Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 08.19

Festival Merula, Cremona e Ca’ de’ Stefani applaudono Ghielmi e Tomadin

Successo per i concerti in Sant’Omobono a Cremona e a Ca’ de’ Stefani. Il prossimo weekend doppio appuntamento con Scandali e Ruggeri

| Scritto da Redazione
Festival Merula, Cremona e Ca’ de’ Stefani applaudono Ghielmi e Tomadin

Il bello del Festival Organistico Internazionale Tarquinio Merula è che gli organisti coinvolti dimostrano di comprendere perfettamente lo spirito della manifestazione, preparando programmi ad hoc cuciti addosso alle caratteristiche del rispettivo strumento e al contesto storico e culturale in cui questo ha visto la luce. È stato così sia per Lorenzo Ghielmi, impegnato sabato scorso nella chiesa di Sant’Omobono a Cremona, sia per Manuele Tomadin, protagonista ieri sera in San Bartolomeo a Ca’ de’ Stefani.

Ghielmi, noto organista milanese, ha proposto brani e autori attagliati all’epoca dello strumento, ma soprattutto ha inserito un simbolico quanto significativo omaggio a Tarquinio Merula, interpretandone un suggestivo Capriccio cromatico, e in chiusura ha eseguito la Sonata in fa maggiore di Giuseppe Gonelli (1685-1745), sacerdote e organista cremonese. Organo costruito nel XVII secolo e ampliato nel 1733, il Prata-Cavalletti (per citare le firme di due organari che sicuramente vi misero mano in momenti diversi) è un delizioso prototipo di organo barocco incastonato in una chiesa che è il trionfo del barocco cremonese, con i suoi esuberanti cicli affrescati realizzati nel 1755 dal Borroni e dallo Zaist. Lo strumento, mirabilmente restaurato dieci anni fa dalla bottega organaria Inzoli-Bonizzi di Crema, sotto le mani di Ghielmi ha manifestato i preziosismi timbrici dei suoi pochi ma incantevoli registri, dai flauti della Toccata con lo scherzo del cucco di Pasquini alla voce umana dell’Elevazione di Zipoli.

Tomadin si è ritrovato sotto i polpastrelli i tasti bianchi e neri dell’organo Bossi del 1856 che trionfa nella cantoria lignea della chiesa vescovativa: uno strumento eccezionale, non a caso collaudato da Amilcare Ponchielli il 29 giugno 1856. In un programma imperniato principalmente attorno a brani della tradizione barocca (tra cui una manciata di sonate e toccate inedite a firma di Domenico Alberti, proposte in prima esecuzione mondiale), il maestro friulano ha regalato al pubblico un finale spettacolare con due maestose pagine verdiane, ovvero la Marcia trionfale dell’Aida e uno spezzone dell’Attila, sfruttando meravigliosamente i numerosi registri di tipo sinfonico dello strumento per esaltarne le peculiarità timbriche e la dinamica del suono. Un discorso musicale ripreso nel bis: un’avvolgente versione del Salve Regina di Puccini, antifona mariana intrisa di una solenne spiritualità.

Il Festival Merula, organizzato dalla Scuola Diocesana di Musica Sacra Dante Caifa di Cremona e dall’Associazione Marc’Antonio Ingegneri, con il fondamentale contributo della Fondazione Giovanni Arvedi-Luciana Buschini, prosegue il prossimo fine settimana (25 e 26 ottobre) con i concerti di Luca Scandali nella chiesa di San Michele Vetere di Cremona all’organo Micheli 2013 (unico strumento contemporaneo della rassegna) e di Marco Ruggeri nella chiesa dei SS. Nazario e Celso di Stagno Lombardo all’organo Natale Balbiani 1885.

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