Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 16.26

Cremona ricordi Marco Brasi ed Ennio Gerelli

Inevitabilmente il tempo offusca la memoria (collettiva), ma proprio per questo una comunità ha il dovere di alimentare il ricordo dei suoi figli più illustri. Per quanto mi riguarda, voglio ricordare, fra i tanti che ho conosciuto, due musicisti che hanno fatto onore alla loro città: Marco Brasi ed Ennio Gerelli.

| Scritto da Redazione
Cremona ricordi Marco Brasi ed Ennio Gerelli

Marco Brasi, violinista e direttore (di cui per qualche tempo anch’io sono stato allievo), prima della prematura scomparsa ha allevato e formato una generazione di ottimi strumentisti, facendoli anche suonare insieme nella sua Accademia musicale, in un periodo in cui (erano gli anni ’50), le occasioni pubbliche di fare/ascoltaremusica eranopiuttostoscarse.

In quanto a Ennio Gerelli, il maestro si era già costruito una solida carriera quando decise di impegnarsi anche per la sua città. Chiamò le prime parti dell’orchestra della Scala (ricordo Giulio Franzetti e i fratelli Riccardi), affiancò loro musicisti locali (anche attingendo al vivaio di Marco Brasi) e fondò La Camerata di Cremona, inizialmente come centro di specializzazione per la musica d’assieme. Successivamente pensò di aggiungere, al complesso strumentale, una sezione corale.

Ed ecco come andò: l’intenzione del maestro generò il passa parola, a seguito del quale un gruppetto di vocalisti di varia provenienza si ritrovò nello studio del pittore Busini (altro cremonese illustre e amico di Gerelli) alla scopo di preparare un paio di pezzi a cappella, da sottoporre poi all’esame del maestro(che non si sarebbe accontentato di comprare a scatola chiusa). Del gruppo facevo parte anch’io. Ricordo bene la sera in cui Gerelli arrivò, e noi eseguimmo, sotto la sua estemporanea direzione, i pezzi che avevamo preparato.

Superammo l’esame, e quella sera nacque ufficialmente il coro della Camerata, nella sua prima formazione, che debuttò poco dopo, con orchestra e solisti, nello Stabat Mater di Pergolesi. Erano i primi anni ’60, io avevo poco più di vent’anni, e quello fu il primo concerto della Camerata in formazione completa. Qualche anno dopo, nel 1967, le celebrazioni monteverdiane furono l’occasione per la Camerata di portare il nome di Cremona in vari Festival in Italia e in Europa, e per due concerti scaligeri. Ricordo anche le numerose partecipazioni all’Autunno Musicale di Como, dove il maestro era di casa. Purtroppo anche Gerelli venne a mancare troppo presto. In seguito ho avuto la fortuna di lavorare con tanti illustri maestri, da Giulini a Muti, da Kleiber a Pretre, da Maazel a Metha; personalità diverse, ma tutti abbondantemente dotati di carisma e talento direttoriale.

Le stesse doti che aveva Gerelli: era un ottimo direttore, dal gesto espressivo ed eloquente, ed uno straordinario concertatore, a cui la mancanza di spocchia non impediva di esigere dai ‘suoi’ musicisti, rigore esecutivo, precisione e qualità di suono. La sua città farebbe bene a non dimenticarlo troppo in fretta.

Giancarlo Pisaroni (giancarlo.pisaroni@alice.it)

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