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Intervista a Emilio Tanzi: ‘Come ho trovato e come cambierà Cremona Solidale’

Emilio Tanzi , direttore generale di Cremona Solidale, si è insediato nell’ottobre 2015. Gli abbiamo posto alcune domande su come ha trovato ( punti di debolezza e di forza) e su come potrebbe cambiare la struttura. Le risposte sono molto interessanti e chiare. Sicuramente faranno discutere sia la ‘politica’ che i dipendenti ed il loro sindacati. Infine valuta il rapporto fra Comune , Fondazione Città di Cremona ed Azienda Cremona Solidale ‘ottimo e progettuale’ . E di questi tempi non è cosa da poco.

| Scritto da Redazione
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Come ha trovato l’Azienda? Quali aspetti positivi e quali aspetti negativi la caratterizzano?

Sono due gli aspetti che rappresentano i principali punti di forza di Cremona Solidale. Il primo è dato dall’ampia varietà di servizi che l’Azienda è in grado di offrire alle persone anziane e ai loro familiari. I nostri servizi vanno dall’assistenza a casa dell’anziano (Assistenza Domiciliare Integrata) sino al vero e proprio ricovero in struttura (Residenza Sanitaria Assistenziale), passando per forme intermedie di tutela (Centri Diurni Integrati e Alzheimer; Comunità Alloggio). Il nostro Punto Info svolge un’importante attività di presa in carico della persona fragile: attraverso i colloqui con i nostri operatori, si giunge a un’attenta analisi del bisogno e si trova la soluzione più adatta alle sue esigenze. E se i bisogni cambiano (la salute peggiora; si diventa sempre più fragili; il figlio/la figlia non riescono più a gestire l’anziano a casa; etc.), noi siamo in grado di accompagnare la persona da un servizio all’altro, senza mai abbandonarlo a sé stesso. Il secondo punto di forza di questa Azienda è sicuramente rappresentato dalla qualità dei servizi offerti. Come nostra prassi annualmente viene somministrato un questionario per la misurazione della qualità percepita e i risultati raccolti sono sempre molto positivi. Allo stesso modo, abbiamo predisposto un sistema di indicatori legati alla certificazione ISO e in questi anni si è assistito ad un miglioramento delle performance di servizio e ad un innalzamento dei parametri prestazionali garantiti (minuti di assistenza offerti per singolo ospite; mix di figure professionali presenti in struttura).

Ovviamente ci sono anche aspetti da migliorare. Anche in questo caso ne individuo due. Il primo è sicuramente rappresentato da una certa auto-referenzialità caratterizzante questa Azienda; sarà la storia che in alcuni casi diventa più un vincolo che una risorsa … sarà la stanchezza che si respira tra un personale che inizia ad avere sulle spalle parecchi anni di servizio … ma Cremona Solidale – date le sue dimensioni e professionalità - dovrebbe essere un punto di riferimento per il pensiero geriatrico lombardo e farsi promotrice di innovazioni e sperimentazioni che – però – in questi anni sono mancate. Ed è un vero peccato perché le potenzialità di sono; bisogna solo sfruttarle meglio. Secondo punto di debolezza da affrontare in modo deciso è sicuramente rappresentato dalle modalità di gestione delle risorse umane; arrivando ho visto un approccio troppo burocratico e poco orientato alle logiche del management. E considerando che il personale – in particolar modo quello socio-sanitario e assistenziale – rappresenta il fattore produttivo più importante per un’Azienda come la nostra, ritengo che sia necessario un cambio di rotta: maggiore attenzione nella selezione del personale; introduzione di sistemi di valutazione meritocratici; investimenti nella formazione e a supporto della professionalità individuale; migliorare la comunicazione interna e lo stile di leadership; etc. I risultati in questo ambito non saranno certamente immediati; ma un intervento in questa direzione è necessario perché vi sono segnali organizzativi che non possono essere sottovalutati (tassi di assenteismo; percentuale di limitazioni fisiche; soddisfazione dei lavoratori; etc.).

Come sono i rapporti con il Comune di Cremona e la Fondazione Città di Cremona?

