua costituzione; anche se non può certamente definirsi un partito incompiuto. Per raggiungere tale ideale è auspicabile, oggi, muoversi verso la sperimentazione di forme nuove di partecipazione in grado di valorizzare ed incrementare il nostro grande patrimonio umano.

La consapevolezza di aver instaurato dinamiche virtuose in circostanze internazionali e nazionali di straordinaria gravità non può esimerci dal considerare, nel panorama interno del partito, l’esistenza di forti criticità. La frammentazione del centrosinistra italiano ha già, nel recente passato, provocato molte sconfitte alle forze democratiche italiane. Il PD ha svelato il suo “ventre molle” nel veicolare un messaggio di unione che non trovava seguito da parte degli stessi membri, generando un cortocircuito tra parola e azione.

Per recuperare la fiducia degli elettori bisogna saper agire con trasparenza e coerenza, anzitutto a livello pragmatico, attuando politiche inclusive mosse e sostenute da spirito unitario.

Lo scenario futuro non è esente da difficoltà: la crescente crisi democratica e dei “corpi intermedi”, che si manifesta anche attraverso la disaffezione al voto, la solitudine in cui vivono ampi settori della società italiana e la sempre più aggressiva deriva populista ne sono i testimoni.

Lavoriamo per realizzare una forza di ispirazione riformista e socialista in grado di contrastare le disuguaglianze, l’attacco ai diritti sociali e civili, la retorica e la pratica autoritaria.

Siamo, e sempre più vogliamo essere, una risorsa in grado di proporre soluzioni a tutela delle fasce più deboli e delle generazioni future e attorno ad esse mobilitare le forze sociali e l’opinione pubblica: è proprio del PD la responsabilità maggiore nella costruzione di un rinnovato centrosinistra.

Bisogna lavorare nell’ottica di favorire nuove aggregazioni e allo stesso tempo consolidare quei processi di impegno civico che hanno dimostrato, proprio con l’esperienza cremonese di tutte le liste civiche a sostegno di Gianluca Galimberti, la loro vitalità e capacità di espandere il centrosinistra oltre i suoi tradizionali confini.

Il Partito Democratico deve assumere oggi, con maggiore determinazione, la consapevolezza che la crisi ha lasciato tracce profonde che forse, sinora, abbiamo sottovalutato. Cremona ed il suo territorio rischiano di essere attraversati da sofferenze reali e persistenti: per questo si ripropone con forza la modernità dell’organizzazione  “partito” quale pro-motore politico e culturale di un tangibile progresso della società. Si tratta di un costrutto di idee che sono già, in parte, state attuate (primarie e strumenti di comunicazione) ma che necessitano di ulteriori avanzamenti e sperimentazioni.

Tuttavia, c’è la consapevolezza che nessuno strumento potrà mai sostituire l’essenza dell’attivismo politico che si manifesta con passione, impegno, cultura e organizzazione. Senza tutto questo non vi è partito.

In egual modo, in assenza dell’impegno quotidiano delle donne e degli uomini del PD e dei Giovani Democratici, non può esistere il PD. Essi sono, e sempre più dovranno essere, protagonisti del cambiamento del PD e nel PD.

Abbiamo bisogno di evolvere anche per dare la dovuta e legittima responsabilità ad una nuova generazione di dirigenti, molti dei quali sono già oggi protagonisti nel partito e che devono interfacciarsi con nuove sfide.

Cambiare non significa eliminare il ricco bagaglio di esperienze che hanno dato forma e vitalità al partito e che ne costituiscono la memoria collettiva.

In un momento in cui spirano forti i venti del populismo, è invece necessario ripartire dalla parola “popolo”. I partiti di massa del ‘900 avevano radici popolari, erano forze che muovevano anche emotivamente le masse. La solida classe dirigente che li guidava non era scollata dalla classe lavoratrice e dagli strati sociali più emarginati. Oggi, invece, il nostro partito, che è il più autorevole erede dei partiti di massa del ‘900, rischia di apparire come una forza elitaria.

Noi vogliamo un partito che sia vicino alle persone, non ne ignori le fatiche, non ne sottovaluti le paure e non ne disprezzi i bisogni. L’essenza di un partito sta proprio nel veicolare le istanze dei cittadini, elaborare mediazioni politiche ed indicare una strada, una direzione, per l’interesse generale, creando le condizioni per concretizzare le proposte tramite la selezione della classe dirigente e la sintesi tra le tensioni della società e gli strumenti della politica.

