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Donne molestate al lavoro, nonostante le norme i casi sono milioni anche in Italia

È stato uno dei trending topic degli ultimi tempi e, in particolare, in questo mese di marzo è stato al centro delle cronache sia per la "propaganda" effettuata in occasione della serata degli Oscar che per la ricorrenza dell'8 Marzo.

| Scritto da Redazione
Donne molestate al lavoro, nonostante le norme i casi sono milioni anche in Italia

Parliamo della situazione vissuta da milioni di donne nel mondo e anche in Italia, alle prese con molestie e ricatti sul posto di lavoro. 

 

Le donne vittime di molestie 

 

 

Il dato citato non deve stupire né apparire esagerato: secondo un recente studio dell’Istat, soltanto nel nostro Paese si contano 1 milione e 173 mila donne che hanno subìto ricatti sessuali nel posto di lavoro durante la loro vita. Ancor più triste è leggere che soltanto nello 0,7 per cento dei casi a queste azioni ha fatto seguito una denuncia, a causa di una serie di motivazioni come la paura di perdere il lavoro o la vergogna di essere giudicate dalla società e dai familiari, che spingono a un silenzio contro cui si sta cercando di combattere.

 

Cosa sta cambiando in Italia 

 

 

Qualcosa infatti si sta muovendo, a cominciare dalla spinta e dall'eco del clamoroso caso Weinstein fino ad arrivare, sul piano nazionale, agli effetti positivi di alcune norme inserite nel diritto del lavoro, come sottolineato anche dagli esperti di Avvocato Accanto nella sezione del portale dedicata al mondo dell'avvocato del lavoro, come ad esempio il provvedimento previsto nella legge di bilancio 2018 che tutela la lavoratrice e il lavoratore che agiscono in sede di giudizio, senza dimenticare gli obblighi da parte dei datori di lavoro di tutelare l’integrità fisica e morale dei dipendenti.

 

Le nuove norme 

 

 

La norma contenuta nella Legge di Bilancio, infatti, contiene importanti modifiche al Codice delle Pari Opportunità , e per la precisione sancisce che "la lavoratrice o il lavoratore che dovessero agire in giudizio per la dichiarazione delle discriminazioni per molestia o per molestia sessuale non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro, in ragione della denuncia stessa", riconoscendo una maggiore attenzione verso chi denuncia la molestia.

 

Pochi risultati ancora

 

Eppure, c'è ancora molto da fare, anche perché in concreto questi procedimenti portano a una conciliazione in ambito privato e ad un risarcimento economico da parte dell'azienda, che in genere precludono alla separazione tra vittima e compagnia, mentre soltanto in poche circostanze si è registrato il trasferimento del molestatore.

 

Un fenomeno da conoscere

 

Anche la fotografia dell'Istat resta impietosa, dato che l'ente di statistica nazionale stima che 425 mila donne abbiano subìto molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro soltanto negli ultimi tre anni; ben 170 mila sono invece le persone che sono state sottoposte a un ricatto per essere assunte, mantenere il posto o ottenere una promozione. Questo tipo di azione colpisce più frequentemente le impiegate e le lavoratrici del commercio e dei servizi, ma il fenomeno non riguarda solo la popolazione femminile. 

 

Ancora differenze tra uomini e donne

 

Secondo il report dell'Istat, infatti, anche gli uomini non sono esenti da molestie a sfondo sessuale, quasi sempre condotte da altri uomini e non necessariamente verificatesi sul luogo di lavoro, e negli ultimi tre anni il problema ha riguardato 1 milione e 274 italiani di sesso maschile. La principale differenza sta però nella posizione di "inferiorità" nella quale si trovano le donne, sia dal punto di vista lavorativo che sociale, e nella asimmetria di potere che ancora persiste tra "maschi e femmine", con poche donne in posizioni apicali nel mondo del lavoro.

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