Quando mi sono insediato – agli inizi di ottobre dello scorso anno – di fatto non conoscevo nessuno, in quanto pur essendo di Cremona ho sempre lavorato e vissuto in altre città (Venezia, Milano, Bologna, Brescia). Quindi questi primi mesi sono stati per me una scoperta di relazioni e rapporti che – con stupore e soddisfazione – ho scoperto ottimi. Cremona Solidale è un importante tassello del più ampio mosaico del sistema di Welfare locale e – giocoforza – è necessario che ci si metta in relazione dialettica e collaborativa con gli altri soggetti del territorio: da soli si è più deboli e meno incisivi. In questo processo, un aiuto ci è dato dall’Amministrazione Comunale (prima dall’Assessore Mauro Platé e ora dall’Assessore Rosita Viola), con cui abbiamo un ottimo e sincero rapporto di confronto. E lo stesso dicasi per la Fondazione Città di Cremona con cui stiamo portando avanti delle interessanti collaborazioni, dal progetto di rifacimento dell’edificio storico di via Brescia, alla gestione dei servizi di via XI febbraio. Per altro, Cremona Solidale e Fondazione Città di Cremona sono parti della più ampia “holding del sociale” che vede come capo-gruppo il Comune ed è quindi naturale – oltreché necessario – che si trovino modalità di collaborazione tra questi due soggetti. E per fortuna questo avviene, ritengo anche grazie al buon senso e alla buona volontà che caratterizza i componenti dei due Consigli di Amministrazione. Perché alla fin fine sono le persone che fanno funzionare le cose e le relazioni.  

Infine, quali obiettivi vi siete dati per i prossimi anni?

Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il Piano Strategico per il triennio 2016-2018 che individua quattro macro-aree strategiche su cui si concentreranno le nostre future azioni:

  1. Mantenere la qualità conseguita e sostenere la capacità d’innovare i servizi offerti;
  2. Favorire il benessere organizzativo, nell’ottica di “prendersi cura di chi cura”;
  3. Garantire un utilizzo efficiente ed efficace delle risorse pubbliche disponibili;
  4. Valorizzare l’immagine dell’Azienda e il suo ruolo all’interno del territorio.

Sarà mio compito – in quanto Direttore Generale – individuare come dare concretezza a queste idee, riempiendole di contenuti. Al riguardo ci stiamo muovendo e nel corso di questi primi sei mesi dell’anno abbiamo già messo in campo alcune azioni, tra cui …

  • l’attivazione di tavoli di confronto e negoziazione con i principali interlocutori istituzionali del territorio (ASST di Cremona; ATS Val Padana; Comune di Cremona; etc.); 
  • il potenziamento degli strumenti di comunicazione dei servizi aziendali (in particolar modo i servizi per anziani e i poliambulatori), migliorandone la visibilità e la facilità di accesso;
  • la riprogettazione dei due giardini Alzheimer – attualmente inadatti ad essere utilizzati dagli ospiti della struttura – e interventi formativi degli operatori sulla metodica del gentle care;
  • la sperimentazione di un nuovo turno di lavoro con l’obiettivo di garantire un adeguato recupero psico-fisico degli operatori, garantendo il mantenimento della qualità erogata e la sostenibilità economica del modello;
  • l’implementazione del piano formativo 2016 (formazione obbligatoria e non obbligatoria; formazione d’aula e training on the job) e analisi del fabbisogno formativo per il biennio 2017-2018;
  • l’attuazione del progetto “Welfare aziendale e benessere organizzativo” (analisi dello stress-lavoro-correlato; partecipazione alla sperimentazione nell’ambito del progetto FareLegami; promozione della salute a favore dei dipendenti; attivazione di convenzioni a prezzi agevolati per i dipendenti ed i loro familiari);
  • l’organizzazione di eventi per migliorare la visibilità dell’Azienda nel territorio e nella comunità scientifica di riferimento (chiusura dei festeggiamenti per i cento anni di vita dell’Azienda; mostra-evento per festeggiare i trent’anni dei Centri Diurni per Disabili; cena sotto le stelle e sagra settembrina; giornata di studio sul tema dell’Alzheimer).

Come si vede le cose da fare sono parecchie. Con metodo e con una dose di concretezza faremo tutto, cercando di coinvolgere al meglio tutta l’organizzazione, perché è basilare che tutti si sentano parte del più ampio progetto di rilancio di questa Azienda. 

Intervista a cura di Gian Carlo Storti 

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