Sabato, 20 aprile 2024 - ore 10.20

Cremona Ghelfi e Ruggeri (Art.Uno -in lista PD) Per Cremona e il PO - Cruciale la bonifica dell’area Tamoil

Cremona in passato è stata capitale del Po per la sua posizione al centro del corso del fiume e per la sua capacità commerciale. Oggi i tempi sono cambiati ma Cremona può aspirare ad un altro tipo di centralità: quella di avere a cuore la salvaguardia e il futuro del fiume più di qualsiasi altro.

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Cremona Ghelfi e Ruggeri (Art.Uno -in lista PD) Per Cremona e il PO - Cruciale la bonifica dell’area Tamoil

Cremona Ghelfi e Ruggeri (Art.Uno -in lista PD) Per Cremona e il PO - Cruciale la bonifica dell’area Tamoil

Cremona in passato è stata capitale del Po per la sua posizione al centro del corso del fiume e per la sua capacità commerciale. Oggi i tempi sono cambiati ma Cremona può aspirare ad un altro tipo di centralità: quella di avere a cuore la salvaguardia e il futuro del fiume più di qualsiasi altro.

Per questo Cremona potrebbe proporre all’ANCI regionale e nazionale la costituzione di una Conferenza Permanente delle città del Po da Torino a Venezia.

Le ragioni e gli interessi in gioco sono molti: la sicurezza idraulica, l’uso plurimo e la qualità delle acque, la difesa della biodiversità e del paesaggio, la valorizzazione ambientale e turistica, il Progetto VenTo, la navigazione fluviomarittima nel sistema idroviario padano veneto. Questo sistema fa parte del corridoio “Mediterraneo” ed è tra i grandi progetti d’interesse per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti previste dall’UE.

La Conferenza Permanente delle città del Po non è chiamata a sostituire le Istituzioni competenti esistenti ma a esigerne una governance unitaria e non frammentata, a promuovere una visione complessiva del Po, a costringere le Regioni a collaborare, a evitare errori strategici quali l’ipotesi di bacinizzazione del fiume, a promuovere una nuova cultura dell’importanza dell’acqua e del fiume attraverso la creazione di infrastrutture verdi e blu che aiutino la lotta contro i cambiamenti climatici in una pianura tra le più inquinate del mondo.

Tra queste sfide figura prioritaria per il territorio cremonese la bonifica dell’area della Raffineria Tamoil, per la gravità dell’inquinamento, la sua vicinanza al Po e alle Società canottieri.

La costituzione di parte civile del Comune di Cremona è stata una scelta giusta nella vicenda della Raffineria Tamoil che si è chiusa col riconoscimento del disastro ambientale e la condanna sul piano penale di alcuni dirigenti. Bisogna continuare l'azione risarcitoria con la verifica della reale entità dei danni subiti. Comune di Cremona, le Canottieri rivierasche, Ministero dell’Ambiente stanno procedendo in tal senso.

Però sarebbe opportuno anche il recupero, il risanamento e la bonifica profonda di quell’area prima di un suo nuovo riutilizzo. La proposta di Articolo UNO : il Comune di Cremona si faccia carico di svolgere una seria istruttoria su questo punto e promuova la definizione di un Progetto Pilota che conquisti l’attenzione dei livelli istituzionali e di Governo regionali, nazionali ed europei anche per raccogliere sostegno e adeguati finanziamenti.

Indispensabile far valere il principio “Chi inquina, paga”. Il colosso ENI che gestisce direttamente e indirettamente i movimenti di idrocarburi a livello nazionale è in grado di trattare con qualsiasi proprietà si sia data la Raffineria Tamoil in Libia o in Europa.

Una volta smantellati gli impianti di raffinazione, è opportuno destinare quell’area a impianti di fotovoltaico invece che a polo logistico per mezzi pesanti, visto il permanere in funzione dei depositi. Ma prima è bene affrontare la questione del grado di risanamento dell'area, non accontentandosi di una bonifica solo superficiale.

L’area Tamoil non è inserita nei SIN (Siti inquinati di rilievo nazionale) ma nell’Anagrafe dei siti da bonificare secondo la Regione Lombardia. Nella sua valutazione l’ISPRA ha evidenziato una grave contaminazione delle falde acquifere da idrocarburi che, superata la barriera idraulica, hanno inquinato il terreno sottostante le Associazioni Canottiere poste in riva al Po e frequentate da migliaia di cremonesi.

Sarebbe importante avere dall’ARPA un rapporto sulla contaminazione delle falde, a quale profondità è arrivata, quale la situazione dei pozzi aperti nella campagna esterna e dell’usura del sistema fognario interno, per anni colpevolmente trascurato da Tamoil. Sarebbe importante anche un rapporto sul movimento orizzontale dell’inquinamento tra le falde, per verificare l’estensione della contaminazione: bisogna ricordare che a poche decine di metri scorre il fiume Po, con una profondità di circa 30 metri. Dunque la bonifica delle “acque profonde”, contaminate da idrocarburi, dovrebbe arrivare almeno alla profondità di 30 metri per evitare che siano rilasciate per anni nel fiume. La Syndial dell’ENI, specializzata in bonifiche ambientali, ha a propria disposizione ben 16 tecnologie specifiche per le “acque profonde”. Dunque competenze e tecnologie ci sono. Si faccia una verifica preventiva sull’utilità di un Progetto Pilota di bonifica. Se ne viene provata la indispensabilità per la sicurezza delle Canottieri e del Po, si faccia valere la volontà politica.

Francesco Ghelfi e Paola Ruggeri candidati indipendenti di Articolo Uno – lista Partito Democratico Galimberti Sindaco.

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