Anche a livello locale urge interrogarci su come rendere nuovamente attraente il nostro partito per ridestare la passione civile di chi vi si impegna. Perché un volontario frequenta e partecipa ad un’associazione? Perché ne riceve gratificazione e senso. Dovremmo poter dire lo stesso per i nostri iscritti ed elettori.

Sentirsi riconosciuti per il lavoro svolto o per le idee condivise; percepirsi parte di un gruppo guidato da alcuni chiari valori fondanti, che rappresentano i connotati di un’identità comune, che determinano l’appartenenza ad una comunità.

I circoli sono davvero luoghi dove le persone incontrano il Partito? Fungono da collettori dei bisogni dei cittadini, delle loro proposte? Possono essere un riferimento per i cittadini? Perché non partire da queste domande?

Sicuramente le forme e le regole che ci diamo per organizzare la nostra comunità sono importanti. Periodicamente, infatti, in vista dei congressi, ritorna nel PD il dibattito sulla “forma partito”. La questione è sempre più urgente: riguarda la crescente difficoltà di organizzare la partecipazione nei partiti ed il PD non ne è esente nonostante sia l’unico che può ancora vantare una presenza organizzata di attivisti e simpatizzanti.

La società liquida sta divenendo oramai gassosa e si assiste ad un repentino ed inesorabile cambio di opinioni e valori ad un ritmo impressionante. Ciò conduce allo sfaldamento dei legami sociali, dei tradizionali corpi intermedi e rivela una crescente crisi delle procedure democratiche.

In un mondo globalizzato che corre più veloce della politica si genera, da un lato, una forte domanda di protezione e dall’altro si acuisce la sfiducia nei confronti di una classe dirigente sempre meno attenta alle esigenze dei cittadini. A causa di questi fattori si è assistito, negli anni, ad una drastica riduzione delle iscrizioni e della partecipazione, disincentivata anche dalla mancanza di stimoli da parte di realtà troppo piccole o con scarso ricambio interno.

L ’esigenza di tornare ad essere anche presidio territoriale in grado di dialogare con la cittadinanza ed intercettarne i bisogni emergenti  deve, però, fare i conti con le difficoltà finanziarie e organizzative: sarà necessario pensare a nuove modalità di partecipazione non limitate al tesseramento.

Come? Organizzando e riscoprendo presenze sui territori meno ingessate, rilanciando campagne tematiche di mobilitazione (magari mutuando le buone pratiche dell’associazionismo, specie per la raccolta fondi), confrontandosi con le altre realtà sociali organizzate, dando forme di riconoscimento a chi offre gratuitamente tempo e competenze, riorganizzando la nostra presenza laddove si articola una parte crescente del dibattito pubblico e si forma opinione: il web.

Serve inoltre sviluppare una rete tra i Circoli, compreso il circondario, e promuoverne l’informatizzazione in modo da condividere progetti di ricerca, campagne di comunicazione, buone prassi, informazioni, comunità di pratiche, scambi di esperienze.

La funzione di un partito è anche pedagogica: si vuole offrire ai propri iscritti ed elettori occasioni di crescita ed approfondimento della cultura politica di appartenenza e gli strumenti necessari per governare le istituzioni. Ciò vale ancora di più per un partito a vocazione riformista, teso ad avviare e coltivare nel tempo processi di cambiamento reali nella società.

Per questo è nostra intenzione proporre una conferenza organizzativa della città e del circondario cremonese per valutare nuove forme di organizzazione sul territorio.

Si devono inoltre incoraggiare forme di partnership e collaborazione con i Giovani Democratici al fine di coinvolgere, in modo mirato, le fasce d’età più giovani strutturando percorsi su misura alternati a momenti di contaminazione tra le generazioni.

Il cuore del successo di queste iniziative sarà dettato dall’investimento politico sui giovani, dalla freschezza delle motivazioni, dalla capacità aggregativa e dal rigore della progettazione. Questo perché ogni iniziativa di formazione è innanzitutto un “progetto” che mette in gioco obiettivi, risorse, stakeholders, beneficiari, cronoprogrammi.

Il Partito Democratico può vantare, al suo fianco, una risorsa importante che, soprattutto in questi tempi di grande sfiducia nei confronti delle istituzioni e di costante riduzione della partecipazione politica, dobbiamo saper valorizzare: i Giovani Democratici. La giovanile del partito, nel nostro territorio, rappresenta un tassello fondamentale per coinvolgere le nuove generazioni e dare un futuro alle proposte, valori e idee. In questo senso è importante coinvolgere i GD nell’azione politica del partito, innanzitutto confrontandosi con loro su tutte le politiche, certamente sui temi di chiara vocazione generazionale (istruzione, lavoro, diritti ecc.).

