Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 22.54

Il punto di Rosario Amico Roxas. Al governo Renzi servono le ‘catene da neve’

«Una confisca dei beni in proporzione a quanto illecitamente arraffato avrebbe dato un segnale di rigore»

| Scritto da Redazione
Il punto di Rosario Amico Roxas. Al governo Renzi servono le ‘catene da neve’

Anche se l’inverno ha tardato e tarda ad arrivare, il governo Renzi dimostra di avere urgente necessità di “catene da neve”, per evitare guai peggiori agli sbandamenti ormai quotidiani. Aver salvato le banche amiche a spese dei piccoli risparmiatori ha rappresentato la valanga che travolge tutto ciò che incontra. Ora subisce una nuova sbandata, promettendo alle vittime designate un rimborso in segno di pentimento. Ma si tratterebbe di un rimborso a spese della collettività, mentre i responsabili del disastro finanziario si godono i milioni percepiti per la loro nefasta attività all’interno delle varie banche.

Una confisca dei beni in proporzione a quanto illecitamente arraffato avrebbe dato un segnale di rigore, in un momento dove il lassismo e il permissivismo dominano la scena. Chiederei senza peli sulla lingua a Renzi se valeva la pena inventare soluzioni bislacche, alla Berlusconi, per proteggere solo alcuni personaggi, solo perché legati da parentela con Ministri in carica; la cosa ci obbliga a pensar male, anche perché proveniamo da un ventennio nel quale abbiamo pagato e strapagato i vizi dell’allora Presidente del Consiglio, con laute concessioni di incarichi parlamentari, ministeriali, di candidature elettive bloccate, senza contare i posti di lavoro nelle varie tv, ivi compreso quelle di Stato e, conseguentemente, a costo pubblico.

Senza le catene da neve il governo Renzi continua a sbandare sulla scia del metodo berlusconiano, come è accaduto con l’abolizione della sovrattassa sulle barche di lusso, generando un ammanco di introiti dello Stato che sarebbero bastati per mantenere aperti i “punti nascita” di Lipari e altri centri dell’entroterra siciliano, dove una gravidanza nasce a rischio e il parto diventa una roullette russa.

Tra le misure promesse, fa bella mostra di sé l’assenza di una severa legge contro le grandi evasioni fiscali, così come appare un “pannicello caldo” la norma anticorruzione. Si tratterebbe di sfiorare i poteri forti, quelli che hanno garantito a Berlusconi vent’anni di malgoverno e di interessi privati in pieno stato di perenne conflittualità, che adesso vengono serviti e riveriti dal governo Renzi, come accaduto con la follia del salvataggio delle “banche amiche” e adesso con la promessa di rimborso alle vittime, ma non confiscando il bottino ai ladri, bensì penalizzando ulteriormente i contribuenti.

Altre paurose sbandate si evidenziano con ritmo giornaliero, quando nelle pagine del quotidiani non manca la notizia (che non fa più notizia) di arresto di un amministratore pubblico di area PD; ma stavolta non riguarda il governo, bensì il partito e le sue fatiscenti strutture di controllo, ma sempre Renzi è al centro dell’attenzione, perché del PD ha voluto essere il Segretario, sommando due incarichi che mai nessuno aveva ricoperto in oltre sessant’anni di democrazia parlamentare, neanche i politici quelli veri, quelli che seppero ricostruire l’Italia uscita distrutta dalla seconda guerra mondiale.

Il silenzio di Berlusconi e la farsa dell’atteggiamento avverso a Renzi completano il panorama nel quale non si intravede, neanche guadando al remoto orizzonte, una soluzione innanzitutto morale; tutto quello che Berlusconi avrebbe sperato di ottenere con gli scellerati “patti del Nazareno” glielo sta offrendo Renzi, seguendo pedissequamente gli itinerari berlusconiani che, a loro volta, ricalcavano il “Piano di rinascita democratica” della P2 che fu poi di Forza Italia, a cominciare dalla struttura snodata in tanti “club promotori composti da uomini politici e rappresentanti della società civile”: l’idea ispiratrice che Renzi tenta di applicare anche al PD, con un’unica differenza dal piano piduista: Gelli richiedeva a tutti i promotori di essere “inattaccabili per rigore morale, capacità e onestà”: Forza Italia nacque invece per iniziativa di personaggi del calibro di Marcello Dell’Utri, Cesare Previti e Filippo Alberto Rapisarda, che portò in dote i legami con la mafia, diventando il peggiore accusatore di Dell’Utri, mentre Renzi si è fatto il difensore dei personaggi con la vocazione di svuotare le casse degli Enti loro affidati.

Rosario Amico Roxas

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