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Il Cremona presente al 77° anniversario dell’eccidio del Colle del Lys

L’Assessore Rodolfo Bona ricorda i giovani partigiani cremonesi uccisi dai nazi fascisti

| Scritto da Redazione
Il Cremona presente al 77° anniversario dell’eccidio del Colle del Lys

Il Comune di Cremona presente al 77° anniversario dell’eccidio del Colle del Lys

 L’Assessore Rodolfo Bona ricorda i giovani partigiani cremonesi uccisi dai nazi fascisti

 Cremona, 5 luglio 2021 - Al Colle del Lys, come da avviene da oltre 60 anni, si è tenuta ieri la cerimonia per commemorare i 2024 caduti delle valli di Lanzo, Susa, Sangone e Chisone, per onorare i partigiani che hanno perso la vita nelle battaglie delle “quattro valli” e ricordare i tanti cremonesi che in quelle zone hanno contribuito a conquistare la nostra libertà. In rappresentanza del Comune di Cremona è intervenuto l'Assessore con delega ai Percorsi sulla Costituzione Rodolfo Bona con il Gonfalone della nostra città scortato dall’Ufficiale Giorgio Catapane e dall’Agente Jurin Frigeri .

 Presenti alla cerimonia le delegazioni dell’ANPI di Cremona e Crema. L’orazione ufficiale è stata tenuta dal giornalista Gad Lerner.

 144 furono i morti e centinaia i feriti della 17a Brigata Garibaldi, composta da circa trecento uomini, tra cui alcuni inglesi ed ex prigionieri di guerra sovietici, ma anche da molti giovani cremonesi andati su quelle montagne a dare la loro vita per un’Italia più giusta e libera.

 Nella primavera del 1944, le formazioni partigiane si ingrandirono ovunque, soprattutto per l’afflusso di giovani renitenti al bando d’arruolamento imposto dalla Repubblica Sociale e dal Fascismo che aveva consegnato l’onore di una nazione alle truppe di occupazione naziste.

 In questo periodo nella zona del Colle del Lys nacque la 17a Brigata Garibaldi, intitolata a Felice Cima, studente universitario, sottotenente dell’esercito e membro del Comando militare unificato della Val di Susa, caduto il 27 novembre 1943. La Brigata era costituita da gruppi di partigiani provenienti da Val della Torre, Almese, Villardora e Condove, a cui si aggiunsero oltre cento giovani provenienti da Cremona che, durante la primavera del '44 e poi ancora l'anno seguente, raggiunsero le montagne sopra Torino per aderire al gruppo, che sarà tra i protagonisti della liberazione del capoluogo piemontese.

 La Brigata, che aveva posizionato i propri distaccamenti nei pressi di Rubiana, a Rocca della Sella, sul monte Arpon e nelle frazioni di Mollar, Favella e Mompellato, era piuttosto temuta dai tedeschi per il controllo che esercitava sul Colle del Lys, punto strategico all’imbocco della Valle di Susa e non lontano da Torino.

 A seguito degli scioperi nelle fabbriche del marzo '44, diramatisi anche grazie all'incitamento dei garibaldini nei comuni circostanti, approfittando del clima generale di agitazione i partigiani si impegnarono in azioni di rallentamento contro il nemico.

 All’alba del 2 luglio 1944, fu obiettivo di un feroce rastrellamento ad opera di un migliaio fra tedeschi e fascisti, deciso proprio in seguito all’accresciuta pericolosità dei partigiani che, con le puntate di fine giugno contro i presìdi militari di Rivoli, Avigliana e Bussoleno, nel fondovalle, avevano dimostrato di poter minacciare seriamente la ferrovia Torino - Modane.

 Il comando nazista, con autoblindo e motociclette armate di mitragliatrici, carri armati e cannoni, iniziò a salire da Almese verso Rubiana, spalleggiato da reparti di fascisti della GNR (Guardia Nazionale Repubblicana). Da qui avanzò con una manovra accerchiante mentre i cannoni sistemati sulla piazza del municipio sparavano verso le zone in cui si trovano i distaccamenti partigiani che, inizialmente, tentarono di contenere l’attacco ma furono poi costretti a disperdersi nei boschi verso Rubiana effettuando una manovra di sganciamento in varie direzioni. Durante i combattimenti vennero uccisi nove patigiani e ventitré catturati, torturati per ottenere informazioni ed infine fucilati. Sui loro corpi i nemici infierirono con sevizie terribili. Soltanto due giorni dopo i loro compagni, con l’aiuto dei contadini e di due parroci, riuscirono a recuperare le salme straziate, ricomporle e seppellirle nella fossa comune di borgata Airetta di Viù.