Ma le soggettività che mancano non sono solo quelle giovani, crediamo nella necessità e nell’urgenza di includere nel percorso di partecipazione democratica anche i migranti e i cittadini immigrati. Nell’attuale contesto internazionale lacerato da conflitti sempre più estesi e cruenti, in un contesto nazionale sempre più marcatamente razzista, noi non possiamo ignorare che un percorso di pace e pacificazione passa anche attraverso l’accoglienza nella vita e nella dialettica democratica e istituzionale dei cittadini stranieri che qui vivono –per scelta o necessità –lavorano, studiano, pagano le tasse oppure che sono qui in transito o bloccati da leggi che purtroppo anche non abbiamo ancora avuto sufficiente coraggio di contrastare.

Collaborare condividendo obiettivi e responsabilità con altre e nuove soggettività non potrà che migliorare la nostra azione politica, garantendoci un ponte saldo con la società presente e futura.

 LA CITTA’

Grazie alla relazione con liste e movimenti civici che il nostro Partito e i suoi rappresentanti hanno saputo costruire, il PD governa la Città in nome di un’appartenenza politica consolidata e della ricerca di un radicamento vero, concreto e determinato dei nostri amministratori locali.

L’ Amministrazione, che sta concludendo il proprio percorso a Cremona, ha contribuito al cambiamento della città costruendo traiettorie di sviluppo realizzando processi di trasformazione di interi comparti della città anche grazie ai bandi ottenuti dal PNRR e azioni di governance volte al rafforzamento delle filiere produttive che rappresentano le eccellenze del territorio. Stiamo parlando delle filiere dell’agroalimentare, ma anche di nuove strutture per le politiche della casa, nuovi poli dell’infanzia, nuovi spazi della cultura, della promozione turistica e culturale, della formazione e della ricerca.

Determinante è stato il contributo del privato nello sviluppo delle filiere musicale e universitaria. Cremona si sta caratterizzando sempre più come “città universitaria”. Tutto ciò richiede una migliore dotazione infrastrutturale, in particolare nel campo dei trasporti. E un sostegno agli investimenti sull’innovazione, sia in campo ambientale dove è strategica la sfida delle energie rinnovabili, sia nei processi produttivi, sia nei servizi.

Partiamo dunque da una solida base di azioni strettamente connesse all’immediato futuro, consci del fatto che una città come la nostra dovrà sempre di più affrontare l’invecchiamento della popolazione con un approccio di cambiamento da un lato e di solidarietà intergenerazionale dall’altro. Ciò concerne il porre costantemente l’attenzione, ad esempio, sulle opportunità che le professioni di cura e i servizi di natura sociale e sociosanitaria possono offrire in termini di lavoro e di formazione per i giovani. Ma non solo, non è possibile pensare che le aspirazioni e i talenti dei giovani siano piegate unicamente alle necessità intraviste dalle generazioni precedenti o dai processi produttivi contemporanei. È necessario prestare ascolto e lasciare spazio a loro affinché possano esprimere quelle che saranno le opportunità per loro.

Se la città aspira a costruire nuove opportunità e cogliere nuove sfide, se vuole essere attrattiva e accogliente è necessario che la città non solo si adoperi ad ottenere le infrastrutture necessarie per collegarsi al resto della regione e del Paese, ad essere culturalmente più vivace e stimolante, a mantenere  servizi di welfare adeguati, ma dovrà altresì prestare sempre più attenzione alla cura di sé, dei propri spazi e della propria aria.

Il percorso che ci condurrà al rinnovo dell’Amministrazione cittadina dovrà vederci impegnati in un lavoro di approfondimento sia dei risultati raggiunti ma anche delle criticità emerse e delle prospettive aperte che richiedono nuove forme di ascolto e condivisione. Perciò serve un protagonismo più attivo del PD nella comunità cremonese e nel governo della città. Una buona performance di governo richiede questo apporto di relazioni e di idee.

L’obiettivo di un progetto di città da costruire insieme alla coalizione vede la realizzazione di un nuovo patto con i cittadini che possa basarsi su un rinnovato slancio e nuove energie.

NOI CI SIAMO, IL PD E’ PRONTO.

 

Cremona 3 novembre 2023

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