Ormai c’è poco da commentare, abbiamo due nemici da affrontare e non sappiamo nemmeno quale dei due sia il più pernicioso.
Da una parte ci sono i professionisti del terrore, che si drogano per superare, innanzitutto, le loro paure, quindi quello che si sta rivelando come un nemico insidioso e sarebbe rappresentato dai professionisti del potere, ai quali, con incoscienza, si dà voce e si permette che parlino al popolo italiano dall’alto di programmi tv senza né capo né coda, dove gli intervenuti, retribuiti con un minimo di 25.000 euro, sproloquiano senza neanche capire ciò che stanno dicendo. La gente (che poi sarebbe il popolo elettore) ha paura? Allora si deve urlare per dimostrare una forza che non si possiede. Si auspica una guerra totale contro un nemico che non si vede se non quando colpisce a tradimento.
L’assedio diplomatico non viene preso in considerazione, fingendo di ignorare che questi terroristi sono regolarmente finanziati dagli stessi imprenditori ai quali si vuol far credere che la sola via contro il terrorismo è un terrorismo più crudele. Così un Salvini qualunque ci propone la sua ricetta magica che si compone di bombe, missili (ma che, almeno siano intelligenti) e soldati, tanto chi predica non solamente non sarà direttamente della partita, ma nemmeno i suoi parenti fino al VI grado. Interviene anche Berlusconi, ma solo per compiacere Salvini, per averne una alleanza che dovrebbe riportarlo a galla, come quando vendette la partecipazione alla guerra in Iraq, vendendo in unica soluzione anche la vita di 19 nostri soldati. Non accenno neanche agli interventi della Santanchè, per non disturbare l’apparato digerente dei lettori. Rimane così solo una presa d’atto che ci dimostra come la genialità pura è capace di anticipare anche la storia.
Trilussa
La ninna nana de la guerra (1914)
Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finché dura sto macello:
fa la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!
Il punto di Rosario Amico Roxas. Solo Trilussa aveva capito tutto
Il nostro opinionista si rifà al componimento dialettale del grande poeta romano
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