LA POLITICA ED IL TERRITORIO. L’articolo apparso su stampa locale in data 24.02.2011 a firma di Pezzoni induce a riflessioni più ampie.
Il cittadino comune viene spesso informato dei fatti solo dalla stampa( per merito di qualche cronista avveduto e attento) e solo quando il problema è venuto a galla per motivi contingenti e di cronaca : cioè a fatti compiuti o ampiamente annunciati.
Ma il cittadino spesso ha anche un cervello e si domanda che cosa ci sia dietro la notizia.
Se vogliamo riferirci alle note vicende “Tamoil” e “Pendolino” lo stesso cittadino si domanda come mai la politica politicante si interessa dei problemi solo quando i giochi sono fatti.
In casa dei miei nonni e dei miei genitori si usava dire che ,quando si veniva a sapere qualcosa in casa, significava che almeno metà del mondo ne era già a conoscenza.
Lo stesso cittadino non può non pensare che “ I pochi” erano già da tempo a conoscenza delle condizioni e del perché i fatti si sono verificati.
“I pochi” sono i nostri rappresentanti al Governo,in Parlamento,in Regione, in Provincia ed in Comune, in ordine di importanza e di tempo.
Possiamo anche pensare che questi “pochi” non erano al corrente di nulla, sempre in ordine di importanza.
Ma in tale circostanza ci si deve porre il problema della adeguatezza di tali personaggi.
Quando si vive per buona parte del mese e Roma o a Milano o a contatto diretto con le istituzioni locali si è portati a pensare che l’impegno non sia solo di impegno ordinario.
“Ma anche” di “intelligence”.
Se non si hanno gli strumenti (informatori attenti) o queste facoltà sta forse a significare che i protagonisti sono stati scelti con criteri non collaudati : vale per tutti gli schieramenti.
Purtroppo gli effetti si vedono dopo.
Ma si viene a sapere dopo se chi ha il difficile compito di mandare avanti i personaggi in argomento non possiede o non vuole usare criteri di adeguatezza.
Ma anche di conoscenza diretta del territorio da parte degli eletti ( “i nominati” spesso vengono da lontano).
Le conseguenze le vediamo tutti.
Non posso e non voglio credere che del caso Tamoil nulla fosse trapelato prima della notizia di cronaca, molto tempo prima.
Quindi tornando alle considerazioni politiche del sig.Pezzoni, considerazioni giuste e puntuali, manca però un dettaglio:
il problema politico doveva e sicuramente poteva essere sollevato prima della notizia.
In un mondo che già due anni fa presentava evidenti e lampanti i problemi sociali e di lavoro , chi è stato eletto per lavorare e vigilare si doveva già porre il problema in chiave politica.
Non è necessario essere indovini.
Non è necessario essere particolarmente dotati per capire che del caso “Tamoil” si doveva parlare ( anche nel modo non specifico) durante la visite di Stato ( reciproche e ripetute) fra Italia e Libia.
Se la famiglia di un Capo di Stato possiede le azioni di una azienda italiana si può presumere che si possa chiedere allo stesso come intenda condurre la politica di investimenti in Italia .
Se queste domande non sono state fatte sta a significare che:
-non sono state sollecitate da nessuno;
-non sono state fatte perché “non ritenuto opportuno”;
-se non è stato ritenuto opportuno sarebbe normale sapere il perché;
-fra una cavalcata di Berberi ed una lezione di Corano con pubblico pagato si è parlato di tutto meno che delle cose sostanziali;
-“il baciamano” lascia pensare a tutto e di più, ma che non riguarda la vita sociale e dei lavoratori;
Gli incontri ora programmati , ma ormai improbabili, con l’assistenza del Governo non serviranno a molto , se non a prendere atto della situazione contingente.
Cordialità e buon lavoro.
MARIO SUPERTI
CREMONA
Il territorio e la politica
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