Il Consiglio regionale della Lombardia ha votato nei giorni scorsi all’unanimità la mozione bipartisan, nata su iniziativa del gruppo regionale del Pd, per l’adesione all’appello di Amnesty International contro la condanna a morte del ventenne saudita Ali Mohammed Baquir al-Nimr. La mozione comprende anche l’invito ai cittadini lombardi a sottoscrivere l’appello “#FreeNimr” attraverso il posizionamento di totem presso le sedi istituzionali della Regione, incluso lo Spazio Regione Lombardia ad Expo. La mozione è stata presentata in Aula dal primo firmatario, il capogruppo del Pd Enrico Brambilla.
La storia di Ali al-Nimr inizia il 14 febbraio 2012, quando l’allora diciassettenne attivista sciita, nipote del religioso Sheikh Nimr Baquir al-Nimr, viene arrestato e condotto in carcere di Damman. Il 27 maggio 2014 viene condannato a morte dal tribunale speciale di Gedda per reati che includono la “partecipazione a manifestazioni antigovernative”, l’attacco alle forze di sicurezza, la rapina a mano armata e il possesso di un mitra. Secondo Amnesty international Ali al-Nimr sarebbe stato indotto con la tortura a confessare crimini mai commessi, ma le autorità religiose si sarebbero rifiutate di indagare. La condanna è poi stata confermata dalla Corte penale speciale e dalla Corte suprema e ad agosto 2015 è stato dato mandato al ministro competente di eseguire la condanna.
Amnesty ha promosso il seguente appello alle autorità saudite:
-Annullare la condanna a morte e garantire che Ali al-Nimr sia sottoposto ad un processo equo;
-Aprire un’indagine indipendente sulle torture e maltrattamenti denunciati;
-Rispettare la convenzione dei diritti dell’infanzia, sottoscritta anche dall’Arabia Saudita, che vieta il ricorso alla pena di morte per i reati commessi da minori di diciotto anni;
-Stabilire una moratoria di tutte le esecuzioni in Arabia Saudita (ben 175 decapitazioni sono state eseguite secondo Amnesty tra agosto 2014 e giugno 2015) in vista dell’abolizione definitiva della pena capitale.
Qui la pagina del sito di Amnesty con l’appello: http://appelli.amnesty.it/arabia-saudita-pena-di-morte/