In questa campagna elettorale ho deciso di privilegiare il rapporto con i cittadini, il confronto diretto, gli incontri nei quartieri, perché penso che questo sia l’aspetto più importante per chi si candida a rappresentare la città.
In merito a una mia presunta non volontà di partecipare ai dibattiti pubblici tra candidati, credo siano necessari alcuni distinguo per meglio spiegare il mio pensiero.
Questa sera, per esempio, non ho preso parte all’incontro organizzato dall’associazione Capitolium, il cui vicepresidente è candidato con Rolfi, non perché non fossi interessata al tema del dibattito, bensì perché credo che questi confronti vadano concordati nel merito e nel metodo con tutti i candidati e non solo con alcuni.
L’invito a partecipare mi è arrivato quattro giorni fa, quando la mia agenda, fitta di impegni legati alla campagna elettorale e al ruolo istituzionale che tuttora ricopro, era già opzionata da un altro appuntamento improrogabile. Tutto era già stato pianificato e deciso, a me spettava solo dare o meno la mia disponibilità, limitata a questo orario e a questo giorno.
Ho quindi chiesto a Roberto Cammarata di sostituirmi, perché impegnata altrove, ma resta la valutazione generale sulla modalità con cui questi incontri vengono organizzati.
A ogni candidato vanno garantire equità ed equidistanza e credo sia giusto che il momento di confronto non si trasformi in un’arena, bensì in un’occasione in cui le idee di ciascuno possano essere espresse e raccontate nel migliore modo possibile.
Il format deve essere chiaro e trasparente, affinché ciascuno possa valutare se la situazione organizzata rispecchi il proprio modo di confrontarsi e di fare politica. Il mio non è un no ai confronto a prescindere, tanto che mercoledì sarò in Camera di Commercio con gli altri candidati per un focus sulla cittadella dell’Innovazione.
Interpreto queste occasioni come un ulteriore modo per parlare con i bresciani, per raccontare loro la mia idea di città e penso sia lecito che io possa scegliere il tono di voce e il contesto in cui questo accade.
In merito a una mia presunta non volontà di partecipare ai dibattiti pubblici tra candidati, credo siano necessari alcuni distinguo per meglio spiegare il mio pensiero.
Questa sera, per esempio, non ho preso parte all’incontro organizzato dall’associazione Capitolium, il cui vicepresidente è candidato con Rolfi, non perché non fossi interessata al tema del dibattito, bensì perché credo che questi confronti vadano concordati nel merito e nel metodo con tutti i candidati e non solo con alcuni.
L’invito a partecipare mi è arrivato quattro giorni fa, quando la mia agenda, fitta di impegni legati alla campagna elettorale e al ruolo istituzionale che tuttora ricopro, era già opzionata da un altro appuntamento improrogabile. Tutto era già stato pianificato e deciso, a me spettava solo dare o meno la mia disponibilità, limitata a questo orario e a questo giorno.
Ho quindi chiesto a Roberto Cammarata di sostituirmi, perché impegnata altrove, ma resta la valutazione generale sulla modalità con cui questi incontri vengono organizzati.
A ogni candidato vanno garantire equità ed equidistanza e credo sia giusto che il momento di confronto non si trasformi in un’arena, bensì in un’occasione in cui le idee di ciascuno possano essere espresse e raccontate nel migliore modo possibile.
Il format deve essere chiaro e trasparente, affinché ciascuno possa valutare se la situazione organizzata rispecchi il proprio modo di confrontarsi e di fare politica. Il mio non è un no ai confronto a prescindere, tanto che mercoledì sarò in Camera di Commercio con gli altri candidati per un focus sulla cittadella dell’Innovazione.
Interpreto queste occasioni come un ulteriore modo per parlare con i bresciani, per raccontare loro la mia idea di città e penso sia lecito che io possa scegliere il tono di voce e il contesto in cui questo accade.