Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 13.35

GAS: L'EUROPA CONTRO LA ROMANIA

| Scritto da Redazione
GAS: L'EUROPA CONTRO LA ROMANIA

La Commissione Europea contesta il governo socialista romeno del Premier Victor Ponta per una moratoria applicata alle esportazioni di oro blu ai Paesi dell'Unione. Il Presidente moderato Basescu ribadisce sostegno alla politica energetica di Bruxelles

 

Le lenzuolate romene infrangono la legge UE e generano un dibattito interno allo scenario politico romeno. Nella giornata di giovedì, 29 Novembre, il portale di informazione Natural Gas Europe ha informato circa l'avvio da parte della Commissione Europea di un procedimento di infrazione contro la Romania per mancato rispetto della legge UE in termini di libera commercializzazione delle risorse energetiche nel Vecchio Continente.

 

In particolare, la Commissione Europea ha reagito ad un provvedimento del Ministero dell'Economia che vieta l'esportazione di gas romeno negli altri Paesi UE. Secondo il Ministro dell'Economia, Daniel Chotoiu, il gas estratto in Romania deve essere utilizzato solo per lo sfruttamento domestico nel mercato interno romeno.

 

La misura del Governo romeno, al limite del protezionismo, è stata presentata dal Governo socialista del Premier Victor Ponta come una liberalizzazione del mercato energetico interno: una lenzuolata attuata per calmierare i prezzi del gas per gli acquirenti privati e le industrie nazionali.

 

Il provvedimento dal Governo romeno contrasta con una direttiva della Commissione Europea che, al contrario, assicura l'esportazione di gas da parte della Romania ai Paesi UE. Inoltre, Bruxelles riconosce Bucarest come uno dei Paesi produttori di oro blu fondamentale per la realizzazione della politica di diversificazione delle forniture di gas della Russia, che ad oggi copre il 40% del fabbisogno continentale.

 

Sostegno alla politica della Commissione Europea è stato espresso dall'Amministrazione del Presidente, Traian Basescu: un moderato che in ambito energetico spesso si è scontrato con l'esecutivo socialista.

 

Intervistato il 22 Novembre dall'AGERPRES, il Segretario di Stato per gli Affari Energetici, Rodin Traicu, ha confermato l'intenzione da parte della Romania di affermarsi come Paese esportatore di gas nel mercato europeo.

 

Per realizzare il progetto, la Romania ha concepito la costruzione di tre gasdotti per collegare il sistema infrastrutturale energetico romeno con le condutture nazionali di Bulgaria, Ungheria e Moldova - rispettivamente il gasdotto Giurgu-Ruse, la conduttura Arad-Szeged, e l'infrastruttura Ungheni-Iasi.

 

Quello legato al veto di esportazione del gas nazionale da parte del Governo di Bucarest non è il primo caso di scontro tra la Romania e la Commissione Europea in ambito energetico.

 

Nel Dicembre 2011, una simile legge che vietava l'export di gas è stata approvata dal Parlamento, poi bloccata dal veto del Presidente Basescu in nome del mancato rispetto della legge dell'Unione Europea.

 

Lo scontro sullo shale

 

Anche lo scontro interno alla politica romena sul piano energetico non è al primo suo episodio. il Presidente Basescu e il Premier Ponta si sono aspramente scontrati sullo shale: gas presente in rocce a bassa profondità estraibile tramite sofisticate tecniche di fracking, ad oggi attuate solo in Nordamerica.

 

Il Presidente moderato ha sostenuto lo studio di giacimenti shale in Romania per aumentare le esportazioni di gas di Bucarest, e diminuire la dipendenza dalla Russia di tutta l'Unione Europea.

 

Il Premier socialista, cavalcando l'onda ecologista, ha invece posto una moratoria sull'individuazione dello scisto - com'è altrimenti noto lo shale - e si è espresso a favore di un rafforzamento delle relazioni energetiche con Mosca.

 

Matteo Cazzulani

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