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In Italia, 12 milioni di tonnellate di residui di lavorazione agroindustriale

| Scritto da Redazione
In Italia, 12 milioni di tonnellate di residui di lavorazione agroindustriale

In Italia, 12 milioni di tonnellate di residui di lavorazione agroindustriale: a BioEnergy Italy, le strategie per sfruttarli per la produzione di energia.
Nell'ambito di BioEnergy Italy (Fiera di Cremona, 5-7 marzo 2014) si terrà il 4° Food BioEnergy realizzato in collaborazione con AITA (Associazione Italiana Tecnologia Alimentare) e con il patrocinio di ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile).

Cremona, 21 gennaio 2014 – Conversione energetica delle biomasse: con il grande potenziale che l'Italia ha a disposizione grazie all'industria agroalimentare, è fondamentale capire come sfruttare al massimo le risorse che abbiamo a disposizione. Questo è l'obiettivo primario del 4° Food BioEnergy in programma il 5 marzo nell'ambito di BioEnergy Italy, il punto di riferimento fieristico nazionale per le fonti rinnovabili di energia.

Nell'ambito del seminario interverrà tra gli altri anche Giacobbe Braccio, responsabile Unità Tecnica Tecnologie di Trisaia che fa capo ad ENEA, che tratterà lo stato dell'arte e degli aggiornamenti normativi della conversione energetica delle biomasse. L'abbiamo intervistato per avere alcune anticipazioni.

Quanto è ancora conveniente l'impiego delle biomasse?

“Dopo la chiusura dell'incentivazione sul fotovoltaico, le biomasse sono quelle che trovano il principale interesse degli operatori industriali grazie alla loro versatilità. Possono essere fonti di energia termica, elettrica, biocarburanti e, non da ultimo, bioprodotti. Quest'ultimo aspetto è di grande attualità nell'ottica della bioraffineria; infatti, in aggiunta al piano UE 20/20/20 (ridurre le emissioni di gas serra del 20%; alzare al 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili; portare al 20% il risparmio energetico: il tutto entro il 2020), c'è l'obbligo del 10% di biocarburanti entro il 2020 e del 30% di bioprodotti entro il 2030.

L'impiego di biometano all'interno della rete e per l'autotrazione di recente approvato, quali scenari potrebbe aprire per il settore agroindustriale?

“Il settore agroindustriale, in aggiunta a prodotti di qualità può essere fonte di biocarburante sostenibile prodotto in Italia, contribuendo al raggiungimento del 10% di biocarburanti al 2020.

Dal punto di vista trasporti, si chiude il ciclo su una applicazione dove l'Italia ha notevole competenze ed è abbondantemente prima nell'Unione Europea. L'Italia con circa 850mila autoveicoli a gas naturale copre circa il 77% dell'intero mercato dell'Unione, pari a circa 1.100.000 auto.”

Le nuove professionalità richieste nel settore delle bioenergie sono sufficientemente disponibili o servono operatori maggiormente preparati? “Per quanto riguarda il processo di upgrading del biogas per rendere il biometano idoneo alla rete gas, o ancora nel caso dei processi di gassificazione e dei sistemi di purificazione, c'è ancora molto bisogno di professionalità preparate; il tutto per rendere gli impianti affidabili in termini di produttività. Si può comunque affermare che tra le varie fonti rinnovabili di energia le biomasse continuano ad essere quelle che portano una maggiore nuova occupazione.”

2014-01-22

 

 

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