I numerosi incendi che quest’estate hanno devastato l’Italia e il Mediterraneo sono arrivati in concomitanza con temperature da record: i dati raccolti da Copernicus, il programma di punta per l’osservazione della Terra offerto dall’Unione europea, mostrano che l’estate 2021 – intesa come i mesi di giugno, luglio e agosto – è stata la più calda mai registrata nel Vecchio continente.
La temperatura media dell’aria superficiale tra giugno e agosto 2021 in Europa è stata infatti «quasi 1°C superiore rispetto alla media del periodo 1991-2020», rendendo quella di quest’anno l’estate più calda nel dataset di Copernicus, seppur con «un margine minimo dal momento che le precedenti estati più calde, nel 2010 e nel 2018, sono state solo di circa 0.1°C più fresche».
Guardando più in dettaglio all’ultimo mese, in Europa l’agosto 2021 ha registrato temperature simili alla media nel periodo 1991-2020, ma con condizioni differenti nel continente: temperature massime da record nei paesi del Mediterraneo; temperature più alte della media ad est; temperature sotto la media al nord.
Si tratta dell’ennesima conferma che arriva dal fronte della crisi climatica in corso, e che vede il nostro Paese particolarmente esposto al corso degli eventi. L’Italia fa infatti registrare un primato negativo rispetto al 1880, dato che la temperatura media è aumentata di quasi 2,4°C, ovvero molto più velocemente della media mondiale intorno a +1°C.
Eppure guardando al di là del temporaneo crollo delle emissioni climalteranti nel 2020 – legato alle dinamiche della pandemia –, a fine 2019 le emissioni di CO2 italiane erano pressoché paragonabili a quelle registrate nel 2014: di fatto, cinque anni di stallo. Lo stesso vale per le rinnovabili, le cui installazioni sempre dal 2014 crescono col contagocce.
(Fonte Greenreport.it)