Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 06.43

La Carta europea sulle responsabilità sociali

| Scritto da Redazione
La Carta europea sulle responsabilità sociali

Muaro Beschi - Ornella Cilona. La Carta europea sulle responsabilità sociali condivise 
Il Consiglio d’Europa ha presentato alla fine di febbraio una bozza di Carta sulle responsabilità sociali condivise, nel corso di una conferenza organizzata a Bruxelles insieme con la Commissione europea, alla quale hanno partecipato rappresentanti dei governi, delle Ong, dei sindacati e delle associazioni dei consumatori provenienti da 49 Paesi. Nel testo si nota che “la democrazia del popolo europeo e i suoi assetti istituzionali devono affrontare importanti cambiamenti sociali legati all’aumento delle ineguaglianze, alla mancanza di lavoro dovuta ai trasferimenti di società e ai mutamenti tecnologici in mancanza di riqualificazione e innovazione di prodotto, alla crescita dell’insicurezza del lavoro per i giovani, all’elevato indebitamento e impoverimento di una crescente proporzione di famiglie e all’invecchiamento della popolazione”. Inoltre, “le sedi tradizionali sulla contrattazione e il dialogo sociale sono stati inibiti o non sono più adatti alla complessità delle sfide. Anche le importanti decisioni spesso soffrono di un deficit di democrazia”.
Alla Conferenza di Bruxelles hanno partecipato i vertici della Commissione europea e del Consiglio d’Europa. Josè Manuel Barroso, Presidente della Commissione Ue, ha sottolineato l‘importanza della strategia comunitaria Europa 2020 per favorire la crescita di nuovi posti di lavoro e ridurre sia la povertà sia le ineguaglianze. Thorbjorn Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa, ha sottolineato che l’occupazione è necessaria per la coesione sociale e che le politiche restrittive di bilancio degli Stati europei non possono mettere in secondo piano quest’obiettivo. Nel corso della Conferenza sono intervenuti anche Pietro Guindani, coordinatore del gruppo di lavoro di Confindustria sulla responsabilità sociale, e Stefano Rodotà, docente all’Università di Roma. Guindani ha messo in evidenza nel suo intervento che la Carta europea proposta dal Consiglio d‘Europa ha un carattere volontario e che bisogna evitare il rischio di lunghi negoziati con il sindacato sugli aspetti sociali. Rodotà, dal canto suo, ha parlato del ruolo giocato dai beni comuni per incoraggiare le responsabilità condivise, favorire la coesione sociale durevole e ridurre le ineguaglianze.
Per questi motivi, il Consiglio d’Europa intende promuovere il principio di responsabilità sociali condivise, “con l’obiettivo di sviluppare le conoscenze, le competenze e le strategie comuni capaci di limitare le incertezze e di tenere conto, in modo imparziale, di tutti i vari interessi, dando allo stesso tempo priorità ai bisogni dei membri più deboli della società e al mantenimento dei diritti fondamentali”. “Il Consiglio d’Europa vi chiede di rivisitare il concetto di responsabilità sociale” ha affermato nel corso della conferenza Gilda Farrell, a capo della divisione ricerca e sviluppo della coesione sociale del Consiglio d’Europa. “C’è un divario fra le istituzioni politiche e i bisogni reali dei cittadini dell‘Ue” ha proseguito Farrell “La Carta è un invito a reagire a questo divario, per rivitalizzare la forza dei nostri valori”. La responsabilità sociale condivisa è definita come “lo stato o l’abilità degli individui e delle istituzioni di agire e di essere responsabile delle conseguenze di quest’azione o incapacità di agire, nel contesto di impegni reciproci contraddistinti dal consenso, dall’accordo sui diritti reciproci e dagli obblighi nel campo della protezione della dignità umana, l’ambiente e i beni comuni, la lotta contro la povertà e le discriminazioni, la ricerca della giustizia e della coesione sociale, con un’attenzione dovuta alla diversità. Il principio delle responsabilità sociali condivise sottomette le decisioni e le iniziative dei differenti soggetti agli obiettivi di una giustizia sociale, ambientale e intergenerazionale, nello spirito di reciprocità, responsabilità di rendere conto e minimizzazione delle conseguenze negative, riducendo le esistenti ineguaglianze“.
In pratica, le responsabilità sociali condivise facilitano la nascita di nuove forme di cooperazione multi-stakeholder, multilivello e multisettoriale, in grado di prendere decisioni che sono frutto di un lavoro comune. La Carta si rivolge alle pubbliche autorità, ai governi locali e alle imprese: a queste ultime è richiesto di prendere in considerazione gli interessi di tutte le parti interessate, di rendere trasparente il ciclo dei prodotti, di pubblicare bilanci periodici sull’impatto sociale e ambientale delle loro attività e, infine, di concentrarsi sulla sostenibilità, invece che esclusivamente sulla riduzione del costo del lavoro.
Il Consiglio d’Europa intende istituire un Comitato per la promozione della responsabilità sociale condivisa, i cui compiti saranno quelli di promuovere la sua attuazione, di imparare dall’esperienza e di preparare delle raccomandazioni nelle differenti aree di interesse.  Sono quattro le sfide che questo nuovo Comitato presso il Consiglio d’Europa vorrebbe affrontare. La prima è quella di potenziare gli investimenti in campo sociale e nei servizi pubblici, nonostante le restrizioni di bilancio attuate dagli Stati europei. In secondo luogo, il Comitato intende definire nuove politiche economiche per la ripresa in grado di ridurre le ineguaglianze. Una terza sfida è quella di mettere a punto politiche intergenerazionali che mantengano i diritti dei più anziani e diano nuove opportunità ai giovani. Infine, il Comitato punta a dare spazio a politiche per l’uguaglianza e la diversità.

fonte. Cgil Nazionale

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