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La Direzione provinciale dell’UDC vuole l’in house nella gestione dell’acqua.

| Scritto da Redazione
La Direzione provinciale dell’UDC vuole l’in house nella gestione dell’acqua.

Non solo per rispettare la volontà degli elettori ma per valutazioni oggettive la Direzione provinciale

dell’UDC si è espressa per una gestione del Servizio Idrico Integrato fatta da un’unica società pubblica partecipata dai soli Comuni del territorio. Pur non essendo contraria ad una società mista con capitale a maggioranza pubblica la Direzione provinciale dell’UDC ritiene che la scelta prioritaria deve essere in


linea con il risultato referendario. E in tal senso chiede che si esprimano i maggiori Comuni del territorio cremonese a partire da quelli di Cremona e Crema. – dichiara il Segretario provinciale dell’UDC Giuseppe Trespidi – La Direzione provinciale dell’UDC ritiene che il modello di affidamento in house, ad una sola società formata dai soli Comuni della Provincia di Cremona, consente di migliorare non solo i costi di gestione ma aumenterebbe anche l’efficienza e la qualità del servizio ora erogato alle famiglie e ai nuclei famigliari del territorio. In tale contesto si dovrà valutare come coinvolgere anche le nostre società pubbliche che operano nel settore dell’acqua. Società pubbliche che devono fondersi e diventare una sola società, con un unico consiglio di amministrazione ed un unico direttore generale nonché un’unica struttura amministrativa. Avviando in tal modo un efficientamento necessario a garantire una riduzione dei costi di gestione. La società mista, sempre composta dai 115 Comuni più da un socio privato scelto con gara pubblica, – continua Trespidi – dovrebbe diventare la soluzione di ripiego e non la prima come sostenuto dal PdL e dall’Ufficio d’ambito. A questo punto il Presidente della Provincia e la sua Giunta, i Sindaci e i rispettivi consigli comunali e la Politica non possono ignorare i deliberati della Conferenza dei Comuni e del Consiglio provinciale. L’unico dubbio (?) o nodo che non è ancora stato sciolto riguarda la capacità di spesa e di finanziamento della società in house e della società mista. Sarà perciò necessario un confronto con il mondo finanziario e bancario per valutare quali potrebbero essere le eventuali difficoltà di finanziamento tra i due  modelli. Fatto questo confronto i Sindaci potranno scegliere in modo unitario la soluzione che si ritiene più adeguata a fornire un servizio pubblico che dia garanzie di efficienza e di minor costo per i Cittadini. Riguardo alle liberalizzazioni che sono oggetto di esame da parte del Governo  – conclude Trespidi – credo che l’esito del referendum anche in questo caso sia fin troppo chiaro: si può proporre qualsiasi tipo di liberalizzazione e di gestione ma non per l'acqua. Il referendum rende impossibile sia la sua privatizzazione sia la sua liberalizzazione. La politica cremonese è chiamata a dare un messaggio positivo ai cittadini del territorio dimostrando che sa affrontare unitariamente e con determinazione le situazioni di difficoltà. L’acqua è di tutti. Non è né di destra né di sinistra né di centro ma sta sopra tutti. Dimostriamolo con i fatti e non con gli annunci.

Cremona 14 gennaio 2012

 

Giuseppe Trespidi

Segretario Provinciale UDC

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