Domenica, 12 maggio 2024 - ore 21.51

Franco Bordo risponde ad Andrea Virgilio sull’abolizione delle Province.

“In una società democratica gli individui, il demos, ossia i membri della società, decidono ciò che deve essere fatto e in questo modo decidono del loro destino”, John Dunn.

| Scritto da Redazione
Franco Bordo risponde ad Andrea Virgilio sull’abolizione delle Province.

Lettera di Franco Bordo (sel) al Consigliere Provinciale Andrea Virgilio.

Nei dibattiti sulle difficoltà che rodono le democrazie contemporanee, assediate da populismi e moti reazionari di vario tipo, un tema ricorrente è quello della mancanza di partecipazione politica dei cittadini. Si tratta però di un paradosso, perché quello che ancora oggi rende la democrazia un sistema politico che seppure imperfetto è l’unico nel quale tutti noi vorremmo vivere è appunto la promessa, implicita nell’idea di democrazia, della partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. “In una società democratica gli individui, il demos, ossia i membri della società, decidono ciò chedeve essere fatto e in questo modo decidono del loro destino”, John Dunn. In altri termini il fascino ineliminabile della democrazia è di poter, in modi diversi, decidere del proprio destino, di partecipare alla decisione riguardo alle questioni che riguardano il nostro destino. Certamente gli stati democratici, in diversi momenti storici, hanno più o meno aumentato o ridotto la distanza tra la realtà e questa promessa. Non ti pare che, soprattutto in questi ultimi anni, la lontananza tra la pratica della democrazia e le sue promesse risulti essere sempre più grande? La questione decisiva è allora quella di individuare strade per ricreare forme di partecipazione attiva dei cittadini. Tra l’altro il metodo delle primarie ha segnato un passo importante in questa direzione. L’idea che la democrazia partecipativa esprime è quella di un fecondo rapporto dei cittadini e della società con le istituzioni della politica: in questo senso dare spazio alla società civile con la sua ricchezza di legami, di valori e di creatività è l’antidoto alla indifferenza e alla passività nei confronti della politica. Nel momento in cui si è deciso di non sopprimere le Province, trovo che la scelta di far governare un’Istituzione, erogatrice di servizi per i cittadini, che di conseguenza concorre a determinare il livello di qualità di vita, il destino, dei suoi amministrati, da un “organismo filtro” non va certo incontro a queste sensibilità, a queste richieste di partecipazione. Ritengo che la democrazia debba rimanere in capo ai cittadini e non trasformarsi in una “democrazia dei sindaci”, come l’hai chiamata tu. Anche perché potrebbe trasformarsi velocemente in una “oligarchia dei sindaci”, rischio già attuale per quanto riguarda le future aree metropolitane che, per legge e senza alcuna elezione, saranno governate dai sindaci capoluogo.

I link delle precedenti lettere:

Riforma delle Province. Il dissenso di F.Bordo (sel)

http://www.welfarenetwork.it/riforma-delle-province-il-dissenso-di-f-bordo-sel/

Riforma delle Province. Andrea Virgilio (pd) risponde sulle critiche di F.Bordo (sel)

http://www.welfarenetwork.it/riforma-delle-province-andrea-virgilio-pd-risponde-sulle-critiche-di-f-bordo-sel/

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