Egregio direttore, l' analisi apparsa in questi giorni su un giornale locale (...) in merito ai difficili rapporti Tamoil-città è, a mio personale giudizio, parzialmente vera. Dal 1968 al 1991 la Tamoil (allora Amoco) grazie all’attività svolta dai componenti il suo dopolavoro aziendale (riconosciuta come la più grande esperienza cremonese partecipata Azienda/Lavoratori che ha messo al centro della propria ragion d’essere la valorizzazione del contributo volontaristico di soci e familiari per il bene comune e la solidarietà sociale rivolta anche alla città di Cremona) era una ‘casa’ con le porte aperte a tutti. Il rapporto con la città era notevole per la molteplicità delle manifestazioni svolte nelle più variegate forme: solo per le feste danzanti, che venivano periodicamente organizzate, sono migliaia le persone, oltre ai soci e familiari, ospitate nella «cupola». Si è creato, nel tempo, un rapporto amicale, che negli anni ha creato convivenze che diversamente non avrebbero avuto modo di concretizzarsi.
Silvano Grandini (già presidente del Cral Tamoil Cremona )