Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 21.17

Il punto di Rosario Amico Roxas. Solo Trilussa aveva capito tutto

Il nostro opinionista si rifà al componimento dialettale del grande poeta romano

| Scritto da Redazione
Il punto di Rosario Amico Roxas. Solo Trilussa aveva capito tutto

Ormai c’è poco da commentare, abbiamo due nemici da affrontare e non sappiamo nemmeno quale dei due sia il più pernicioso.

Da una parte ci sono i professionisti del terrore, che si drogano per superare, innanzitutto, le loro paure, quindi quello che si sta rivelando come un nemico insidioso e sarebbe rappresentato dai professionisti del potere, ai quali, con incoscienza, si dà voce e si permette che parlino al popolo italiano dall’alto di programmi tv senza né capo né coda, dove gli intervenuti, retribuiti con un minimo di 25.000 euro, sproloquiano senza neanche capire ciò che stanno dicendo. La gente (che poi sarebbe il popolo elettore) ha paura? Allora si deve urlare per dimostrare una forza che non si possiede. Si auspica una guerra totale contro un nemico che non si vede se non quando colpisce a tradimento.

L’assedio diplomatico non viene preso in considerazione, fingendo di ignorare che questi terroristi sono regolarmente finanziati dagli stessi imprenditori ai quali si vuol far credere che la sola via contro il terrorismo è un terrorismo più crudele. Così un Salvini qualunque ci propone la sua ricetta magica che si compone di bombe, missili (ma che, almeno siano intelligenti) e soldati, tanto chi predica non solamente non sarà direttamente della partita, ma nemmeno i suoi parenti fino al VI grado. Interviene anche Berlusconi, ma solo per compiacere Salvini, per averne una alleanza che dovrebbe riportarlo a galla, come quando vendette la partecipazione alla guerra in Iraq, vendendo in unica soluzione anche la vita di 19 nostri soldati. Non accenno neanche agli interventi della Santanchè, per non disturbare l’apparato digerente dei lettori. Rimane così solo una presa d’atto che ci dimostra come la genialità pura è capace di anticipare anche la storia.

Trilussa

La ninna nana de la guerra (1914)

Ninna nanna, nanna ninna,

er pupetto vò la zinna:

dormi, dormi, cocco bello,

sennò chiamo Farfarello

Farfarello e Gujermone

che se mette a pecorone,

Gujermone e Ceccopeppe

che se regge co le zeppe,

co le zeppe d’un impero

mezzo giallo e mezzo nero.

Ninna nanna, pija sonno

ché se dormi nun vedrai

tante infamie e tanti guai

che succedeno ner monno

fra le spade e li fucili

de li popoli civili

Ninna nanna, tu nun senti

li sospiri e li lamenti

de la gente che se scanna

per un matto che commanna;

che se scanna e che s’ammazza

a vantaggio de la razza

o a vantaggio d’una fede

per un Dio che nun se vede,

ma che serve da riparo

ar Sovrano macellaro.

Chè quer covo d’assassini

che c’insanguina la terra

sa benone che la guerra

è un gran giro de quatrini

che prepara le risorse

pe li ladri de le Borse.

Fa la ninna, cocco bello,

finché dura sto macello:

fa la ninna, ché domani

rivedremo li sovrani

che se scambieno la stima

boni amichi come prima.

So cuggini e fra parenti

nun se fanno comprimenti:

torneranno più cordiali

li rapporti personali.

E riuniti fra de loro

senza l’ombra d’un rimorso,

ce faranno un ber discorso

su la Pace e sul Lavoro

pe quer popolo cojone

risparmiato dar cannone!

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