Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 04.28

Cremona USCITA ASCOM DAL DUC. LA DICHIARAZIONE DELL'ASSESSORE VIRGILIO

Mi verrebbe da dire che se Confcommercio esce dal distretto urbano, la città, piaccia o non piaccia, non può uscire dalle logiche della concorrenza.

| Scritto da Redazione
Cremona USCITA ASCOM DAL DUC. LA DICHIARAZIONE DELL'ASSESSORE VIRGILIO

Cremona USCITA ASCOM DAL DUC. LA DICHIARAZIONE DELL'ASSESSORE VIRGILIO

Mi verrebbe da dire che se Confcommercio esce dal distretto urbano, la città, piaccia o non piaccia, non può uscire dalle logiche della concorrenza.

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"Se per quasi trent’anni Confcommercio non ha mai mancato occasione di polemizzare con l’Amministrazione di turno, forse dovrebbe interrogarsi sulla sua capacità propositiva: non è infatti pensabile ridurre il tutto a una richiesta anacronistica di apertura del traffico nel centro storico e di chiusura della media distribuzione. Una costante di questi trent’anni a fronte di un mondo che cambia così come sono cambiati gli strumenti, gli stili e le esigenze dei consumatori.

Mi verrebbe da dire che se Confcommercio esce dal distretto urbano, la città, piaccia o non piaccia, non può uscire dalle logiche della concorrenza.

Se  Confcommercio ritiene che all’Armaguerra sarebbe meglio un museo o un centro sportivo, mostra non solo poca propensione a una cultura imprenditoriale, ma anche una scarsa conoscenza degli strumenti a disposizione delle Amministrazioni che non possono limitare a queste funzioni aree di proprietà privata.

Agiamo all’interno di un contesto di liberalizzazione, il comune non è più depositario di licenze da assegnare, il potere di limitazione di aree commerciali da parte delle pubbliche amministrazioni può manifestarsi solo per ragioni legate alla salute, all’ambiente e alla tutela del patrimonio storico artistico, mai a criteri legati alla concorrenza e di natura economica.

Diventerebbe pertanto incomprensibile precludere interventi di questo genere in aree come L’Armaguerra, aree da bonificare, insalubri e dismesse e che in questo modo vengono rigenerate, fra l’altro attraverso il mero trasferimento di realtà già collocate nella cintura della città e non con nuovi insediamenti.

Sul versante urbanistico e dove abbiamo autonomia pianificatoria, diremo no alla grande distribuzione, rispetto alle medie strutture ridurremo la superficie di vendita da 2500 a 1500 mq. Abbiamo inoltre attivato azioni positive nei confronti dei negozi di vicinato grazie a due bandi che hanno riscosso enorme successo fra le stesse imprese commerciali della città. Serve pertanto un approccio equilibrato ed è quello che faremo nella nuova variante al PGT, tuttavia non è possibile trasformare Cremona in una sorta di zona franca per il commercio, non solo perché la legislazione non lo consente, ma perché avrebbe una ricaduta ancora più pesante per l’economia della città".

 

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