Domenica, 06 luglio 2025 - ore 05.03

Giorno del Ricordo: intervento sindaca Crema

| Scritto da Redazione
Giorno del Ricordo: intervento sindaca Crema

 

Buon giorno a tutti

con legge dell’anno 2004 “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.





Rileggo queste parole ogni anno in questa occasione e suscitano in me un sentimento di emozione e di orgoglio. per il nostro Paese che finalmente, esattamente 18 anni fa, superando imbarazzi, ipocrisie, eccessi ideologici, è riuscito a fare la pace con se stesso, perché non si può essere una Nazione se non si incorpora nella propria vita e nella propria memoria ogni figlio che subisce un ingiustizia, quali che siano le sue convinzioni politiche e religiose.

L’istituzione della Giornata del Ricordo è uno di quei momenti in cui si comprende fino in fondo il privilegio di vivere in una Democrazia, che in quanto tale dev’essere monumento alla diversità e nel contempo all’uguaglianza, l’uguaglianza dei diritti, e anche il ricordo è un diritto di enorme valore. Ciò che non è ricordato muore per sempre e insieme ad esso muore la possibilità di apprendere. Una vera sciagura, l’oblio.

Proprio perché vogliamo ostinatamente ricordare, mentre noi siamo impegnati in questa celebrazione, gli studenti delle nostre scuole superiori che hanno aderito al percorso “Essere cittadini Europei”, che oramai da dieci anni la nostra Amministrazione sostiene, sono impegnati in un collegamento che vede l’incontro fra storia e ricordo dell’esodo giuliano dalmata, con il contributo di una storica, Roberta Mira, e di Lucia Castelli, una testimone del villaggio San Marco per i profughi giuliano dalmati, nell’ex campo di concentramento di Fossoli, che visiteremo in aprile con i Viaggi della memoria. Non è un convegno rituale, ma un modo per dare senso, cioè vita, alle ricorrenze, affinché si stampino valori veri nel Dna dei ragazzi di oggi.

La Giornata del Ricordo non è la giornata di un popolo indistinto, ma è prima di tutto la giornata di ogni singola donna, uomo, anziano, bambino, sacrificati a un equivoco realismo politico, alla diplomazia internazionale, alle questioni del confine orientale, alle pesanti eredità della occupazione fascista in quelle aree, alla brutalità del comunismo nazionalista di Tito. Una congiura del silenzio e dell’oblio, cui non possiamo guardare in modo sociologico, facendo memoria solo dei numeri, ma sforzandoci di identificarci nel dolore di chi perse la vita. Ricordare che si trattò di persone come noi, come i nostri figli, chiudendo gli occhi solo per un minuto e immaginando possa trattarsi dei nostri affetti, delle nostre famiglie. Non possiamo guardare senza vergogna a quella follia, neppure noi che siamo nati dopo quell’eccidio e ci illudiamo di esservi estranei, perché ogni volta che discriminiamo solo uno dei nostri simili, accettando che lo si privi dei diritti elementari, ci associamo ai boia di allora. Temi che bussano alla nostra porta anche oggi-.

L’Europa fu lo scenario di quella pagina senza dignità, ed è a questa nostra Patria sovrannazionale che oggi dobbiamo guardare insieme ai giovani per trovare nuove fratellanze, per questo siamo così ansiosi di parlare loro di Europa e di aperture, per estirpare dai loro cuori l’idea che ci si possa salvare da soli, l’idea che camminando sulle vite dei propri simili si possano raggiungere traguardi rispettabili. Vogliamo che imparino a sentirsi cittadini europei e del mondo, sentendo ogni uomo come fratello e battendosi perché a ciascuno sia dato di coltivare i propri sogni, esercitare i propri diritti, vivere i propri sentimenti come crede, purché nel rispetto dei propri simili. I nazionalismi, di qualunque matrice essi siano, sono figli di pedagogie sbagliate, chiunque abbia ruoli educativi deve ricordarlo, anche oltre ricorrenze come questa, i nazionalismi sono figli di egoismi che diventano sistema e che, alimentati da leader senza scrupoli, annientano uomini e democrazie.

L’Europa è un regalo ai nostri ragazzi, anche ai discendenti dei fratelli e delle sorelle che oggi ricordiamo. A loro, a tutti loro, a tutti noi, il compito di fermare chiunque voglia rendere vano quel sacrificio.

 

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