Martedì, 21 maggio 2024 - ore 23.09

Cremona L’IN-VARIANTE URBANISTICA IN ZONA CESARINI Le opposizioni attaccano Galimberti

UNA BANDIERINA SBIADITA DA SVENTOLARE IN CAMPAGNA ELETTORALE

| Scritto da Redazione
Cremona L’IN-VARIANTE URBANISTICA IN ZONA CESARINI Le opposizioni attaccano Galimberti

Cremona L’IN-VARIANTE URBANISTICA IN ZONA CESARINI Le opposizioni attaccano Galimberti

UNA BANDIERINA SBIADITA DA SVENTOLARE IN CAMPAGNA ELETTORALE

Giovedì il Consiglio Comunale è chiamato a votare l’adozione della variante al Piano di Governo del Territorio.

Se non fosse stata obbligata dalla sua scadenza entro l’anno in corso, la Giunta Comunale, come del resto per i precedenti nove anni e mezzo in cui ha tirato a campare, non avrebbe neppure avviato la procedura.

E’ evidente a chiunque abbia consultato gli atti che questa attività consiste in una mera manutenzione ordinaria, basata sul recepimento degli Studi comunali geologico, idrogeologico e sismico e di disposizioni dettate da normative regionali, che impongono ai comuni una progressiva riduzione del consumo del suolo.

Quella che verrà adottata a pochi mesi dal voto, senza alcun confronto preventivo con la cittadinanza e nella commissione territorio, può essere più correttamente definita una “in-variante urbanistica”, nel senso che non vi sono modifiche meritevoli di una diversa definizione.

Si tratta di un apprezzabile lavoro di revisione tecnica di alcuni documenti e tavole per il quale vanno certamente ringraziati gli uffici comunali. Ma niente di più.

In realtà il Piano di Governo del Territorio dovrebbe essere uno strumento strutturale vivo, con una prospettiva di mandato, all’interno del quale potrebbe confluire la visione strategica di un’amministrazione comunale, se  effettivamente esistesse e fosse declinabile in azioni e scelte. Ma di tale visione non vi è traccia né in termini di principi, né in termini di scelte urbanistiche significative.

 Al netto di qualche limatura di norme tecniche già esistenti e di piccoli interventi di carattere puntuale, che verranno individuati soltanto dopo l’approvazione dello strumento considerata la mole della documentazione depositata e i tempi ristrettissimi per esaminarla, non sono presenti misure o azioni che possano avere una effettiva ricaduta concreta e positiva sulla vita dei cittadini e delle imprese.

 E’ patetico il tentativo di conferire dignità di scelta politica ad un mero adempimento ad obblighi di legge previsti dalla normativa urbanistica di Regione Lombardia.

 Ci riferiamo in particolare alla riduzione del consumo di suolo, ottenuto stralciando dal Piano i pochissimi ambiti di trasformazione residenziale non ancora attuati e le ben più consistenti aree per servizi per le quali l’Amministrazione, o altri soggetti privati, non hanno prodotto alcuna progettualità.

  Se il contrasto al consumo del suolo e la riduzione delle medie strutture di vendita fossero stati autentici obbiettivi politici della Giunta Comunale, all’inizio del primo mandato (anno 2014) l’Amministrazione Comunale avrebbe dovuto esplicitarlo e conseguentemente predisporre una variante generale al PGT contenente la stralcio di quelle previsioni alle quali invece ha dato piena attuazione, approvando, con delibere della Giunta Comunale, numerosi piani attuativi che prevedono di sottrarre all’agricoltura centinaia

di migliaia di metri quadrati di terreni a destinazione agricola oggi coltivati (es. Polo logistico di San Felice e Area Commerciale Cardaminopsis sulla Paullese), sottoscrivendo convenzioni urbanistiche, incassando oneri di urbanizzazione come mai era accaduto in passato e rilasciando numerose autorizzazioni commerciali di medie strutture di vendita (vedi zona Via Milano e Ipercoop).

 Siamo di fonte ad un banale esercizio di ipocrisia a scopo propagandistico, una piccola bandierina sbiadita da sventolare in campagna elettorale, un nuovo gioco di prestigio, un documento politicamente insignificante per cercare di recuperare l’elettorato perduto.

 Chi può credere ancora a chi parla di riduzione del consumo del suolo mentre, solo due anni fa, ha acconsentito, cercando di non metterci la faccia, alla realizzazione di un parco fotovoltaico di 50.000 mq.

Sui terreni agricoli nei pressi di Cremona Solidale, evitato solo grazie all’azione della minoranza e alla successiva sollevazione popolare?

Chi può dare ancora fiducia a chi vuole imporre alla cittadinanza un impianto di biometano difforme al PGT, senza neppure assumersi la responsabilità di modificare le norme che lo vietano, scaricando la patata bollente ai tecnici della Provincia di Cremona chiamati ad esaminare la VIA? Ma soprattutto chi può pensare che gli stessi amministratori che non sono stati in grado di formulare un pensiero in dieci anni di galleggiamento, possano essere capaci di elaborarlo per eventuali prossimi mandati?

 

Carlo Malvezzi — FI

Alessandro Zagni - FdI

Simona Sommi - Lega

Maria Vittoria Ceraso - Viva Cremona

Luca Nolli - M5S

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