Domenica, 28 aprile 2024 - ore 02.42

L'onestà in politica, di Rosario Amico Roxas

Intervista del Messaggero al Papa: Serve un argine alla deriva morale

| Scritto da Redazione
L'onestà in politica, di Rosario Amico Roxas

 Papa Francesco, come suo metodo, usa molta diplomazia per dire ciò che pensa, senza indirizzare strali verso nessuno in particolare. Così sarebbe la politica che corrompe, visto che sarebbe "difficile rimanere onesti in politica". Mi corre obbligo, e mi scuso per l'apparente presunzione, correggere le parole di Francesco, forte del fatto incontrovertibile, che in politica ci sono stati molti personaggi di grande spessore politico, culturale e morale, che sono rimasti integri, mentre la nazione, uscita dalla devastazione della guerra, ricostruiva il suo presente proiettandosi verso il futuro. Poi sono cambiati gli uomini, non la politica; non sono stati più gli onesti e i preparati ad entrare in politica, ma i filibustieri a "scendere in politica", al solo scopo di imbrogliare le carte e gestire la "Cosa Pubblica" come "Cosa Privata" e, molto spesso, come "Cosa Nostra". La gestione etica della politica ha fatto un ruzzolone in questi ultimi venti anni, che andrebbero anche dilatati ai precedenti dieci anni, quando "Mani Pulite" scardinò le istituzioni abbondantemente corrotte. Quegli anni precedenti il ventennio berlusconiano, possono essere interpretati come propedeutici ai successivi venti, essendo stati gestiti dal craxismo  e da Craxi, che di Berlusconi fu maestro e mentore.Oggi in politica non “scendono” più gli onesti, perché verrebbero emarginati e messi alla gogna;  non partecipano i meritevoli, perché non occorre più competenza; non si cimentano i volenterosi, perché la sola volontà dominante è quella del rapido arricchimento, sottraendo dalle pubbliche casse ciò che pubblico non è, ma riservato al miglioramento della qualità della vita, per tutti e non solamente per una ristretta casta di pubblici ladroni. La “deriva morale”  denunciata da Papa Francesco non può essere aggredita dalla politica, bensì dagli uomini, con una selezione nella quale venga privilegiata la meritocrazia, la levatura culturale ed etica, la visione morale della missione; non per nulla si vuole evitare a tutti i costi che siano i cittadini a scegliersi il proprio politico, ma si impone che la scelta cada dall’alto, con una nomina che premia la fedeltà al capo e non lo spirito di servizio al popolo.

Rosario Amico Roxas

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