Strano a dirsi, ma i giorni più bui della pandemia sono stati rischiarati da una luce insolita… la paura era mista alla speranza, un senso di solidarietà e di entusiastica appartenenza ha animato molti artisti e li ha spinti a suonare online, organizzando veri e propri concerti virtuali.
Ora quella luce si è spenta e la speranza ha lasciato il posto ad un cupo pessimismo. Per molti artisti l’autunno rappresentava la possibilità di tornare a suonare dal vivo e di recuperare un minimo di normalità.
Non è stato cosi. In Slovacchia la vita è tornata alla normalità per un breve periodo, ma nel mondo della cultura e della musica no. I concerti sono stati cancellati dal continuo cambiamento delle regole. La gente ha paura di acquistare i biglietti per concerti che probabilmente non potranno svolgersi e, in queste condizioni, nessun musicista o agenzia osa organizzare manifestazioni musicali.
Non parliamo di “vip” o di personaggi dello show business “con la sindrome da red carpet”, ma di persone che amano la propria professione e vogliono lavorare di nuovo, perché proprio come i loro fan hanno famiglie, mutui, e debiti da pagare…