Sabato, 27 aprile 2024 - ore 23.39

Il punto di Rosario Amico Roxas. Renzi: un centro che guarda a destra?

Trasmettiamo l’analisi di Rosario Amico Roxas sul Presidente del Consiglio

| Scritto da Redazione
Il punto di Rosario Amico Roxas. Renzi: un centro che guarda a destra?

La collocazione politica di Matteo Renzi è diventato un mistero, paragonabile al quarto messaggio di Fatima, che c’è o che non c’è… mistero! Come segretario del PD dovrebbe rappresentare e coniugare le due anime del partito, rappresentate dagli ex comunisti convertiti al sistema democratico e dagli ex DC convertiti alla laicità in politica. Come Presidente del Consiglio dovrebbe (o avrebbe dovuto) dedicarsi alla ricerca del Bene Comune, equilibrando le finanze dello Stato, fin troppo sbilanciate alla tutela di un capitalismo ormai in disarmo e dei capitalisti che hanno provveduto a collocare all’estero le loro finanze temendo ciò che Renzi avrebbe potuto fare, ma che si è ben guardato dal realizzare. Nella campagna elettorale per le primarie del PD, Renzi promise mari e monti (pochi mari e almeno 3 monti), fu così che in molti lo votammo, indicandogli la via per scalare il potere. La scalata avvenne, ma avvenne anche una sosta imprevista, fu una fermata facoltativa, ma divenne portatrice di tutte le contraddizioni che stanno punteggiando l’attività del governo. Fu la sosta al Nazareno, dove si incontrò con un Berlusconi boccheggiante, in fase politica terminale, privato di tutti i diritti civili e politici, espulso dal Senato e dichiarato dalla Banca d’Italia «non più in possesso di onorabilità».

Renzi lo rianimò, gli fornì ossigeno, ricostituenti e sostegni fisici e morali, di una moralità fin allora sconosciuta a Berlusconi, già diventato pregiudicato a norma di legge. Renzi consegnò a Berlusconi una carta bianca sulla quale lo stesso Berlusconi scrisse le sue memorie fallite, inserendo tutti i provvedimenti che il Parlamento era riuscito a impedirgli, imponendo a Renzi l’onere di realizzare tutto ciò che non era stata capace lui stesso, pur con una maggioranza bulgara. B. scrisse la legge elettorale, senza inserire le preferenze che il popolo chiedeva per scegliere i propri rappresentanti; le preferenze avrebbero ripulito il Parlamento di quei personaggi, tanto cari a Berlusconi, che gli elettori non avrebbero votato neanche sotto tortura. Quindi pose il veto a qualunque legge intesa a perseguire la corruzione; stessa sorte per il reato di Falso in Bilancio, del Conflitto di Interessi, della lotta all’evasione fiscale. Praticamente tutto l’opposto di quanto Renzi aveva promesso in campagna elettorale per le Primarie. Praticamente Renzi operò il miracolo delle resurrezione di Berlusconi, che, a sua volta, tornò a sentirsi il sale della terra, con affermazioni di autoesaltazione che non si possono elencare, pena la riduzione di una qualsivoglia analisi a copione di una farsa.

Oggi ci chiediamo: dove è collocato Renzi? Non c’è dubbio che l’affermazione secondo la quale la DC era un «Partito di centro che guardava a sinistra» non riguarda il Renzi ex DC; ma dove guarda nella prospettiva futura? L’impressione è che guardi con eccessivo interesse a destra, ma quale destra? La destra italiana è allo sbando, in mano a improvvisati leader populisti, che agiscono seguendo i sondaggi, perché totalmente privi di una propria ideologia liberal-democratica-sociale, al punto di essere scivolati nell’adesione a un nuovo liberismo berlusconiano, che è la causa prima dello sfacelo economico e morale della nazione.

Ma Renzi con chi cerca il dialogo per future alleanze di quel sogno impossibile di un Partito della Nazione? Berlusconi, che guarda i suoi conti bancari? Salvini, che non sa dove guardare? Meloni & La Russa, che guardano a Mussolini? Storace, che guarda a Predappio? Alfano, che guarda il dito che indica la luna?

Rosario Amico Roxas

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