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L’attentatore di Vienna aveva comprato le munizioni in Slovacchia

| Scritto da Redazione
L’attentatore di Vienna aveva comprato le munizioni in Slovacchia

Il terrorista ucciso stanotte a Vienna dalle forze di sicurezza ha comprato in Slovacchia le munizioni per il suo Kalashnikov AK-47. La notizia, diffusa dal quotidiano austriaco Heute sul suo sito web, riportava che Kujtim Fejzulai, cittadino 20enne nato a Vienna con cittadinanza austriaca e della Macedonia del Nord, ha acquistato le munizioni questa estate, a metà luglio, su territorio slovacco, accompagnato da un amico kosovaro.

Per il viaggio ha utilizzato l’auto della madre dell’amico, che è un nome noto dalle autorità per atteggiamenti radicali e di cui si sta considerando l’eventuale coinvolgimento nell’attentato. Resta da capire dove l’attentatore si è procurato le armi, perché questa notizia sembra un po’ un deja vu. Le armi usate per l’attacco parigino alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo nel 2015 arrivavano proprio dalla Slovacchia.

Il fatto è stato più tardi confermato dal ministro dell’Interno slovacco Roman Mikulec (OLaNO) al canale televisivo slovacco JOJ. Il ministero sul suo sito ha informato delle azioni eseguite a seguito dell’attentato in Austria. «Subito dopo l’attacco abbiamo adottato misure per garantire la sicurezza dei nostri cittadini, monitoriamo la situazione e comunichiamo con la parte austriaca. Voglio ricordare che in Slovacchia è ancora in vigore il secondo grado di minaccia terroristica che è stato dichiarato nel 2017 in risposta agli attacchi di Barcellona e altri accaduti in Europa», ha detto il ministro. Tra le misure adottate, «sono state immediatamente inviate pattuglie di polizia nei siti strategici, considerati a rischio sulla base delle informazioni del momento. Sono stati rafforzati i controlli sulle strade e ferrovie», ma anche istituita una vigilanza delle piste ciclabili e del trasporto sull’acqua nel perimetro territoriale della Regione di Bratislava, in particolare il traghetto tra Záhorská Ves e Angern). «Sono stati ispezionati diversi veicoli e persone. Sono stati perquisiti anche distributori di benzina e parcheggi e abbiamo monitorato i dintorni vicino alla Sinagoga. Sono stati effettuati controlli stradali e ferroviari ai valichi di frontiera con l’Austria», ha detto Mikulec, aggiungendo che tutte le persone che sono entrate in Slovacchia dall’Austria in treno hanno subito un controllo accurato.

Le autorità austriache hanno confermato che le sparatorie in sei località del centro di Vienna, compresa una zona vicino alla principale sinagoga della capitale austriaca, sono state atti di terrorismo in cui sono stati coinvolti diversi autori. Gli attacchi si sono svolti nella Innere Stadt, e precisamente nelle zone Salzgries, Schwedenplatz, Graben, Fleischmarkt, Bauernmarkt e Morzinplatz.

 

Oltre alle quattro persone rimaste uccise, i feriti sono saliti ad almeno 22, tra cui, come ha informato il ministero degli Esteri slovacco, anche una donna di cittadinanza slovacca, cui il ministero sta fornendo assistenza.

Secondo il ministro dell’Interno austriaco Karl Nehammer il terrorista ucciso, Kujtim Fejzulai, era stato condannato in passato per appartenenza a un’organizzazione terroristica. Dopo l’arresto in Austria per aver tentato di recarsi in Siria per entrare nell’organizzazione terroristica Stato Islamico era stato condannato a 22 mesi di prigione nell’aprile 2019, ma è poi stato rilasciato in libertà vigilata a dicembre.

 

Fejzulai era armato con un fucile d’assalto, indossava una finta cintura esplosiva e, secondo il ministro degli Interni austriaco, voleva provocare il panico nell’ultima sera di ‘libertà’ per i viennesi, poche ore prima di un nuovo lockdown che si protrarrà in Austria per un mese.

 

Ieri sera, mentre i fatti erano ancora in corso, la polizia di Vienna ha esortato via Twitter le persone a non postare foto o video sui social network di quanto stava accadendo per le strade, allo scopo di non aiutare i terroristi con informazioni su movimenti e operazioni delle forze di sicurezza. Le autorità oggi hanno affermato che la polizia ha ricevuto 20.000 video relativi all’attacco. Molti, tuttavia, sono ancora visibili online.

Questa mattina il cancelliere Sebastian Kurz ha informato della situazione e ha invitato tutti a ricordare le vittime dell’atto terroristico alle 12:00. Il governo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. Il ministro dell’Interno Karl Nehammer ha detto in una conferenza stampa che la polizia ha fatto irruzione nell’appartamento del terrorista abbattuto, e altre 18 perquisizioni domiciliari.

Diversi governi europei hanno deciso, dopo l’attacco, di effettuare una stretta dei controlli alle loro frontiere. Tra di loro anche l’Italia e la Slovacchia. Oggi tuttavia la situazione era assai trnquilla: chi ha fatto il viaggio Italia-Slovacchia oggi ci ha confermato che non c’era nessun controllo né alla frontiera del valico di Coccau sulla A23, da entrambe le parti, né al valico di Berg all’ingresso in Slovacchia.

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