Martedì, 14 maggio 2024 - ore 10.11

Il punto di Rosario Amico Roxas. 2 giugno: ciò che non si insegna nelle scuole

Analisi critica della storia precedente alla nascita della Repubblica Italiana

| Scritto da Redazione
Il punto di Rosario Amico Roxas. 2 giugno: ciò che non si insegna nelle scuole

Sono trascorsi settant’anni da quel 2 giugno 1946, quando il popolo italiano votò il referendum che abrogò la monarchia, facendo diventare l’Italia una Repubblica pseudounitaria. Ma bisogna dare uno sguardo più dilatato nel tempo per capire le ragioni dell’attuale condizione sociopolitica dell’Italia, uno sguardo veloce, per sommi capi, ma sufficiente ad avere una panoramica ben diversa da quella che si insegna nelle scuole e che vediamo nella toponomastica di tutte le città, tutti i paesi, tutte le borgate, intitolate a presunti eroi, perché, malauguratamente, l’Italia ha bisogno di eroi per sostenere l’idea unitaria dell’Italia.

Oltre centocinquant’anni addietro c’erano una miriade di staterelli, che gli ambiziosi Savoia cercarono di unificare per generare un Regno Sabaudo. Il momento più specifico fu la piemontesizzazione del Regno delle Due Sicilie, con l’aggressione di Garibaldi con lo sbarco a Marsala con i suoi mille volontari. Ci volle il tradimento del generale Landi a Palermo, che fece ritirare le truppe borboniche, allettato dalla promessa garibaldina di premiare quel tradimento con 14.400 scudi. Il tradimento si reiterò a Napoli con il generale Lanza, che consigliò al re borbone di accettare la resa senza condizione alle truppe scalcinate dei garibaldini. Il motivo di tali aggressioni venne documentato con la sottrazione a mano armata dell’oro stivato nel caveau del Banco di Sicilia e successivamente nel Banco di Napoli, oro che i Savoia utilizzarono per pagare i loro debiti con i Roschild e finanziare lo sviluppo economico del lombardo-veneto.

L’Italia divenne una nazione, sulla carta “unitaria”, con lo Statuto Albertino che dominava la scena pubblica e che Carlo Alberto definì come «Legge fondamentale perpetua e irrevocabile della Monarchia sabauda». L’annessione al regno sabaudo provocò nel Mezzogiorno d’Italia leggi fino allora inedite, come la leva obbligatoria e la tassa sul macinato.

La storia poi precipita, in quanto la neonata nazione voleva dilatarsi: i sovrani sabaudi si servirono di Garibaldi, del tradimento e della corruzione per appropriarsi del Sud; ma si servirono anche della contessa di Castiglione per irretire Napoleone III e convincerlo a entrare in guerra accanto all’esercito sabaudo, contro l’Austria. Fu la prima guerra mondiale, voluta dalla Germania e dal suo Kaiser Guglielmo II, finita con una Germania con le ossa rotte.

Quindi fu il momento delle pagine nere dell’intera Europa, con le esperienze nazifasciste e le disastrose guerre che provocarono milioni di morti e la distruzione materiale dell’Europa. Fu la seconda guerra mondiale, sempre voluta dalla Germania, stavolta in mano all’austriaco Hitler, nella quale l’Italia partecipò con una alleanza sbagliata con la Germania, sostenuta dal sogno impossibile di “sedere al tavolo dei vincitori”.

In Italia fu la lotta partigiana a risollevare l’onore della nazione e dotarla di una delle migliori Carte Costituzionali del mondo Occidentale, Costituzione che, oggi, un manipolo di improvvisatori ha deciso di manomettere. Fu grazie a quella Costituzione che l’Italia divenne uno Stato, rispettato in tutto il mondo e risollevato dalla distruzione grazie a pubblici amministratori oculati.

Per quasi un ventennio produttivo, democratico-liberale, le sorti dell’Italia cambiarono, ma fu un cambiamento che si dimostrerà aleatorio. Seguirono altri ventenni (sembra proprio che la storia d’Italia vada suddivisa in ventenni: ventennio fascista, ventennio democratico-liberale, ventennio craxiano, ventennio berlusconiano) per giungere a una realtà, che vede l’Italia in piena terza guerra mondiale, sempre voluta dalla Germania, stavolta con il Kaiser Angela Merkel, che ha capito la lezione della storia e non ha schierato in trincea panzer e armi da fuoco, bensì le banche tedesche (in maggior parte statali), utilizzando come arma di distruzione di massa lo spread (monopolio tedesco) che permette speculazioni finanziarie a danno delle nazioni europee più deboli.

Mentre ci accingiamo a subire un ulteriore ventennio, non possiamo non rilevare che l’Italia, diventata Nazione, quindi Stato, non è, ancora, riuscita a diventare patria comune, con la discriminazione al posto della solidarietà, l’avidità al posto delle generosità, la corruzione al posto della trasparenza.

Rosario Amico Roxas

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