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IL 1/12/1970 IL PARLAMENTO APPROVA LEGGE SUL DIVORZIO | Valter Vecellio

Il primo ottobre 1965 il deputato socialista Loris Fortuna presenta alla Camera un progetto di legge per il divorzio.

| Scritto da Redazione
IL 1/12/1970 IL PARLAMENTO APPROVA LEGGE SUL DIVORZIO | Valter Vecellio

LA NOTTE DEL 1 DICEMBRE 1970 IL PARLAMENTO APPROVA LA LEGGE BASLINI-FORTUNA SUL DIVORZIO | Valter Vecellio

Il primo ottobre 1965 il deputato socialista Loris Fortuna presenta alla Camera un progetto di legge per il divorzio.

Quel progetto tale sarebbe rimasto, senza la campagna “fuori” dal Parlamento, organizzata per impulso di Marco Pannella, Mauro Mellini e del Partito Radicale; una campagna che nel giro di cinque anni trasforma una posizione ideale in conquista politica e legge dello Stato. La maggior parte del mondo laico e di sinistra giudica il paese “non maturo” per questa riforma, ferocemente avversata dalle forze clericali e conservatrici. All’inizio del 1966, grazie anche al sostegno di una campagna di stampa del settimanale popolare “ABC” si costituisce la Lega per l’Istituzione del Divorzio (LID): tra i fondatori e animatori oltre Pannella e Mellini, insieme a magistrati (Mario Berutti e Salvatore Giallombardo), singoli esponenti politici (Lucio Mario Luzzatto, PSIUP; Raffaele Perrone Capano, PLI; Giuseppe Averardi, PSU, oltre, naturalmente, Fortuna); e ancora lo scienziato Adriano Buzzati-Traverso, il giurista Alessandro Galante Garrone. La LID si mobilita sul tema specifico, e si strutturata informalmente in gruppi di iniziativa locali che danno vita a grandi manifestazioni di massa: al Teatro Lirico a Milano nell’aprile 1966; a Piazza del Popolo a Roma nel novembre dello stesso anno, con decine di migliaia di partecipanti.

Vincendo gli indugi e le reticenze dei partiti laici e del PCI, dopo le elezioni politiche del 1968 la LID promuove un progetto di legge comune di 70 parlamentari del PCI, dello PSIUP, del PSU e PRI, affiancato da un progetto di legge del liberale Antonio Baslini. Iniziative sostenute da una intensa azione su tre fronti: grandi manifestazioni di massa locali e nazionali che mobilitano centinaia di migliaia di persone; una continua azione di pressione sui parlamentari nei loro collegi; a Roma l’azione nonviolenta culminata con uno sciopero della fame ad oltranza di Pannella e Roberto Cicciomessere, che dal 10 novembre 1969 si protrae fino alla messa in discussione alla Camera del progetto di legge, infine approvato il 29 dicembre. Un anno dopo, nonostante vari tentativi di resistenza, compromessi e manovre di ogni tipo, la nuova legge arriva finalmente in porto il 1 dicembre 1970. Tra le prime a beneficiare di questa fondamentale legge di civiltà un’anziana militante comunista romana de’ Trastevere: Argentina Marchei, che può mettere fine a ben 54 anni di “concubinaggio” e dare un nome ai figli avuti dall’uomo che ama.

Quella vittoria, racconta Pannella, “è la prima ottenuta da uno schieramento laico e progressista nell’Italia del dopoguerra in cui erano state sempre dominanti e predominanti le forze d’ispirazione cattolica – è stata ottenuta grazie a un metodo nuovo di azione politica incentrato sulla mobilitazione popolare fuori dal “Palazzo”, e sull’azione nonviolenta di pochi individui: due forme di iniziativa intensa che, in combinazione tra loro, avevano vinto l’immobilismo delle forze politiche anche laiche e di sinistra. I cittadini hanno avuto la meglio sui giochi del ‘Palazzo’ e sulle manovre dei partiti”.

Dopo quattro anni, il referendum del 12 maggio 1974, promosso da settori democristiani e vaticani, sancisce clamorosamente con il voto popolare la sconfitta dello schieramento clerico-conservatore ridotto a rappresentare solo il 41 per cento della popolazione. Quel primo referendum del 1974 è voluto anche dai radicali, contro le paure, gli indugi, i possibilismi compromissori dei partiti laici e del PCI (tentativo di compromesso Andreotti-Jotti), pronti a modificare la legge Fortuna-Baslini in senso peggiorativo, pur di non arrivare alla prova della verità del voto popolare.

La Roma laica, anticlericale, radicale, credente in altro che nel potere, quella sera festeggia riempiendo spontaneamente piazza Navona, storico “teatro” delle manifestazioni libertarie; e poi, altrettanto spontaneamente, un enorme, festoso corteo con alla testa Fortuna, Mellini e Pannella si snoda per le vie del centro, si allunga sulla via del Tritone, oltrepassa piazza Bernini e infine sfocia sulla Porta Pia.

29.11.2020

Valter Vecellio

direttore di Notizie Radicali

vice caporedattore del Tg2

Fonte Sergio Ravelli Cremona

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