Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 01.41

Il vino bresciano augura un Natale made in Brescia

Vino bresciano: rinnovare il patto tra produttore e consumatore per un settore che ha sofferto e soffre ancora molto, ma vuole guardare avanti.

| Scritto da Redazione
Il vino bresciano augura un Natale made in Brescia

Il settore vitivinicolo bresciano ha perso oltre 60 milioni di euro nel 2020, con un calo del fatturato stimato intorno al 20%. Così i dati dell’ultima Annata Agraria di Coldiretti Brescia fotografano un mercato fortemente danneggiato dall’emergenza sanitaria, che non ha purtroppo risparmiato nessuna filiera agroalimentare del territorio.

Sebbene la ripresa dei consumi del periodo estivo abbia dato un piccolo respiro al comparto, il fatturato registrato non ha certamente compensato le perdite subite. Soprattutto per i prodotti di fascia alta, fortemente condizionati dalle restrizioni anti Covid e dalle tensioni dei mercati internazionali. In primis, la drammatica contrazione del canale Horeca a seguito delle misure di sicurezza messe in campo a più riprese. Poi, la pressoché totale scomparsa del flusso turistico, confermata anche per il periodo natalizio. Altre preoccupazioni riguardano le esportazioni, che per Brescia rappresentano circa il 25% della produzione con un indotto di oltre 90 milioni di euro, e il negoziato sulla Brexit, in quanto il mercato britannico rappresenta un buon terreno di espansione commerciale, soprattutto per le nostre bollicine.

“Tra gli imprenditori vitivinicoli c’è incertezza e preoccupazione - commenta Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Brescia e nazionale - ma il nostro territorio ha le potenzialità per ripartire. Grazie all’azione di Coldiretti sono già state adottate diverse misure per dare liquidità alle aziende, ridurre le giacenze di vini e uve della nuova vendemmia, garantire sgravi contributivi e promuovere il consumo dei prodotti italiani. L’internazionalizzazione, poi, è una scelta obbligata per il nostro Paese, che deve cogliere questo momento di crisi per organizzare un piano straordinario di espansione sui mercati esteri, con la creazione di nuovi canali commerciali e una massiccia campagna di comunicazione, valorizzando il ruolo dell’ICE e il sostegno delle ambasciate”.

I viticoltori della nostra provincia, intanto, stanno affrontando la crisi con impegno e determinazione. E puntano soprattutto sulla qualità e sul rapporto con i consumatori. “La situazione è realisticamente preoccupante - racconta Giovanna Prandini, imprenditrice vitivinicola di Lonato del Garda – il fermo della ristorazione ci ha privati dei nostri primi ambasciatori sul territorio. Da domenica 13 dicembre siamo in zona gialla e stiamo già lavorando per creare nuovi servizi al settore Horeca così duramente colpito. Stiamo promuovendo in questi mesi un dialogo diretto con i nostri clienti, partecipando ai mercati Coldiretti e con consegne a domicilio nonché con un nuovo portale per le degustazioni e visite in cantina. In vista del Natale, è fondamentale rafforzare il patto con i consumatori, puntando sulla valorizzazione della qualità dei vini bresciani e incentivando gli acquisti e i regali a km zero”.

Durante le feste, non si potranno organizzare cenoni, ma l’augurio è che i bresciani scelgano di pasteggiare con le eccellenze agroalimentari e le bollicine del nostro territorio. Proprio dalle bollicine della Franciacorta Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta e imprenditore vitivinicolo, ci racconta le dinamiche del mercato: “da questa situazione abbiamo imparato a sopravvivere, ma abbiamo anche compreso l'importanza della diversificazione dei mercati per area geografica e per canale. Impensabile snobbare i principali mercati export, così come l'e-commerce, che può essere gestito in azienda ma anche affidato alle enoteche, che nel frattempo si sono specializzate con servizi ad hoc. Per tutti, poi, sarà fondamentale tornare ad aprire le porte della cantina e accogliere gli appassionati, occasioni di confronto e di crescita importanti!”.

Sempre dalla Franciacorta arriva la voce di Luigi Biolatti, viticoltore di Erbusco: “il mese di novembre ha visto enoteche e rivendite in attività, permettendo un flusso di vendite legate alla richiesta natalizia, anche se è mancata la grande fetta di mercato della ristorazione. Ora vedremo come risponderà il mercato da qui a fine anno, in seguito alle riaperture. Quello che oggi paga particolarmente è la richiesta di prodotti di alta qualità”.

Secondo Davide Lazzari, giovane viticoltore di Capriano del Colle, le difficoltà hanno radici più profonde: “tutto il settore vinicolo si trova ad affrontare una crisi senza precedenti, dovuta alla tendenza in atto da decenni che vede il vino considerato sempre meno come un alimento, ma sempre più come una bevanda da compagnia. Il Natale 2020 rappresenterà inoltre il punto massimo del dualismo che lo caratterizza nell’epoca in cui viviamo, maggiormente polarizzato nell’anno della pandemia: da una parte i vini nel canale GDO, che meglio riescono a reggere l’impatto negativo, dall’altra i vini dedicati all’Horeca”.

La vendita diretta, come testimonia Francesco Averoldi, viticoltore di Bedizzole, rappresenta infine un canale importante per superare questa fase critica: “le restrizioni attuate in Paesi come Stati Uniti, Germania e Svizzera impattano negativamente sull’export del nostro vino, che però vede nella vendita diretta circa l’80% della distribuzione. Un’attività portata avanti a pieno regime anche nei momenti più difficili grazie alle consegne a domicilio. Inoltre, i consumatori stanno rispondendo positivamente all’appello di consumare prodotti del territorio: la richiesta di bottiglie per comporre cesti natalizi si conferma in linea con gli ordini dell’anno scorso”.

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