Domenica, 19 maggio 2024 - ore 06.00

Cremona.Caos multe. Intervieve Roberto Vitali (UDC)

| Scritto da Redazione
Cremona.Caos multe. Intervieve Roberto Vitali (UDC)

Di seguito l'intervento del consigliere comunale di Cremona Roberto Vitali (Udc) sul caos multe.
Il capogruppo Udc Vitali sul caos multe:
“Da Perri errore di comunicazione e di merito”
 “Non si può valutare un vigile dal numero di contravvenzioni che eleva"
"Ma il Pd, che ora critica, fece lo stesso"
 "Incoerente anche il centrodestra, che, sebbene giustamente, criticò Corada”
Apprendo dalla stampa – accogliendola favorevolmente - la decisione del
sindaco Perri di rivedere i criteri da inserire nelle schede di valutazione
degli agenti della polizia municipale. Un ravvedimento, un pentimento
opportuno che tuttavia non può far passare in secondo piano i due errori, uno
di comunicazione ed uno di merito, da lui fatti. I quali, messi assieme, formano un
grosso errore politico. Il primo – semplice nella sua evidenza - consiste in un
difetto di comunicazione all'interno della macchina amministrativa: il
Comandante dei Vigili su una questione così delicata avrebbe dovuto perlomeno
informare il suo referente politico (in questo caso direttamente il sindaco,

avendo la delega alla Sicurezza) prima di rendere effettiva, ufficiale, la scelta dei criteri di valutazione.
Anche se, beninteso, come espresso nella nota diramata dall'amministrazione,
“la specificazione degli obiettivi di settore rientra infatti nell’autonomia
gestionale dei singoli dirigenti, pur nel rispetto degli indirizzi generali
dell’amministrazione”. Che evidentemente – questi ultimi – non sono stati ben
enucleati dalla Giunta.
Il secondo abbaglio, come detto di merito, attiene intrinsecamente al metodo
di valutazione. Gli agenti di polizia municipale rappresentano l'avanguardia
di un Comune, ossia l'interfaccia tra il cittadino e l'Amministrazione. Non
possono quindi essere valutati, pesati, per il numero di contravvenzioni che
elevano. Esempio di scuola: succede un incidente che tiene impegnato mezza
giornata il vigile. Il quale, quel giorno, non ha tempo di fare multe. Ergo:
non è stato un buon agente. Non posso essere costretto a chiedermi, mi metto
nei panni del vigile, di sera a casa, dopo una giornata di lavoro: “Oggi
fatto multe? No. Quindi avrò lavorato bene lo stesso? Come mi giudicherà il mio capo?”.

Una valutazione di questo tipo potrebbe per assurdo distogliere l'agente da
mansioni importanti per inseguire l'obiettivo delle 'multe quotidiane'. Ciò
non significa presidiare il territorio, fare informazione, prevenzione.
Significa repressione tout court. Che sono certo non essere l'obiettivo di questa
amministrazione. Insomma, non è più bravo chi fa più multe. Ma chi lavora
meglio, chi svolge meglio l'attività di controllo del territorio. Attività
che, naturalmente, deve comportare l'elevazione di sanzioni qualora vengano
riscontrate violazioni.
Un'ultima considerazione. Negli ultimi anni è aumentata sempre di più la
necessità di reperire fondi. E non si mai voluto ufficializzare – sul piano
dell'immagine sarebbe stato un boomerang, una macchia difficilmente
cancellabile – ciò che è sempre stato sotto gli occhi di tutti: le multe
servono per fare cassa. Oltretutto, c’è da dire, che noi italiani siamo
particolarmente propensi a infrangere il codice della strada. Bene, allora si
elevino sanzioni. Si è sempre operato in questa maniera. Nell'incapacità di
percorrere terreni alternativi.
Sfugge quindi il motivo della tanta virulenza del Pd nel criticare Perri,
stigmatizzandone l'obiettivo di far cassa con multe. Ricordo bene che Corada,
tre o quattro anni fa, sdoganò tale modus operandi, seppur ponendo l'asticella
sul gettito da incassare piuttosto che sul numero di contravvenzioni da
elevare. Non cambia la sostanza. E il centrodestra di allora? In Consiglio
giustamente protestò. Per poi però ritrovarsi, oggi, a dover/voler affrontare la
questione nello stesso, identico e vessatorio modo.

1305 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria