Sabato, 20 aprile 2024 - ore 18.36

Essere Animali: ‘In provincia di Brescia ci sono più maiali che abitanti’

Ieri azione simbolica dell’Associazione animalista

| Scritto da Redazione
Essere Animali: ‘In provincia di Brescia ci sono più maiali che abitanti’

Nella provincia di Brescia sono più i maiali negli allevamenti che gli abitanti. A renderlo noto l’associazione Essere Animali, che ha organizzato ieri un’azione simbolica davanti a una delle aziende della zona. Sui cartelli degli attivisti una sorta di contatore per portare all’attenzione dei cittadini un numero: 1.366.340. Sono infatti più di 1 milione e 300 mila i maiali censiti a marzo negli allevamenti del bresciano, provincia con il record nazionale, a fronte di una popolazione inferiore di almeno 100 mila unità. Il settore suinicolo è anche fonte di notevole impatto ambientale per il suolo e le acque della provincia. L’invito è quello di rivedere le scelte e le politiche alimentari, verso possibilità non cruente, sane e dal minore impatto sul pianeta.

«Ci siamo presentati davanti a uno dei tanti allevamenti attivi nella bassa bresciana per mettere in luce la vastità del dolore inferto agli animali: le cifre stampate sui cartelli ricordano il numero totale di maiali allevati nella sola provincia di Brescia. Con questa azione abbiamo voluto ricordare ognuno degli individui direttamente coinvolti in questa continua e incessante produzione», affermano dall’Associazione.

Essere Animali, già nota per reportage su allevamenti e macelli italiani apparsi recentemente nelle principali emittenti tv nazionali, invita le persone a informarsi sul lato nascosto della produzione di carne: «Allevare 1 milione e 300 mila maiali nella sola provincia di Brescia (senza contare milioni di polli, bovini e altri animali) significa necessariamente ridurre gli spazi al minimo e massimizzare la produzione. Il risultato è un’estrema sofferenza per animali sensibili e intelligenti come i maiali, stipati in gabbie minuscole e sottoposti a mutilazioni di routine. Questo deve farci riflettere sugli attuali regimi alimentari. Cambiare rotta non è solo possibile, ma doveroso, e ognuno di noi può iniziare a farlo».

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