 I cremonesi uccisi furono Edoardo Boccalini 'Bucalet' (39 anni), Giampaolo Conca 'Paolo' (24 anni), Benito Faleschini 'Sauro' (18 anni), Franco Scala (24 anni) e Alfredo Zaniboni 'Fredo' (41 anni). L'allora comandante, Amedeo, detto Deo, Tonani, continuò con intraprendenza le attività della Brigata con azioni contro i nazi-fascisti, ma non tardarono purtroppo altri rastrellamenti, come quello del gennaio 1945, nel quale furono catturati e uccisi altri combattenti, fra i quali i cremonesi Attilio Novasconi 'Barbarossa' (24 anni), Leonida Panni 'Leo' (19 anni), Rosolino Righetti 'Nando' (35 anni). Più tardi, nel marzo dello stesso anno, caddero anche il comandante Deo Tonani (22 anni) e il vice Sergio Rapuzzi 'Pucci' (19 anni).

 L’ultimo comandante della Brigata, Enrico ‘Kiro’ Fogliazza, morto il 18 febbraio del 2013, raccomandava sempre, anche durante gli ultimi mesi della sua vita, di tenere viva la memoria di quanto accaduto in quelle valli. Non solo per mantenere il ricordo di quei fatti e dei suoi cari compagni, ma perché anche lì, dal loro sacrificio è nata la nuova Italia, repubblicana e democratica e lì sono state poste le basi della nostra Costituzione. Dal 7 luglio 2013 al Colle del Lys dove, dal 1955, sorge il monumento commemorativo, vi è una targa a ricordo di Enrico “Kiro” Fogliazza.

 “In quelle valli, dai primi di luglio del 1944 al 25 aprile del 1945, Kiro, allora ventiquattrenne, aveva trascorso i dieci mesi più importanti della sua vita. Vi era arrivato dal mondo chiuso della cascina cremonese - ricorda l’Assessore Bona - e, durante la guerra partigiana, era cresciuto, aveva imparato a conoscere ed a conoscersi, aveva visto cadere tanti giovani compagni. Aveva a sua volta rischiato la vita ma aveva anche imparato ad apprezzare la solidarietà delle popolazioni valligiane, comprendendo che l’unità vera di una nazione non si fonda su falsi proclami nazionalisti e sul primato di una nazione su un’altra, ma sulla comunanza di valori culturali profondi, che univano le popolazioni così lontane, quelle delle montagne e quelle della grande pianura, lungo il corso del Po, che per lui diventava Fiume di Libertà”.

 “Prima inconsapevole, aveva potuto incontrare, con grande sorpresa ma anche con grande soddisfazione - prosegue Rodolfo Bona - altri cremonesi che erano saliti lassù inviati, uno all’insaputa dell’altro, dalla rete clandestina del Partito comunista di Cremona e della resistenza antifascista. Qui aveva contribuito a dare vita e poi a consolidare il legame tra la nostra città e questa valle con una storia fatta di sacrifici, di lotte, di sangue ma anche di profondissimi e decisivi vincoli di amicizia e di fratellanza”.

 “Ebbene, in questa particolare occasione vorrei ricordare Kiro, amico e compagno, insieme all’ultimo dei ragazzi cremonesi di Val di Susa, Ivano Piazzi, il ‘Lupo’, il più giovane, che vi arrivò non ancora diciottenne e che ci ha lasciati quattro anni fa. Vorrei ricordare di lui tante cose ma, insieme al suo sorriso, soprattutto il suo infaticabile lavoro per trasmettere ai giovani i valori della Resistenza e della nostra Costituzione, nata dalla lotta di liberazione dal fascismo. Lupo lo ha fatto nelle scuole, raccontando ai giovani il significato profondo di quell’esperienza e poi attraverso Eurolys, nel quale tanto si è impegnato. Questo incontro internazionale coinvolge ragazzi provenienti da tutta Europa e si svolge ogni anno proprio al Colle del Lys in concomitanza delle commemorazioni. Il fine di Eurolys è di favorire la conoscenza tra le giovani generazioni europee e stimolare la riflessione sui valori fondanti la nuova Europa unita nata dalla Resistenza al nazifascismo. Valori di libertà, pace e uguaglianza, quanto mai fondamentali in una fase storica nella quale, in Italia e in Europa, tornano pericolosamente a riaffacciarsi nuovi nazionalismi e nuovi fascismi”, conclude l’Assessore Bona.

 

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