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il” violino di Andrea Amati per Giovanni Angeleri

| Scritto da Redazione
il” violino di Andrea Amati per Giovanni Angeleri

Domenica 20 gennaio al Museo Civico di Cremona
“il” violino di Andrea Amati per Giovanni Angeleri realizzato a metà del Cinquecento per il sovrano Carlo IX di Francia è uno dei più antichi strumenti esistenti
Non capita spesso di poter ascoltare un violino realizzato quattro secoli e mezzo fa. Domenica 20 gennaio, alle 11, al Museo Civico di Cremona Giovanni Angeleri suonerà proprio uno strumento realizzato da Andrea Amati intorno al 1566.
L’audizione – promossa da Comune di Cremona, Fondazione Stradivari e Cremonabooks – offre peraltro motivi di interesse ancora superiori al già eclatante dato storico. Giovanni Angeleri, infatti, è una stella di prima grandezza del concertismo internazionale, vincitore tra l’altro del Primo Premio al Concorso Paganini di Genova nel 1987. Nella lunga storia della rassegna solo tre italiani hanno ottenuto l’ambito riconoscimento.
Ugualmente importante il violino, realizzato intorno al 1566 da Andrea Amati per l’orchestra di Carlo IX re di Francia, tanto che sulla tavola e sul fondo reca le insegne imperiali, mentre sulle fasce rifulge ancora il motto del sovrano, “Pietate et Justita”, scritto in lettere d’oro. Oggi appartiene alla Collezione Civica degli Archi di Palazzo Comunale a Cremona.
Andrea Amati è, peraltro, la figura probabilmente più importante della storia della liuteria, per il contributo di innovazione e per l’influenza esercitata sui suoi successori: a metà del Cinquecento fondò una tradizione, sviluppò un metodo costruttivo estremamente efficiente che trasmise ai figli ed ai loro allievi.
Lo strumento veniva realizzato ed assemblato intorno ad una forma coerente al profilo interno della cassa armonica. Per questo il liutaio era in grado di completare con precisione ed in tempi relativamente brevi manufatti sempre simili ed apportare, in ogni nuovo esemplare, modifiche controllabili che avrebbe poi potuto mantenere o escludere. Proprio questa facoltà permise ad Amati di elaborare con precisione forma ed aspetto generale, dimensioni e carattere dello strumento. Nei secoli successivi i musicisti decretarono l’eccellenza di questi strumenti, così che un numero crescente di epigoni scelse di seguire, almeno in parte, la sua lezione, valida ancora oggi.
La storia successiva ha sancito che “il” violino rispettasse proprio questi canoni. Il modello e la misura della cassa armonica, i raggi delle bombature di tavola e fondo, la dimensione e lo sviluppo geometrico della spirale della testa dei suoi strumenti sono assolutamente moderni e ideali. Ma lo è soprattutto il suono, tanto che il programma scelto da Angeleri spazia tra tre secoli di letteratura solistica, sviluppando un avvincente percorso che partendo dalla Terza Partita di Bach esplora il lirismo della Sonata XXIII di Tartini, i romantici funambolismi ottocenteschi dei Capricci di Paganini, le evoluzioni contrappuntistiche di Telemann e la fantasia musicalmente proteiforme di Kreisler.
Prendendo come punto di riferimento la tradizione storica del violino, i brani ricercano un dialogo con l’evoluzione del gusto e della tecnica interpretativa. In questa ricognizione a volte emergono le sonorità pure del violino, a volte si creano nuove forme e relazioni armoniche, dove lo strumento – ancorché consacrato da quattro secoli di musica colta - guadagna uno spazio nuovo e inusitato alla percezione dell’ascoltatore.
Le  “Audizioni al Museo” – realizzate all’interno del progetto culturale “friends of Stradivari” offrono dunque una interessante proposta di riflessione sull’evoluzione della tecnica e scrittura violinistica, soprattutto se applicata al violino che, in cinque secoli, subisce solo piccole modifiche. Ma possono anche servire a ripensare quel rapporto tra pertinenza stilistica, strumento ed esecutore, che, nel Novecento, a seguito di ricerche musicologiche ed organologiche, ha permesso agli interpreti nuove facoltà espressive, talché la riscoperta di suoni antichi è occasione per rivelarne l’originale bellezza e, allo stesso tempo, la prorompente modernità.
 
Il biglietto per assistere al concerto costa 3 Euro più l’ingresso al Museo Civico; può essere acquistato in prevendita presso il Bookshop del Museo (via Ugolani Dati, 4 - tel. 0372 803622 - bookshopcr@gmail.com) o la Libreria Cremonabooks (Largo Boccaccino 12/14 - tel. 0372 31743).
 
L’ingresso in sala è consentito fino a 10 minuti prima dell’inizio del concerto.
 
DOMENICA 20 GENNAIO, ore 11
Sala San Domenico del Museo Civico
Giovanni Angeleri
violino Andrea Amati, Carlo IX, 1566 c.
 
presentazione dello strumento a cura di
Fausto Cacciatori
conservatore della collezione “friends of Stradivari”
 
programma
 
Georg Philipp Telemann
Fantasia n.1 in Si bemolle maggiore
 
Giuseppe Tartini                
Sonata XXII del volume autografo in la minore
 
Johann Sebastian Bach   
Partita n.3 in Mi maggiore, BWV 1006
 
Niccolò Paganini
Due Capricci dall’Op.1
 
Fritz Kreisler                       
Recitativo e Scherzo Capriccio Op.6
 
 
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Giovanni Angeleri

Nato in una famiglia di musicisti, fin dall'infanzia si è dedicato anche allo studio della Musica antica con strumenti originali. Giovanissimo ha iniziato la carriera concertistica affermandosi in prestigiosi Concorsi internazionali: il suo nome compare infatti nell'Albo d'oro dei vincitori del “Kreisler” di Vienna, del “Lipizer”, dell'”UNISA” di Pretoria, e del "Vaclav Huml" di Zagabria di cui è stato il primo e tuttora unico vincitore italiano del Primo Premio assoluto. Il definitivo riconoscimento sulla scena dei grandi Concorsi Internazionali gli è venuto dalla vittoria del "Paganini" di Genova nel 1997.
Da allora svolge intensa attività concertistica e di docenza. Dal 1998 è direttore e solista dell'Orchestra delle Venezie.

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Fondazione Antonio Stradivari
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26100 Cremona
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