Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 19.32

L’Italia dica no al prolungamento della vita della vecchia centrale nucleare slovena di Krško

Rossella Muroni presenta un’interrogazione parlamentare: una centrale obsoleta e pericolosa vicino all’Italia

| Scritto da Redazione
L’Italia dica no al prolungamento della vita della vecchia centrale nucleare slovena di Krško

La Slovenia, tra i Paesi che hanno sostenuto maggiormente la Francia per inserire il nucleare come energia “sostenibile” nella nuova Tassonomia Verde dell’Unione europea, aveva una pessima ragione per farlo: vuole allungare di 20 anni, cioè fino al 2043, la vita della sua centrale nucleare di Krško. «Un impianto entrato in funzione nel 1983 – spiega la deputata di FacciamoECO Rossella Muroni – che dovrebbe chiudere nel 2023 e che ha già avuto bisogno di interventi importanti come la sostituzione dei circuiti di raffreddamento. Soprattutto Krško si trova in una zona sismica attraversata da due faglie ed è vicina al confine con Austria e Italia, oltre che con Croazia ed Ungheria, distante appena 136 chilometri da Trieste. In pratica una centrale vecchia e pericolosa, le cui scorie vengono accumulate in una piscina vicina all’impianto e che sarebbe da chiudere per motivi di sicurezza e non da prorogare».

Per questo la Muroni ha presentato, insieme  Cecconi, Fioramonti, Fusacchia e Lombardo di FacciamoECO, una interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri Mario Dragi e ai ministri degli esteri Luigi Di Maio  della Transizione ecologica (MiTE) Roberto Cingola, per chiedere loro «Se il Governo intenda comunicare alla Slovenia la contrarietà dell’Italia al prolungamento della vita della centrale».

La Muoroni ricorda che «Le associazioni ambientaliste slovene hanno ottenuto che il progetto di prolungamento sia sottoposto a Via transfrontaliera, da noi il MiTE dovrà attivare la consultazione e procedere alla valutazione dei potenziali impatti ambientali transfrontalieri. Una fase in cui sarà importante la partecipazione di Enti locali, territori interessati e associazioni. Contro il prolungamento della vita della centrale si sono già mobilitati gli ambientalisti con una petizione promossa dall’organizzazione austriaca Global 2000 e una manifestazione davanti alla centrale a cui hanno partecipato anche i circoli Legambiente di Gorizia e Trieste».

Nell’interrogazione i deputati di FacciamoECO sollecitano il governo a «Chiedere una analisi indipendente e realizzata da esperti internazionali della pericolosità sismica dell’area, nonché una valutazione tecnica dell’invecchiamento del reattore e delle sue parti e ad attivarsi per la valutazione d’impatto ambientale transfrontaliero».

Per la Muroni quello della vetusta centrale ex-juogoslava di Krško è «Un caso che dovrebbe far riflettere tutti: se la sciagurata tassonomia verde con gas e nucleare adottata dalla Commissione Ue venisse confermata da Consiglio e Parlamento europei è a impianti insicuri come quello di Krško che presto potrebbero andare i finanziamenti per la transizione, anziché a rinnovabili, efficienza e risparmio energetici. Proprio per evitare scenari di questo tipo avevo sollecitato il governo a prendere posizione contro la classificazione di gas fossile e atomo come energie green. L’esecutivo, invece, ha risposto a Bruxelles che vorrebbe meno condizionalità e limiti di emissione più alti per il gas in tassonomia e con il ministro Cingolani continua a guardare a questa fonte fossile, che ne è la causa, come soluzione al caro energia».

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