Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 11.58

De Pierro sostiene ‘Il crimine non va in pensione’, film su ludopatia e terza età

Il Presidente dell’Italia dei Diritti ha partecipato alla presentazione del film diretto da Fabio Fulco e prodotto da Claudio Bucci e Rosa Chiara Scaglione

| Scritto da Redazione
De Pierro sostiene ‘Il crimine non va in pensione’, film su ludopatia e terza età

Il giornalista Antonello De Pierro è da tempo impegnato nel sostegno volitivo al cinema made in Italy, con un occhio di riguardo rivolto ai film figli di produzioni indipendenti. Lo è stato per anni da direttore e voce storica di Radio Roma, un intenso periodo professionale in cui ha dedicato tante puntate all’argomento, ponendo l’accento sulla necessità di salvaguardare gli sforzi di produttori e registi italici di qualità contro lo strapotere dei prodotti d’oltreoceano. In molti ricordano ancora una puntata nella quale si sono confrontati ai microfoni di De Pierro, sulle frequenze della prima emittente radiofonica capitolina, ospiti del calibro di Carlo LizzaniMichele Placido e Claudio Fragasso, all’insegna di uno strenuo e sano campanilismo, senza però biasimare l’offerta filmica straniera, purché qualitativamente valida e in quantità moderata, per non soffocare la produzione nazionale. Il suo impegno è continuato poi, giornalisticamente sulle varie testate che ha diretto negli anni, principalmente alla direzione del portale di informazione Italymedia.it, e politicamente da Presidente del movimento nazionale Italia dei Diritti. E soprattutto in quest’ultima veste viaggia costantemente in prima linea per perorare la causa e perpetuare l’onere assunto con le sue convinzioni.

Con queste premesse De Pierro, tenendo conto anche della marcata connotazione di intensa sensibilità verso il sociale del movimento di cui è leader, non poteva certo mancare alla presentazione ufficiale di un film di grande spessore come Il crimine non va in pensione, per la regia di un esordiente Fabio Fulco, anche interprete, e la produzione di Claudio Bucci e Rosa Chiara Scaglione. Infatti, tra comicità e ironia, la pellicola offre uno spaccato straordinariamente autentico accendendo i riflettori sull’universo degli anziani e sulla piaga della ludopatia. I temi portanti vengono sviscerati abilmente e articolati nella stesura di una trama magistralmente sviluppata, dalla quale si irradiano profondi messaggi che aprono lunghe parentesi riflessive sul parenchima sociale nel quale scorre la nostra quotidianità. Nel cast attoriale campeggiano nomi illustri, che ipotecano anche dal punto di vista interpretativo le garanzie qualitative del prodotto, come Gianfranco D’AngeloIvano MarescottiStefania SandrelliFranco NeroOrso Maria GuerriniMaurizio MattioliGiacomo Piperno e Gisella Sofio. Un momento filmico che si traduce in importante occasione di riscatto per la terza età, spesso relegata ai margini dal ricambio generazionale.

«È un grande piacere essere qui», ha detto De Pierro, «ma per me è anche e soprattutto un dovere. Ci sono almeno tre motivi perché io possa affermare questo con assoluta convinzione. In primis per la battaglia che conduco da anni a sostegno del cinema italiano di qualità, con film di spessore che spesso vengono condannati a morte nel giro di un weekend a causa di scarse possibilità finanziarie e sono costretti a cedere il passo a pellicole straniere, magari mediocri, ma con un’ingente spinta promozionale. L’ho fatto per tanti anni giornalisticamente e da qualche tempo anche politicamente, avendo inserito quest’impegno nelle previsioni programmatiche del movimento Italia dei Diritti. Ho sempre sostenuto la necessità di valorizzare socialmente l’eccezionale capitale anziani, che troppo spesso sottovalutiamo. Quando muore un anziano è come se bruciasse una libreria, con tutta la memoria storica che si dissolve con il termine della sua esistenza. È anche per questo convincimento granitico che ho aderito proprio alcune settimane or sono, insieme al calciatore della Roma Alessandro Florenzi e al famoso attore Lino Banfi, alla manifestazione Mille piazze per i nonni d’Italia, patrocinata dal Coni, dalla AS Roma e dalla Lega Calcio di Serie B. La terza ragione che mi ha spinto qui è la lotta che da sempre conduco contro la ludopatia, condizione spesso sottovalutata che non può essere considerata solo un fenomeno sociale, ma è una grave patologia, che può portare a conseguenze psicofisiche devastanti. Non è un caso che recentemente un apposito decreto legge, il 158 del 2012, ha inserito all’articolo 5 questo disturbo, a volte in parte assimilabile a quello ossessivo compulsivo, nei Lea (livelli essenziali di assistenza). Come Italia dei Diritti sottolineo il commendevole onere assunto in merito dal responsabile regionale ligure Maurizio Ferraioli, promotore di varie iniziative sull’argomento. È ora che la politica affronti con maggior vigore la questione: non ci troviamo di fronte a una circostanza clinica di scarsa rilevanza, bensì con una percentuale che raggiunge anche il 4%. Siamo al cospetto di una considerevole condizione emergenziale per la salute pubblica, tanto più per il fatto che la ludopatia è considerata dalla elaborazione dottrinale prevalente la patologia da dipendenza con i più rapidi indici di crescita».

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