Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 09.57

Cremona Il ‘Violone’ di acciaio di Palù non piace proprio. Tre lettere di ‘protesta’!

Il ‘Violone’ di acciaio di Palù che sarà installato nel piazzale della Stazione di Cremona non piace proprio. Ci sono giunte tre lettere di Giorgino Carnevali di R.M.D. e di A.A. (che pubblichiamo) e sui social nascono come i funghi i commenti negativi. Una città conservatrice?

| Scritto da Redazione
Cremona Il ‘Violone’ di acciaio di Palù non piace proprio. Tre lettere di ‘protesta’!

Cremona Il ‘Violone’ di acciaio di Palù non piace proprio. Tre lettere di ‘protesta’!

Il ‘Violone’ di acciaio di Palù che sarà installato nel piazzale della Stazione di Cremona non piace proprio. Ci sono giunte tre lettere di Giorgino Carnevali di R.M.D. e di A.A. (che pubblichiamo)  e sui social  nascono  come i funghi i commenti negativi.  Una città conservatrice?

Ecco i testi delle lettere

Giorgino Carnevali: STAZIONE FFSS, MONUMENTO AL VIOLINO, UNA “VERGOGNA” DA NON LASCIARE IN EREDITA’ AI FIGLI DEI MIEI FIGLI! (…fàa e desfàa l’è töt en lauràa!)

Salve direttore Gianni Carlo, certo che provoco, e col sacrosanto virgolettato del titolo. Ma quale monumento al super violino!? Quello è un vero e proprio “ghirigoro” elevato a grande arte. Un ammasso freddo, acciaioso di nudo metallo contorto, un’esplosione di arte che si espande come a voler “disintegrare i confini della mera realtà, depennando i limiti imposti dalla materia stessa”. Per di più con una utopica aspirazione, campeggiare in una piazza stazione ferroviaria solo da qualche tempo riportata al “verde” splendore e pagata un “botto”. Personalmente il buon senso avrebbe imposto ben altre forme e ben altre location. Ritengo che altro non sia se non un “disartistico prurito culturale”.  Non accetterò mai di essere preso per i fondelli. Almeno io! Poi, al palazzo, che se la cantino e se la suonino come credono, ma sappiano che: “L’è la matìna che iöta el dè”. Io, un incallito vergognoso, pesantemente svergognato da una “vergogna”! Ti rendi conto che il titolo che “titola” quell’opera ha addirittura l’ardire così di recitare: “L’anima della città”? Ma che i privati ed i mecenati si facciano pubblicità per il tramite di altre sortite, va là. Lo sai vero che tra la “gèent de Cremùna” è in gioco la riappropriazione della propria città, un guardare verso l’alto con la riscoperta di foto, di nomi, di storie capaci solo di radicare le appartenenze comunitarie? Piuttosto, cum tantam pellem d’oca, non scordiamoci mai che: “En bèl vèder el fàa en bèl crèder” (un bella presenza favorisce una certa immagine-fiducia). Rimembri Gianni Carlo la “pensilina” di piazza Stradivari? Senti su allora: “Vìa na crùus, rìia en cruzòon!”. Ah! Ma che tristezza ci hanno messo a “noi” cremonesi i suoni di teste piene di idee! L’avvenire, una strana minaccia…E smettiamola di fare sempre più spesso finta che la recita sia comunque “ben riuscita”. Forse è tutto, forse. 

Giorgino  Carnevali (Cremona)

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R. M. D. (Cremona) : Egregio direttore, leggo con stupore la notizia che la Commissione Paesaggio ha approvato il progetto del violino di Palù perché non vigeva sulla piazza il vincolo paesaggistico. Vorrei capire: a cosa serve la Commissione Paesaggio? Perché è intervenuta? Se non c’era il vincolo per logica il progetto non doveva passare in Commissione. Inoltre chiedo all’illustre architetto Terzi, presidente della predetta Commissione: giudicare un intervento già in parte realizzato non condiziona il giudizio della stessa? Sappiamo che il Sindaco ci ‘teneva molto’ al violino cromato, sappiamo che l’artista Palù ha più patroni in terra che in cielo... di conseguenza, chi avrebbe mai avuto il coraggio di tornare indietro? Non si poteva evitare questa finta pantomima, tanto il finale era già scritto da mesi. (...) R. M. D. (Cremona)

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A. A. (Cremona) Egregio direttore, ho letto con una certa attenzione l’articolo pubblicato (…)riguardante l’installazione del ‘super violino’ nel giardino del piazzale antistante la stazione ferroviaria, ed in particolare alla serie di domande che la Lega Nord ha posto al sindaco, che personalmente condivido. (…) Mi pongo qualche domanda. La prima: per un normale cittadino che abbia necessità di eseguire modesti lavori di ristrutturazione su un immobile di sua proprietà, sito magari in una viuzza di periferia della città, l’iter autorizzativo indispensabile all’effettuazione dei lavori prescrive che la commissione (ove previsto) esamini il progetto preliminarmente al rilascio del permesso di costruire. Come mai per l’esecuzione di un’opera pubblica di quest’importanza, viene posta solo ora, a lavori in avanzato stato di realizzazione e che, per questa ragione, sono stati interrotti? Altra cosa che non riesco a capire: come ho detto sopra, l’esame del progetto non ha riguardato, neppure minimamente, gli aspetti estetici, artistici ed ambientali. Ma come? Il più importante compito di questa Commissione, forse l’unico, non è quello di valutare questi aspetti delle opere in progetto? Se non valuta un progetto di tale incidenza quali altri casi potrebbero risultare più meritevoli di attenzione? Un’opera d’arte, un’opera pubblica da posizionare in luogo esposto alla vista di tutti i cittadini cremonesi e dai numerosi turisti che vengono a visitare Cremona. E non mi si venga a dire che la questione era già stata valutata in precedenza da altra Commissione, dal momento che non si tratta di un progetto nuovo (dall’articolo che ho letto quest’ipotesi non risulta) ma resta sempre, comunque, da esaminare la validità del sito scelto per posizionare l’opera. Sito che solo ora è stato individuato e autorizzato. Da chi? Con quale criterio? Coerenza e trasparenza vorrebbero caro direttore, che il presidente della Commissione paesaggio rispondesse in modo circostanziato e puntuale ai quesiti posti, partendo da un dato certo e inconfutabile: i lavori sono stati interrotti e mai lo sarebbero stati se l’iter autorizzativo si fosse svolto e concluso correttamente. A. A. (Cremona)

 

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