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Cremona, Padania Acque : i risultati progetto di alternanza scuola-lavoro

Dai dati raccolti ed elaborati si constata apprezzamento per l’acqua del rubinetto: ben il 68% degli intervistati ha dichiarato di considerarla buona

| Scritto da Redazione
Cremona, Padania Acque : i risultati progetto di alternanza scuola-lavoro Cremona, Padania Acque : i risultati progetto di alternanza scuola-lavoro

Cremona, Padania Acque : i risultati del Drinking Water Report, il progetto di alternanza scuola-lavoro per le scuole superiori dedicato all’acqua di rete

Grande successo per Drinking Water Report, il progetto di alternanza scuola-lavoro di Padania Acque, sviluppato e condiviso con APE (Aqua Publica Europea), l’Associazione europea dei gestori pubblici dell’acqua, che ha coinvolto ben 11 scuole secondarie di II grado della provincia di Cremona: Liceo Aselli, I.I.S Ghisleri, I.I.S. Torriani, I.I.S. Stradivari, I.I.S. Stanga con le due sedi di Cremona e la sede di Crema, I.I.S. Einaudi, Liceo Anguissola e, a Crema, I.I.S. Galilei e Liceo Shakespeare, per un totale di 25 classi e oltre 500 studenti coinvolti.

Gli studenti, dopo una prima fase di formazione sul servizio idrico integrato, con il coordinamento e l’affiancamento dei tutor scolastici e aziendali del gestore unico dell’idrico cremonese, hanno somministrato un questionario di undici domande a circa 5000 compagni di scuola, realizzando una vera e propria indagine di mercato all’interno di ogni Istituto. I risultati emersi sono stati condivisi con Padania Acque e presentati, online o in presenza, quando possibile, al Presidente Claudio Bodini, all’Amministratore Delegato Alessandro Lanfranchi e ai tutor aziendali, restituendo un’immagine delle abitudini di consumo e della percezione dell’acqua di rete in provincia di Cremona.

Dai dati raccolti ed elaborati si constata apprezzamento per l’acqua del rubinetto: ben il 68% degli intervistati ha dichiarato di considerarla buona, infatti solo il 26% dichiara di non bere mai acqua di rete, anche se solo il 16% la beve abitualmente più volte al giorno.

L’acqua di rete viene scelta soprattutto per diminuire il consumo di plastica usa e getta (37%), per il prezzo (32,5%) e per la sua praticità (18%), ovvero evita il trasporto pesanti bottiglie d’acqua dal supermercato fino a casa. Coloro che prediligono l’acqua minerale dichiarano di non bere l’acqua di rete in quanto preoccupati dalla sua sicurezza (28%), dubbiosi della sua qualità (27%) o timorosi di contaminazioni (20%) mentre sostengono di preferire l’acqua in bottiglia, appunto, perché ritenuta più sicura (42%), per la sua praticità (25%) e per il suo gusto (24%).

L’analisi rileva una preoccupante disinformazione tra i cittadini soprattutto riguardo il grande lavoro che il laboratorio di analisi e gli impianti di potabilizzazione riservano alla sicurezza ed alla qualità dell’acqua della nostra provincia, considerata dal CNEL una delle migliori d’Europa.

Gli intervistati si sono dimostrati impreparati anche a riguardo del tema del calcare (carbonato di calcio) presente nell’acqua: infatti solo il 17% è consapevole che non sia una sostanza pericolosa per il nostro organismo, mentre il 43% ha ammesso di non saperlo e addirittura il 40% è convinto erroneamente che possa essere dannosa al fisico, anche se alcune marche di acque minerali, con maggiori concentrazioni di calcio, ne fanno un motivo di qualità per la salute delle ossa.

Altro aspetto soggetto a forte disinformazione è il prezzo dell’acqua di rete, solamente il 19% degli intervistati sa che il costo di un litro di acqua del rubinetto è inferiore a 1 centesimo di euro (mille litri, infatti, costano circa 1,60 €) mentre ben il 48% dichiara di non saperlo. Nell’analisi è emerso come al ristorante non ci sia l’abitudine di chiedere l’acqua di rubinetto, usanza molto diffusa in Europa, al posto dell’acqua in bottiglia (lo dichiara ben il 76% degli intervistati), mentre c’è una buona propensione a portare con sé la borraccia (39,5%) soprattutto tra i più giovani, nonostante l’uso delle bottigliette di plastica usa e getta di continui ad avere la meglio (45%).

Si evidenzia, dunque, una particolare attenzione da parte degli intervistati sulle tematiche ambientali, sia per quanto riguarda la scelta dell’acqua del rubinetto al posto di quella in bottiglia di plastica, che per l’abitudine di portare con sé la borraccia. Nonostante ciò, gli intervistati hanno dimostrato quanta disinformazione ci sia ancora nei confronti dell’acqua di rete in termini di sicurezza, qualità, caratteristiche organolettiche e prezzo, portando così l’utente a prediligere ciò che il mercato pubblicizza con invadenti comunicati mediatici: l’acqua minerale in bottiglia, senza valutare l’acqua del rubinetto come valida e conveniente alternativa.

I risultati emersi nell’indagine degli studenti della provincia di Cremona verranno uniti ai contributi dei compagni nel resto d’Europa dando così vita a unico Drinking Water Report che verrà presentato al Parlamento Europeo come un’analisi della percezione dell’acqua pubblica da parte dei cittadini del nostro continente e del suo reale consumo.

Cremona, 18 maggio 2021

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