Cremona Pianeta Migranti. A Firenze il forum dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo.
‘Mediterraneo frontiera di pace’. Ne parlano dal 23 al 27 febbraio i vescovi delle Chiese mediterranee in rappresentanza di tre continenti (Europa, Asia e Africa) insieme ai sindaci delle città più importanti. L’evento è anche oggetto di contestazioni e di pressanti richieste.
Mai come in questo periodo il Mediterraneo ha conosciuto conflitti bellici, persecuzioni, guerre civili, disastri ambientali, migrazioni di massa. A Firenze, i sindaci di 100 città da Istanbul a Roma a Tunisi, e altrettanti vescovi si incontrano per aprire una nuova era nel mare dove sono nate le civiltà più antiche e le tre religioni abramitiche. L’incontro, organizzato dalla CEI, è ispirato alle intuizioni del "profeta di pace" Giorgio La Pira, ideatore dei ‘Colloqui Mediterranei’ che miravano a unire le città per unire le nazioni.
Il Forum di Firenze mette al centro il tema della cittadinanza letta alla luce della fraternità fra i popoli per "ricostruire i legami che sono stati interrotti, rialzare le città distrutte dalla violenza, far fiorire un giardino laddove oggi ci sono terreni riarsi, infondere speranza a chi l’ha perduta ed esortare chi è chiuso in sé stesso a non temere il fratello.”
E’ un evento senz’altro importante per mettere a fuoco le tragedie dei migranti che si affidano al Mare Nostrum e quelle dei tanti popoli dilaniati dalle guerre, ma che è anche oggetto di alcuni disappunti e chiare richieste da parte di una rete di associazioni, movimenti di base. In una lettera contestano, in particolare, la presenza di Minniti al Forum in quanto è stato promotore del Memorandum Italia-Libia e quello europeo con Erdogan. Chiedono che dal Forum esca una dichiarazione congiunta, chiara e ferma, di ripudio di quelle condotte e scelte politiche italiane ed europee che violano sistematicamente la Costituzione Italiana e tutte le Convenzioni internazionali sul diritto dei rifugiati.
“Come vi ponete di fronte allo scandaloso accordo Italia-Libia, che costituisce un criminoso finanziamento della sedicente guardia costiera libica, al solo scopo di intercettare i migranti in mare e di riportarli indietro esponendoli a stupri, violenze, morte, nei lager menzionati anche dal papa? Abbiamo speso circa 100.000 € a migrante, in questi ultimi dieci anni, per farli affogare. Questo è un prezzo di sangue. Come grondano sangue i miliardi dati a pioggia al dittatore Erdogan, il cui compito è di creare una barriera insormontabile ai confini orientali d’Europa. Al tempo stesso, in questi anni le organizzazioni che operano nel Mediterraneo per salvare le vite dei migranti naufraghi sono state criminalizzate e osteggiate. Voi intendete sostenere il loro operato? I migranti fuggono da guerre, persecuzioni e sfruttamento generati dal nostro stesso Occidente, che salvaguarda i propri enormi profitti col traffico di armi e col saccheggio di risorse preziose come il petrolio, l’oro, il Coltan. Come possiamo dunque pensare di fare distinzioni fra “migranti economici” e “migranti politici”?
Non ritenete che sia giunto il momento di una nuova legge sull’immigrazione, e di una legge sullo ius soli che riconosca la cittadinanza italiana a chi è nato in Italia o vi risiede da un certo numero di anni? L’identità e il riconoscimento sociale sono le cose alle quali più ambiscono i nostri fratelli migranti: la mancanza o la presenza di un foglio di carta che ne attesti l’esistenza, spesso segna il confine fra l’essere e il non essere, tra il potersi guadagnare il pane o il dover cadere in mano ai caporali o agli sfruttatori”.
Nella lettera non mancano delle proposte ai sindaci (acquisizione della residenza per i senza dimora, accoglienza diffusa come quella sperimentata a Riace, calmierazione degli affitti e assegnazione di alloggi vuoti…) in difesa dei diritti dei migranti.